Testimoni a rischio
Primo capitolo di una serie di quattro film televisivi che debutterà sulla HBO il prossimo novembre, Witness: Libya, evento speciale fuori concorso della 69° Mostra del Cinema di Venezia, documenta il coraggioso e significativo lavoro dei fotografi di guerra in alcune delle zone più pericolose del pianeta. Si parte appunto con la Libia - ma seguiranno Messico, Brasile e Sudan - con il ritorno nella zona di guerra da parte del fotografo Michael Christopher Brown a meno di un anno dall'uccisione di Gheddafi e a pochi mesi dal grave attacco subito il 20 aprile 2011 a Misurata.
Un attacco in cui Brown stesso rimase seriamente ferito e che fece enorme scalpore a livello internazionale a causa dell'uccisione di due due colleghi, l'americano Chris Hondros e il britannico Tim Hetherington, che solo poche settimane prima era stato nominato al premio Oscar per il bel documentario Restrepo. Brown ricorda con commozione i colleghi defunti e con shock i tragici avvenimenti di quel giorno, ma è lucidissimo nell'illustrare il cambiamento di un paese che pur avendo eliminato un tiranno è ancora molto lontano da potersi definire libero. Un paese che è passato dall'essere spaccato in due fazioni, ribelli e supporter del Rais, al vivere una situazione politica e sociale ben più complessa e sfaccettata ma non per questo meno pericolosa.
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Si tratta di una scelta vincente in primis perché permette così allo spettatore di capire davvero quanto sia rischioso, ma anche eccitante, il lavoro di questi coraggiosi fotografi; al tempo stesso è uno stile che, coadiuvato da un superbo lavoro di montaggio che non può non far pensare allo zampino del celebre produttore del film, trasforma un semplice documentario in un vero e proprio film di guerra, ricco di azione e pathos. E anche commozione nel ricordare coloro che hanno pagato con la vita la scelta di testimoniare gli orrori della guerra.
Movieplayer.it
3.0/5