Sono passati trentun anni da quando Terminator inaugurò la carriera vera e propria di James Cameron (dopo il mezzo passo falso di Piraña paura) e consacrò Arnold Schwarzenegger come star del cinema d'azione americano. Una saga che, come il personaggio di Schwarzenegger, continua a tornare sotto nuove sembianze, tra cinque lungometraggi cinematografici e una serie televisiva, Terminator: The Sarah Connor Chronicles. In onore dell'ennesima rinascita del franchise, Terminator: Genisys adesso in sala, rivisitiamo alcuni retroscena interessanti dello stesso.
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1. Genesi allucinante
Mentre era a Roma per lavorare a Piranha II, Cameron si ritrovò con una febbre piuttosto alta e fece un incubo, nel quale vide un corpo robotico emergere dalle fiamme. A partire da quest'idea nacque la sceneggiatura del primo Terminator, concepito come un film horror (fu solo durante le prime proiezioni che Cameron si rese conto di aver girato una pellicola d'azione). L'agente del regista trovò l'idea ridicola, e per questo venne licenziato. La produttrice Gale Anne Hurd, invece, si dimostrò talmente interessata che Cameron le vendette i diritti per un solo dollaro, a patto che gli venisse affidata la regia (questo portò al rifiuto della Paramount, successivamente coinvolta nel franchise per la distribuzione di Genisys).
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2. Questioni di casting
Per convincere la Orion Pictures del potenziale del progetto, Cameron si presentò all'incontro con l'amico Lance Henriksen, il quale era stato incaricato di comportarsi come il Terminator. Questo stratagemma ebbe l'effetto desiderato, poiché la Orion diede il via libera al film (nel quale Henriksen finì per interpretare il poliziotto Hal Vukovich). Per la parte del cyborg venne fatto il nome di O.J. Simpson, scartato da Cameron perché non lo riteneva credibile nel ruolo di un assassino (!), mentre Schwarzenegger venne proposto per il ruolo di Kyle Reese. Il regista, contrario all'idea, accettò comunque di incontrare l'attore austriaco, pensando di dover inscenare una lite per evitare di scritturarlo. Invece andò talmente d'accordo con Schwarzenegger che non solo riscrisse la parte del Terminator per lui, ma posticipò anche l'inizio delle riprese poiché Arnold doveva prima girare Conan il distruttore (durante questo periodo, Cameron - desideroso di lavorare - scrisse la sceneggiatura di Aliens - Scontro finale).
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3. Harlan Ellison
Dopo aver visto il primo film della saga, lo scrittore di fantascienza Harlan Ellison, tristemente noto per la sua abitudine di fare causa a tutto e tutti, accusò Cameron di plagio, sostenendo che la premessa della pellicola fosse un rifacimento non autorizzato di due episodi di The Outer Limits scritti dallo stesso Ellison. La Orion decise di patteggiare, spiegando a Cameron - il quale ancora oggi ritiene che quella decisione fu un errore - che in caso di sconfitta in tribunale il regista avrebbe dovuto pagare le spese legali di tasca propria. Per questo motivo le copie attuali del primo episodio contengono, nei titoli di coda, una menzione delle opere di Ellison. Lo scrittore è poi tornato a far parte del franchise in un altro modo: Josh Friedman, creatore di The Sarah Connor Chronicles, diede il cognome Ellison all'agente dell'FBI che dà la caccia alla protagonista.
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4. "Io giuro di non uccidere nessuno"
La decisione di rendere il Terminator di Schwarzenegger un eroe nel secondo capitolo fu dovuta in parte all'attore stesso, il quale, essendo divenuto padre da poco, dichiarò di non voler più interpretare cattivi al cinema (promessa sostanzialmente mantenuta, escludendo il Mr. Freeze di Batman & Robin e il cameo del Terminator cattivo in ulteriori sequel). Per legge del contrappasso, si pensò inizialmente di affidare la parte del T-1000 a Michael Biehn, interprete di Kyle Reese nel primo episodio, ma l'idea fu scartata per evitare di confondere le idee agli spettatori. Questo scambio di ruoli per Schwarzenegger segnò anche l'inizio di una pessima abitudine del marketing per quanto concerne questo franchise: la presenza di spoiler nei trailer. Dopo aver svelato che nel secondo episodio Arnold era dalla parte dei buoni, hanno anche rovinato la sorpresa per quanto concerne il personaggio di Sam Worthington in Terminator Salvation e il ruolo di John Connor in Terminator: Genisys.
5. "I'll be back"
La battuta più celebre di Schwarzenegger ha rischiato di esistere in altre due versioni, entrambe meno iconiche di quella definitiva. Inizialmente era "I'll come back", poi l'attore suggerì di cambiare la seconda versione in "I will come back", poiché secondo lui il cyborg dovrebbe parlare un inglese grammaticalmente corretto (anticipando il personaggio di Data in Star Trek: The Next Generation). Cameron, a quanto pare, gli rispose: "Io non ti dico come devi recitare, quindi tu non dirmi come devo scrivere." La frase è pronunciata da Schwarzenegger in tutti i film in cui appare, escluso Terminator 3 (dove dice però "She'll be back"), mentre in Salvation la dice John Connor, interpretato da Christian Bale.
La battuta è stata inserita al 37° posto nella classifica delle cento migliori citazioni cinematografiche di sempre votate dall'American Film Institite. Ha anche generato un'infinità di parodie, tra cui un running gag in The Office in cui Michael Scott cita Arnold con un accento esageratamente austriaco, sebbene Terminator sia uno dei pochi film in cui Schwarzenegger fa del suo meglio per nascondere le sue radici germaniche.