Un mondo magico, una famiglia amorevole e un nuovo nato che però, fin dai primi vagiti, ricorda con sorprendente lucidità la sua vita passata. Non vi suona nuovo, vero? Beh, l'incipit di The Beginning After the End mette subito le cose in chiaro: ci troviamo di fronte al classico Isekai, quel sottogenere del fantasy nel quale il personaggio principale viene catapultato, spesso a causa di una prematura dipartita, in un mondo regolato dalla magia; una seconda possibilità che gli permetterà di intraprendere un percorso catartico e avventuroso che lo riscatti dagli errori della vita passata. Negli ultimi anni questo tipo di serie hanno prepotentemente conquistato il mercato degli anime con una produzione di titoli massiccia, nella quale comunque spiccano alcuni anime interessanti, frutto principalmente della follia degli sviluppatori o da pure esigenze di marketing.

Come molti dei suoi predecessori, anche The Beginning After the End è tratta da una serie di omonime light novel nate della penna dello scrittore Brandon Lee, in arte TurtleMe, volumi che sono ben presto diventati un weebtoon illustrato da Fuyuki23. Anche nel suo percorso verso il pubblico, quindi, quest'anime sembra aver seguito passo dopo passo le usanze e i percorsi che hanno reso celebri altri prima di lui. Andiamo, quindi, ad analizzare gli elementi che lo compongono e se in qualche modo questa storia riesce a discostarsi dalla massa per realizzazione o idee.
Da re spietato a pargolo in fasce
Arthur nasce da genitori amorevoli in una deliziosa casa immersa nel verde, è circondato da affetto e manifesta in precocissima età un'incredibile predisposizione alla magia. Ha un segreto, però, che spiega il motivo della sua precoce bravura: fin dai primi respiri il giovane si rende conto di trovarsi in un mondo a lui sconosciuto, una terra governata dalle leggi della magia e dove le persone possono, in base anche alle loro attitudini, imparare a controllare un potere chiamato mana.

Arthur, infatti è la reincarnazione di King Grey, uno spietato sovrano vissuto in una realtà nella quale il potere monarchico veniva garantito anche dall'utilizzo di tecnologie avanzate. Da gelido autarca, il protagonista si ritrova a vivere e sperimentare ciò che nella precedente vita gli era mancato: l'amore del prossimo e di una famiglia che anela al suo bene e, proprio per questo, il suo cammino potrebbe intraprendere nuove strade che lo portino a scoprire l'affetto e l'empatia verso il prossimo.
Arthur al centro di tutto

La serie è disponibile su Crunchyroll dal 2 aprile e le nostre considerazioni si basano quindi sui soli primi episodi, due puntate che raccontano una storia che al momento non brilla di certo per originalità, ma che almeno all'inizio punta tutto sulla personalità e sul vissuto del suo protagonista. È Arthur il centro di tutto: la narrazione procede e cambia al mutare del suo stato d'animo, al ritmo delle sue scoperte e rivelazioni. Il protagonista funge, per ora, da unico catalizzatore di tutte le vicende, contribuendo così a delineare con estrema fretta i personaggi di contorno, anche loro un po' stereotipi, un po' macchiette, di un mondo che ci sembra di conoscere fin troppo bene, anche se ci siamo appena entrati. Siamo curiosi, in tal proposito, di scoprire quali scelte narrative porteranno avanti la storia e se, in qualche modo, anche altri personaggi avranno col tempo una migliore e più interessante caratterizzazione.
Il peso delle aspettative

Nemmeno dal punto di vista delle animazioni, ad opera dello Studio A-CAT, The Beginning After The End sorprende: nel complesso sono di buon livello, ma la qualità e fluidità sembrano soffrire proprio nei momenti dove ce ne sarebbe più bisogno, ovvero durante i combattimenti e le scene più concitate, nelle quali la regia di Keitarô Motonaga (già conosciuto per aver diretto il folle The Kingdoms of Ruin) non riesce ad affrancarsi da una certa staticità che poco si addice allo stile del racconto. Queste prime impressioni, quindi, non ci consentono di promuovere pienamente questo titolo sul quale, prima dell'uscita, posavano molte aspettative e che, per ora, non è riuscito a convincerci del tutto. Di Isekai ne è saturo il mercato e, proprio per questo, ora più di prima, sono necessarie per queste produzioni una maggiore cura e attenzione nel proporre storie avvincenti e curate.
Conclusioni
Aleggiavano molte aspettative su questo The Beginning After The End, attese e desideri che purtroppo, almeno per ora, non sono stati pienamente soddisfatti. I primi episodi dell’anime, infatti, sfruttano molti dei cliché propri degli isekai senza proporre nulla di nuovo o interessante e indugiando un po’ troppo su un protagonista che non basta a rendere la storia sufficientemente avvincente. Buone le animazione che però patiscono sulle scene più dinamiche.
Perché ci piace
- Il protagonista che preannuncia avere una buona backstory.
- Le animazioni…
Cosa non va
- … che però perdono di qualità nelle scene più dinamiche.
- I personaggi secondari, superficiali e poco caratterizzati.
- I tanti, troppi cliché, appartenenti al genere.