Tessere l'amicizia
Se vi capita di guardare Barnyard - Il cortile, diretto da Steve Oedekerk, in una delle numerose scene divertenti del film il simpatico fattore viene "costretto" ad addormentarsi sotto un albero con un libro in mano dai suoi animali, per evitare che scopra la verità sul loro ludico e sfrenato stile di vita. Questo romanzo altri non è che La tela di Carlotta, un celebre racconto per bambini scritto da E.B. White (autore anche di Stuart Little e La voce del Cigno) e illustrato da Garth Williams, pubblicato per la prima volta nel 1952. Oggi il racconto viene tradotto in film nell'omonima pellicola diretta da Gary Winick, che esalta ancora di più i caratteri favolistici della storia: il maialino Wilbur viene adottato da Fern (Dakota Fanning) appena nato, ma nel momento in cui cresce e diventa impossibile per lui continuare a vivere in simbiosi con la padroncina, viene portato nella vicina fattoria degli Zuckerman, dove Fern può andarlo a trovare ogni volta che vuole. Ma la vita per Wilbur sarebbe comunque difficile nel suo nuovo ambiente, se non fosse per Carlotta, un ragno saggio e amorevole, che diventa un'inseparabile amica per il maialino. Peccato che un destino infausto lo attenda prima di Natale: finire come un qualsiasi maiale arrosto, pronto per essere servito durante i pranzi delle feste. Sarà proprio Carlotta, grazie alle sue eccezionali capacità e all'aiuto degli altri animali della stalla, oltre che di Fern, a tentare il tutto e per tutto pur di salvare la vita di Wilbur.
Presentato in anteprima alla nona edizione del Future Film Festival di Bologna - altro elemento in comune con il lungometraggio d'animazione Barnyard - La tela di Carlotta si presenta come una favola che, alternando live action, animatronica (una fusione perfetta tra tecnologia cibernetica e animazione virtuale applicata alla computer grafica), animazione computerizzata e animali veri (47 maiali diversi sono stati impiegati per incarnare Wilbur) supervisionati dagli addestratori, si rivolge in particolar modo a un pubblico di bambini, anche in virtù di una morale esplicita ed esibita che verte su messaggi quali amicizia, speranza, tolleranza e solidarietà, oltre che sull'ineluttabilità del cerchio della vita che non può prescindere dalla morte. Il tutto rafforzato da un'estetica che ha cercato di essere coerente con le descrizioni di E.B. White, le illustrazioni di Garth Williams e certi caratteristici scenari dell'America agricola (sebbene il film sia stato girato in Australia), come il granaio e le fiere paesane conferendo alla pellicola un tocco di nostalgia retrò e senza tempo. Difficile, comunque, che La tela di Carlotta possa coinvolgere appieno uno spettatore adulto, considerando lo schematismo dei valori in campo e la prevedibilità di fondo della trama.
Chi scrive vi consiglia poi di vedere il film in versione originale, perché certamente le voci dei doppiatori rappresentano una delle note più positive. In particolare, spicca il lavoro di Julia Robertssu Carlotta e quello di Steve Buscemi sul personaggio meno 'buonista', il topo Templeton. Divertenti anche i siparietti tra i due corvi Brooks e Elwyn, le cui voci appartengono rispettivamente a Thomas Haden Church e ad André Benjamin. Ma altre voci famose compaiono nel film: Oprah Winfrey (l'oca Gussy), il premio Oscar Kathy Bates (la mucca Bitsy), John Cleese (la pecora Samuel) e perfino Robert Redford (il cavallo Ike). Oltre al suggestivo accompagnamento musicale del sempre grande Danny Elfman, la realizzazione del ragno Carlotta - davvero efficace a livello visivo, soprattutto nelle ipnotiche sequenze in cui tesse le sue tele - costituisce forse il più riuscito elemento di fascino di questo adattamento che soffre un po' della mancanza di fantasia e di un impatto emotivo profondo.