Ogni mercoledì su Star di Disney+ continua The Big Leap con un nuovo episodio. Una serie musicale che ci fa sognare e che ci fa credere che non sia mai troppo tardi per le seconde possibilità. Lo crede anche Teri Polo, una delle protagoniste nei panni di Julia Perkins, una madre ossessionata dall'età e dai social media che si sente invisibile con marito e figlie e quindi per essere vista decide di partecipare al reality al centro dello show (che si chiama appunto The Big Leap) e provare a vincere davanti alle telecamere. Parallelamente deve cercare di sistemare i propri problemi domestici e cercare di connettersi con gli altri concorrenti, più giovani di lei. Ecco cosa ci ha raccontato in quest'intervista su Zoom.
Invecchiamento da social
The Big Leap - Un'altra opportunità è incentrato sulle seconde possibilità. Pensi che davvero non sia mai troppo tardi nella vita o che bisogna ridimensionare le proprie aspettative?
Non è mai, mai, mai, mai, mai (ride) troppo tardi nella vita. Diciamo che le aspettative possono essere pericolose a volte, quindi magari bisogna limarle un po'. Però non credo che le seconde occasioni siano necessariamente delle aspettative, piuttosto penso che si tratti di fare "un grande salto" (come dice il titolo della serie, ndr) con entrambi i piedi nel vuoto. L'importante è non vivere in un eterno "e se...?", me lo sono detta fin dall'inizio di questo show. Buttati, senza aspettative, e vedi quello che succede. Penso sia uno dei migliori modi per vivere e l'ho scoperto molto presto, quando appena diciassettenne andai a New York dicendo "io vado" ed eccomi qui 35 anni dopo, il cerchio si è chiuso e sono soddisfatta della mia vita ora.
Julia, il tuo personaggio, è ossessionata dai social media. Qual è il tuo rapporto invece coi social media e pensi siano un'influenza più positiva o negativa?
Il mio rapporto coi social media direi che è ambivalente. È uno strumento non direi importante oggi, ma è qui intorno a noi, e non ha intenzione di andarsene. Penso ci sia una grossa quantità di responsabilità quando si parla di social media, una responsabilità di cui non tutti si sono resi conto quando sono approdati, e che magari non comprendevano fino in fondo all'inizio, le cose sono un po' andate fuori controllo. Io provo a moderarne l'uso anche per mia figlia: è una giovane donna molto perspicace, ma le è capitato di perdere se stessa nei meandri dei social. Può essere insomma sia produttivo come strumento che ci apre al mondo, ad altre culture ed esperienze, ma allo stesso tempo molto pericoloso.
C'era un tempo quando i miei figli erano piccoli e io recitavo in The Fosters (family drama di ABC Family, ndr) e mi chiesero di aprire un account Twitter, ma io non avevo idea di cosa fosse (ride). Poi mi ci sono iscritta e ho iniziato a parlare coi fan, a postare giornalmente anche per promuovere la serie. Ad un certo punto i miei figli mi dissero: "Mamma, stai tutto il tempo su Twitter" (ride) e lì capii che era diventato troppo, i miei figli restano al primo posto in assoluto nella mia vita. Però rimane un luogo dove poter entrare in contatto con persone e luoghi così lontane e questo può essere molto stimolante. Diciamo che Julia è ossessionata dai social media per le ragioni sbagliate: vuole essere giovane, al passo, vuole essere rilevante, perché a casa non si sente vista e sentita. Questo è ovviamente poco salutare, per chiunque (ride), cercare approvazione tramite i social.
Il bello è che le figlie di Julia in The Big Leap le hanno detto la stessa cosa: "Mamma stai sempre sui social". Il tuo personaggio è ossessionato anche con l'invecchiamento. Cosa pensi che potremmo fare per migliorare le cose per attori e attrici affinché non siano così ossessionati con l'apparire?
Questa è difficile perché cresciamo i nostri figli in una società che dà molta importanza all'immagine e all'apparenza, e questo è legato anche ai social media, e quindi penso che la sensibilizzazione su questi argomenti dovrebbe iniziare fin da un'età molto giovane. Abbiamo solo iniziato a scalfire la superficie, la punta dell'iceberg per così dire, col provare a educare i bambini e a parlargli di body positivity, di culture differenti, colori differenti, e ci stiamo arrivando ma è un processo estremamente difficile e lento purtroppo. Non riesco a non pensare a quanta responsabilità abbiamo come adulti coi nostri figli, educarli anche nell'uso dei social media e non solo. Imparare è alla base di tutto, in qualsiasi campo. Non è solo Julia, anche io ammetto di avere qualche problema con l'invecchiamento. Non sono solo le donne poi, anche se sono la maggioranza, ma anche gli uomini sono sempre più ossessionati con l'età. Io stessa per quest'intervista mi sono truccata e sistemata per apparire al meglio e stare bene con me stessa, però io amo la me stessa senza trucco e tutto il resto. Di solito quando non lavoro tendo a non usare make up e sistemarmi i capelli, quella è la vera me (ride). I miei figli a volte mi dicono quando mi vedono truccata e sistemata "Mamma stai proprio bene" e io "Grazie, ma perché non me l'avete detto anche ieri quando ero in pigiama?" (ride)
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Perché pensi che i talent show siano così popolari oggigiorno?
Perché ancora una volta penso sia un risultato della nostra società. Soprattutto negli Stati Uniti, abbiamo avuto molti anni difficili di odio (razziale e non solo) e essere poco gentili e non in grado di accettare il prossimo, penso che sia importante che promoviamo l'amore, la gentilezza, il supportare gli altri, celebrare la vittoria di qualcuno. Penso che dopo questi due anni di Covid la gente brami un po' di ottimismo, di positività. Non per diventare politica, anche se lo sto già facendo (ride).
Forse è la scelta più coraggiosa essere positivi e mostrare ottimismo.
È davvero interessante vedere quante persone lo stanno guardando e lo guarderanno proprio per questo suo trasudare positività. La gente ne ha bisogno. Io sono la prima a guardare serie più dark e cupe ma c'è proprio bisogno di show che facciano stare meglio dopo che li si è guardati. Io non seguo molto i film e i serial ma nel nostro sono proprio curiosa di vedere come proseguiranno le storie dei personaggi, non solo il mio, me ne sono proprio innamorata. Gli voglio proprio bene, si fa il tifo per loro e per le loro vite. Spero arrivi al pubblico la speranza che cerchiamo di portagli.
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Succede, succede. E a proposito di questo, dato che lo show è molto emozionante, c'è una scena o un episodio in particolare che coinvolge il tuo personaggio che ti è rimasta impressa o che è stata particolarmente emozionante da girare?
Ce ne sono un paio in realtà. Julia diciamo che tiene le emozioni per sé, un po' come faccio io a volte. C'è un episodio tra i primi in cui Julia ha problemi con la propria età, vedendo quanto sono giovani gli altri partecipanti al reality, gli altri ballerini. Kevin Daniels Jr., che interpreta Kevin nello show, le dà un buon consiglio e i due hanno una scelta particolarmente toccante insieme. Non è stata particolarmente difficile da girare, ma è stata molto onesta, anche io ci sono passata. Poi c'è una scena più avanti con Piper Perabo, che interpreta Paula. Lei e Julia stringono un rapporto molto speciale.
Entrambe stanno affrontando dei problemi personali e Julia cerca a tutti i costi di apparire felice, ma ad un certo punto non ci riesce più. E poi c'è l'ultima scena con Seth Morris, che interpreta Kevin, mio marito: non è stata difficile solo perché dovevamo girarla in piano sequenza, quindi senza stacchi, ma anche i differenti livelli di emozioni e sfumature da portare in scena. Quindi è stato particolarmente intenso girarla per tante ragioni. È stato triste, speranzoso, malinconico. Ma in realtà per me le scene più difficili sono quelle in cui ballo (ride) perché il mio corpo mi odia davvero in questo momento: ho 52 anni, provando a fare cose che fanno i ventenni, al momento sono proprio seduta su una sedia massaggiante (scherzo, ride).
Prima hai detto di essere soddisfatta di come è andata la tua vita finora, ma se avessi anche tu una seconda occasione come Julia c'è qualcosa che vorresti provare che non hai provato?
È una di quelle classiche domande What If, a cui risponderò sempre di no perché altrimenti non avrei il mio fidanzato e i miei figli. Sono davvero molto felice in questo momento della mia vita, che è il risultato delle scelte che ho fatto, e che ha volte ho pagato care. E sono contenta di essere una strong boss bitch come dice una delle mie figlie in The Big Leap. Penso che se potessi tornare indietro e fare una scelta differente ma che mi porterebbe comunque alla vita che ho adesso, a livello personale non necessariamente professionale, sarebbe di non mollare la danza. Avevo 16 anni e studiavo alla North Carolina School of Arts e un'insegnante mi disse che non sarei stata presa. A quell'età si vede tutto bianco o nero, quindi nella mia mente se non potevo essere ammessa lì voleva dire che non potevo essere ammessa da nessun altra parte. Quindi mollai e mi concentrai solamente sulla recitazione. So che non avevo il talento naturale, il corpo e le abilità che ci vogliono per diventare una ballerina professionista, ma chissà con duro lavoro e costanza cosa avrei potuto fare.