"Il mio Torino Film Festival nasce dal rigore della passione, è alimentato dalla generosità e dal nostro sguardo appassionato, dalla voglia di condivisione di un amore per il cinema, dalla voglia di 'infettare' con questo amore tutti gli spettatori curiosi che accorreranno". Così il direttore del Torino Film Festival Gianni Amelio, ha presentato oggi la 27ma edizione della kermesse ereditata dall'amico e collega Nanni Moretti, annunciando la grande e variegata offerta di film nel programma, la presenza di nomi illustri come quello di Francis Ford Coppola ed Emir Kusturica, il ritorno dopo tre anni dei film italiani in concorso e fuori, tante anteprime mondiali e nazionali, completamente rinnovate le sezioni, due importanti retrospettive e due nuovi importanti riconoscimenti.
La giuria internazionale è capitanata da Sandro Petraglia e composta tra gli altri da Anna Biller, regista indipendente statunitense già presente a Torino 2007 con Viva, da Rui Nogueira critico francese dei Cahiers du Cinema autore dell'importante libro-intervista su Melville, da Maya Sansa attrice lanciata da Bellocchio protagonista di diversi film italiani di successo come La meglio gioventù di Mazzacurati e in ultima battuta dal regista ungherese Gyorgy Szomjas. "Una giuria di pochi e validi elementi e realmente rappresentativa di tante culture sparse per l'Europa e nel mondo" - ha dichiarato Amelio in tono divertito - "l'esperienza da giurato mi insegna che quando si è in tanti è molto più difficile mettersi d'accordo".
Come sempre incentrato sul cinema giovane e innovativo il TFF si rivolge principalmente alla ricerca di talenti che possano portare una ventata di aria nuova nel difficile contesto del cinema indipendente internazionale, senza preclusioni di generi e di linguaggi, aperta per la prima volta anche ai documentari. Sedici i titoli in concorso in rappresentanza di tredici paesi diversi con una supremazia di Usa e Italia, quest'ultima presente con La bocca del lupo di Pietro Marcello e Santina di Gioberto Pignatelli, due film di grande interesse che potrebbero riservare grosse novità dal punto di vista visivo e stilistico. "Credo che il numero dei film in concorso sia consono per un festival come quello torinese che ha una platea curiosa e particolare, diversa da quelle degli altri festival italiani" - ha dichiarato Amelio in risposta alla provocazione di aver dato vita ad un festival onnivoro e numericamente affollato in controtendenza rispetto agli altri festival italiani che nelle ultime edizioni hanno invece optato per uno snellimento del programma - "è inevitabile avere un certo numero di film in concorso se si vuole ottenere una rappresentanza di tante cinematografie diverse ma questo non è sinonimo di avere troppa carne al fuoco, sono molto contento della selezione fatta insieme ai miei colleghi, non siamo stati di bocca buona abbiamo molto curato la selezione".La vera innovazione sta nel fatto che se si osservano i sedici lungometraggi si può vedere che metà di essi sono realizzati in digitale e metà in pellicola tradizionale. "Ci sono film che acquistano fascino e significato proprio grazie all'uso del cinemascope e film che hanno la loro forza in altre cose, nessuna porta dev'essere chiusa, il cinema ha bisogno di sguardi nuovi" - ha dichiarato il direttore del festival - "sarebbe un errore micidiale fare delle preclusioni tecniche di questo genere, sono due realtà e due modi di fare arte che devono assolutamente convivere in quanto sono le due anime del cinema che il Torino Film Festival ha fuso in una sola. Non è importante come realizzi l'immagine ma quel che metti dentro l'immagine".
Rispetto alle kermesse di Roma e Venezia dunque Torino si dichiara come un'alternativa rivolta a chi il cinema lo vede come scoperta e come voglia di aprirsi a nuovi orizzonti: "E' sempre entusiasmante quando si apre una nuova strada rispetto a quelle che si percorrono di solito, credo che il TFF in questo senso sia diverso da tutti gli altri festival, anche grazie al lavoro del mio predecessore Nanni Moretti che ringrazio, un festival più creativo, dotato di grande personalità e di un'identità che non è scalfibile da nessun altra manifestazione nazionale" - ha affermato con convinzione Gianni Amelio anche a nome dei suoi collaboratori - "io non mi spavento quando nascono festival nuovi, mi spavento quando non nascono film nuovi, questo si che sarebbe davvero terribile, i festival in Italia sono tanti e animati tutti da grande ambizione e buona volontà, ma quando c'è concorrenza è sempre un bene, anche se è ovvio che rispetto alle grandi manifestazioni come Roma e Venezia siamo sempre un pochino penalizzati".
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Tra le novità volute dal neodirettore Gianni Amelio un nuovo riconoscimento speciale, il Gran Premio Torino, che intende omaggiare quei registi, giovani o meno giovani, che hanno lasciato tracce importanti nell'arricchimento del linguaggio cinematografico e che hanno contribuito al suo rinnovamento. Questo primo riconoscimento nuovo sarà consegnato nel corso della serata di chiusura del Festival a Emir Kusturica e ad una società di produzione, l'American Zoetrope di Francis Ford Coppola, che si è distinta secondo Amelio non solo per la qualità dei film prodotti in tanti anni ma anche nelle tecniche di trasformazione dei materiali cinematografici. Il grande regista sarà presente a Torino anche per presentare in anteprima nazionale il suo nuovo film Segreti di Famiglia, in uscita il 20 novembre nelle sale, un melodramma personalissimo in b/n con sprazzi di colore che omaggia Scarpette Rosse e Rusty il Selvaggio, film che in occasione del premio consegnato a Coppola verranno da egli stesso introdotti e poi proiettati nella serata a lui dedicata. "Non è il solito premio alla carriera che si da quando la si considera giunta al termine" - ha tenuto a precisare Amelio - "ero giurato a Cannes quando fu premiato Underground e ricordo ancora la grande emozione che provai nel vederlo, la stessa che proverò nel rivedere la versione integrale televisiva che ne fu realizzata successivamente mai edita in Italia della durata di quasi 7 ore".
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Tornano le sezioni Italiana.doc, concorso di lungometraggi documentari italiani inediti che in questi anni ha lanciato la carriera di diversi cineasti nostrani, Italiana.Corti riservata ai cortometraggi, cui si aggiunge la nuovissima sezione Figli e Amanti, fortemente voluta da Amelio che omaggia sei importanti registi italiani - Sorrentino, Garrone, Bellocchio, Martone, Zanasi e Ferrario - di diverse generazioni e che nelle loro carriere hanno seguito stili e tematiche diverse, ai quali è stato chiesto di scegliere un film del passato che è stato fondamentale per la nascita della loro ispirazione e della loro voglia di diventare cineasti. Dopo la proiezione del film scelto, ognuno di loro racconterà al pubblico del festival il legame che ha con questa opera e con il suo autore.
In ultima battuta poniamo l'attenzione sulle due importanti retrospettive che il TFF ha deciso di regalare al suo esigente pubblico, quella sul cineasta giapponese Nagisa Oshima, che Amelio ha definito come la più completa e approfondita mai realizzata al mondo e che sarà presentata a Torino dall'attrice Charlotte Rampling che sostituirà il regista impossibilitato a partecipare, e quella su Nicholas Ray autore fondamentale nel passaggio dal cinema classico alla Hollywood commerciale che è stato molto importante per le vecchie generazioni, autore di film culto come Gioventù bruciata e La donna del bandito.