Mentre attendiamo con curiosità l'arrivo della sua Inside Man su Netflix (creata e interamente sceneggiata da lui), Steven Moffat ha vestito i panni di produttore esecutivo tramite l'etichetta di proprietà Hartswood Films per dare luce a The Devil's Hour su Prime Video. Dietro al progetto il semi-sconosciuto e talentuoso Tom Moran, apprezzato scrittore britannico con all'attivo diversi episodi di Wild Bill e The Feed qui alla sua prima esperienza creativa totale. Buona la prima - come vuole il gergo -, dato che l'opera già disponibile in piattaforma è un trascinante quanto complesso mistery thriller con tante venature crime e psicologiche e un risvolto fantascientifico-soprannaturale che dà spinta e carattere all'elaborato narrativo.
Ci sono omicidi, indizi e dettagli celati o apparenti, protagonisti sofisticati e una certa dose d'inquietudine che abbraccia con una certa costanza l'evolvere della trama, ma soprattutto c'è un magnetico Peter Capaldi in un ruolo dal concept pregevole cucito appositamente attorno alla sua mimica interpretativa sia espressiva che fisica, guardando tanto a The Tick of It quanto a Doctor Who. In questa recensione di The Devil's Hour proveremo quindi a darvi tutte le motivazioni possibili per non perdervi una delle serie più interessanti del momento, tra una sottovalutata Andor o una dissacrante Boris e appena dopo la conclusione di House of the Dragon e Gli Anelli del Potere.
Le 3:33
L'ora del diavolo che dà il nome alla serie è quella delle 3:33. A svegliarsi impaurita nel cuore della notte in quell'esatto momento è Lucy Chambers (Jessica Raine), assistente sociale e madre del piccolo e problematico Isaac (un eccezionale Benjamin Chivers), bambino molto particolare e apparentemente incapace di provare o dimostrare emozioni. Lucy è separata dal marito Mike (Phil Dunster, il Jamie Tartt di Ted Lasso), decisione obbligata a causa del rapporto per nulla amorevole o genitoriale dimostrato da quest'ultimo con il figlio, che anzi reputa responsabile della rottura con la moglie. Con una diagnosi di schizofrenia in famiglia e un'insonnia ineluttabile, Lucy comincia a sperimentare alcune allucinazioni che capisce ben presto nascondere in realtà qualcosa di molto più terrorizzante, specie dopo il susseguirsi di alcuni omicidi che sembrano essere parte integrante delle sue "visioni". Mentre tenta di comprendere la natura spesso angosciante del distacco emotivo e sociale del figlio, Lucy si troverà faccia a faccia con il misterioso Gideon Shepard (Capaldi), l'unica persona in grado di spiegare le motivazioni dei suoi spaventosi flash e rivelarle una difficile quanto sorprendente verità.
Una vera sorpresa
Composta da sei episodi da 56 minuti - all'incirca - ciascuno, The Devil's Hour prende il meglio del crime thriller sui generis e lo eleva all'ennesima potenza grazie a un intelligente miscellanea di generi e a una scrittura ritmata e coinvolgente. La drammaturgia di fondo che funge da pentagramma strutturale della produzione permette una composizione narrativa piacevole e assonante, dove le note della scrittura possono essere al contempo cervellotiche e di difficile esecuzione ma controbilanciate con determinante curatela del testo da altre più leggere. L'esecuzione totale è armonica e ogni parte del tutto piacevole. Per sua natura, l'intreccio subisce con l'evolvere della storia delle complicazioni fisiologiche che danno però peso e criterio allo sviluppo del racconto, che vive di piani temporali sovrapposti - ma mai incrociati - in alternanza asimmetrica tra dialoghi, indagini e azione.
Il cast è assolutamente vincente, guidato dai bravissimi Raine e Capaldi e citando anche il sempre più lanciato Alex Ferns, che con la sua inconfondibile e strascicata parlata scotish - e una fisicità davvero unica - è tra i caratteristi inglesi migliori del momento. Di pregio e di enorme valore per la produzione sono poi la regia di Johnny Allan e Isabelle Sieb e la meravigliosa fotografia di Stuart Biddlecombe e Bjørn Ståle Bratberg, che danno profondità stilistica e personalità artistica continuativa al prodotto.
The Devil's Hour ha anche il pregio di voler superare un certo concept tematico che vuole per forza di cose delle battaglie moderne in sottotesto, dedicato anima e cuore di forma e contenuto alla riuscita della storia e dei personaggi. A guidare l'opera c'è comunque una parte di narrativa etica che si fa rilevante soprattutto nei dialoghi tra Lucy e Gideon e che dà anzi il giusto peso intellettuale al lavoro di Moran, certosino nei dettagli e diabolico per la precisione delle conseguenze. Difficile non rimanerne affascinati e chiederne di più.
Conclusioni
Incalzante e sofisticata, è tra le migliori proposte originali Prime Video del momento, come ribadito nella recensione di The Devil's Hour. Figlia del giovane talento di Tom Moran e del rodato genio di Steven Moffat, la serie sa coinvolgere e affascinare grazie agli stilemi più classici e riusciti del crime thriller che si rendono di pregio al servizio di un miscellanea di genere con mistery e thriller. Con grandi interpretazioni e regia e fotografia di enorme valore stilistico, The Devil's Hour è tra le serie più imperdibili dell'autunno 2022.
Perché ci piace
- Peter Capaldi resta un attore superlativo, specie in un ruolo cucitogli appositamente addosso.
- La scrittura tanto cervellotica quanto certosina di Moran, che parte dal dramma per esplorare tante sfaccettature di genere differenti.
- L'aspetto tecnico è davvero pregevole.
Cosa non va
- Un po' frettolosa verso la fine.
- Nonostante sia presentata come limited serie, non lo è si rende anzi necessaria una seconda e per nulla scontata stagione.