John Wick, perché sei tu John Wick? Quello che all'inizio sembrava un semplice film action nato dal sodalizio tra Chad Stahelski e Keanu Reeves - di cui il primo è stato stunt-man sul set di Matrix, per poi passare alla regia -, in nemmeno dieci anni è diventato uno dei franchise più amati dal pubblico (e anche dalla critica che non ha paura di essere pop). Storia semplice, mitologia forte, con i suoi codici (i più letali assassini del mondo, che hanno la propria moneta, si incontrano tutti in un hotel di New York, il The Continental), combattimenti spettacolari. E poi uno degli attori che più sa farsi voler bene come protagonista. John Wick è una macchina perfetta, concepita per il successo. Può esistere quindi l'universo di John Wick senza John Wick? È la scommessa che hanno fatto Greg Coolidge, Kirk Ward e Shawn Simmons immaginando una serie prequel ambientata negli anni '70 e dedicata a Winston Scott, che nella saga cinematografica ha il volto luciferino di Ian McShane. La recensione di The Continental parte quindi con l'unica domanda possibile: l'azzardo merita le nostre monete d'oro?
Su Prime Video dal 22 settembre, The Continental si prende anche un altro rischio: invece che dividere le sue quasi cinque ore di durata in altrettanti episodi, da spalmare in più settimane, sceglie di uscire con soltanto tre capitoli, ognuno di quasi un'ora mezza. Come fossero tre film. Una strategia diversa rispetto a quanto fatto in precedenza dalla piattaforma di streaming. E anche dalla concorrenza. Quasi come a voler rendere meno netto lo stacco tra la saga cinematografica e quella televisiva.
Senza sbrodolare troppo, The Continental si concentra quindi su un punto preciso della storia: come Winston Scott si è guadagnato il controllo dell'hotel. Negli anni '70 c'era infatti un altro boss dietro la scrivania: Cormac. A interpretarlo è Mel Gibson, che sembra aver colto l'occasione al volo per creare un personaggio volutamente sopra le righe, spregevole, ma anche molto carismatico. È lui, nonostante a Hollywood sia caduto in disgrazia per le proprie vicende personali, a dare la dose di "star power" alla serie.
The Continental: il trailer
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La trama di The Continental: da Londra a New York
A interpretare la versione giovane di Winston è Colin Woodell: ha la giusta eleganza nell'indossare un completo di alta sartoria e, soprattutto, il giusto lampo di luce negli occhi. Per capirci: quello dei velociraptor in Jurassic Park. Come dice il personaggio Robert Muldoon: "Quella là... Quando ti guarda negli occhi si vede che sta rimuginando qualcosa". Ecco, ci voleva un attore così per incarnare alla perfezione Winston Scott. E Woodell ce l'ha. Magari non tanto quanto Ian McShane, ma, visto che il personaggio qui è all'inizio della propria ascesa, è una cosa giustificata.
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Il suo Winston, nella serie, prende idealmente il posto che ha il John Wick di Keanu Reeves nei film. In sostituzione dell'ormai proverbiale cane, che fa scatenare la furia omicida del protagonista, c'è suo fratello maggiore, Frankie (Ben Robson). Da ragazzini, per sopravvivere, hanno lavorato alle dipendenze di Cormac, ma poi, per offrirgli una vita migliore, Frankie si è accollato tutto il peso della vita criminale, lasciando che Winston andasse a Londra. Qui il ragazzo è diventato un abile uomo d'affari, ricchissimo, lontano dai problemi di New York. Quando però il fratello decide di mettersi contro tutta la Grande Tavola (ovvero il consiglio che regola il mondo criminale della saga, formato da 12 sedie, ognuna di proprietà di una famiglia), il richiamo del sangue lo riporta nella Grande Mela.
The Continental: è solo l'inizio
Lo sforzo maggiore degli autori qui è chiaramente concentrato nel costruire una storia coerente con l'universo di John Wick. E in John Wick due cose sono fondamentali: lo stile e le scene di combattimento. Per quanto riguarda il primo ce n'è in abbondanza: grandissima cura è riservata ai costumi, agli oggetti di scena, ai set. Tutto richiama gli anni '70, reinventati però secondo le esigenze della serie (la maschera bianca di The Adjudicator sembra uscita da un fumetto, o dal teatro kabuki). Dalla sigla animata alle spillette sulle bretelle di un killer niente è lasciato al caso.
Per quanto riguarda invece le seconde, purtroppo non sono moltissime, ma, quando finalmente arrivano, non deludono. È questo il maggior difetto della serie: vista la durata non eccessiva, era lecito aspettarsi più azione. Anche perché l'arco narrativo raccontato mette in campo tantissimi nuovi personaggi, ma nessuno è davvero approfondito. Per molti di loro si è deciso di spingere sulla forza delle immagini e del look (come nel caso degli inquietanti gemelli assassini Hansel e Gretel).
Esagerata, "lager than life" e rumorosa, The Continental fa bene il suo lavoro, mostrandoci un punto di vista diverso su un mondo che già conosciamo. Senza però particolari guizzi in termini di originalità e colpi di scena. Un antipasto di quanto sta per arrivare: è quasi pronto infatti lo spin-off Ballerina, con protagonista Ana de Armas, ed è stato confermato un quinto film su John Wick. Non resta quindi che darci appuntamento alla prossima missione letale.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di The Continental, la serie prequel di John Wick racconta l'ascesa di Winston Scott: grazie ai tre episodi da un'ora e mezza ciascuno, capiamo come si è conquistato il controllo dell'hotel che accoglie gli assassini più letali al mondo. L'avversario da sconfiggere è Cormac (Mel Gibson, volutamente sopra le righe): è lui a mettere in pericolo la vita del fratello maggiore di Winston, Frankie. Per salvarlo il protagonista torna, da Londra, nella New York degli anni '70. Per riuscire ha bisogno di una nuova rete di alleanze e di armi. Molte armi.
Perché ci piace
- La cura per i dettagli: costumi, oggetti di scena, set hanno tutti uno stile coerente con la mitologia dell'universo di John Wick.
- Il protagonista Colin Woodel ha la giusta eleganza e luce negli occhi per raccogliere il testimone di Ian McShane.
- Mel Gibson offre un'interpretazione sopra le righe, ma carismatica.
Cosa non va
- The Continental nel complesso funziona, ma sceglie di puntare su una scrittura non particolarmente originale.
- Era lecito aspettarsi più scene d'azione.
- I tre episodi ci raccontano molto di Winston, poco sui numerosissimi nuovi personaggi.