Un finale aperto. Anzi, apertissimo. Chi ha rapito, davvero, i figli di Pietro e di Elena? Questa la domanda che aleggia attorno a Svaniti nella notte di Renato De Maria, film Netflix nonché remake dell'argentino Séptimo, uscito nel 2013. Protagonisti Riccardo Scamarcio e Annabelle Wallis, coppia scoppiata genitori di due bambini. Ciò che resta del titolo, costruito seguendo le regole della tensione, è proprio il percorso di Pietro alias Scamarcio. Un percorso che cattura l'attenzione, rimpallando personaggi e situazioni, verso una rivelazione che non potevamo immaginare. O, almeno, non potevamo immaginarla così strutturata.
Ora, proviamo rivedere il film concentrandoci sul finale, emblematico nella sua ricerca di spiegazione. La trama di Svaniti nella notte si concentra infatti sul fallimento di Pietro. Il sogno di aprire una masseria in Puglia si infrange, indebitandosi fino al collo. Non solo, un crollo che ha fatto implodere anche il matrimonio con Elena, dottoressa americana. La donna, tornata in America, affida momentaneamente i figli all'ex marito, in attesa che vengano firmate le carte per l'affidamento. Lui vorrebbe tenerli in Puglia, lei vorrebbe portarli con sé a New York. Peccato che durante una notte, i due bambini vengono rapiti. Chi sarà stato?
Svaniti nella notte: chi ha rapito i bambini?
Il primo pensiero, complice una sospetta telefonata, ricade su chi ha prestato i soldi a Pietro: rivogliono centocinquanta mila euro sull'unghia, entro pochi giorni. Elena, tornata in fretta e in furia, consiglia a Pietro di chiedere aiuto a Nicola (Massimiliano Gallo), vecchio amico traffichino. I soldi non sono un problema, ma prima Pietro, sempre più disperato, deve svolgere un lavoro: arrivare in Grecia, caricare la barca di droga, e tornare in Italia. Costretto ad accettare, si imbarca per un viaggio pericoloso, portando a compimento la missione.
Qui, il colpo ad effetto di Svaniti nella notte. Tornato a Bari, e recuperato il borsone con i soldi a casa di Pietro, Nicola ritrova a casa della moglie i due bambini, tranquilli e sereni, riuniti per la colazione. Pare che nulla sia accaduto, e anzi loro stessi negano sia successo qualcosa di strano.
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Il finale spiegato
Cosa è successo davvero? Pietro si è immaginato tutto, oppure è impazzito? Elena lo caccia di casa, intimandolo di non avvicinarsi più né a lei né ai loro figli. In questa scena, il plot twist ideato dagli sceneggiatori, Patxi Amezcua, Alejo Flah, Francesca Marciano e Luca Infascelli, che chiaramente si rifanno ad un'idea non originale (e infatti Amezcua e Flah sono gli stessi di Séptimo). Mentre Nicola confessa ciò che ha fatto, Elena lo registra segretamente, mettendolo spalle al muro: non può più ottenere la custodia dei figli. Qualcosa però non torna, e infatti Pietro trova nel water della sua casa l'involucro di un potente oppioide. Elena ha un passato da dipendenza da farmaci, e dunque il quadro, nella mente dell'uomo, comincia a delinearsi: la donna non è mai partita la notte del rapimento, e anzi è stata lei a drogare i figli, portandoli al sicuro a casa.
Con uno stratagemma, Pietro si reca all'aeroporto, mettendo alle strette l'ex moglie. Lei confessa, chiarisce che la missione in Grecia non faceva parte del piano, e che non avrebbe mai fatto del male ai loro figli. Insomma, cercava una soluzione allo stallo della loro situazione coniugale, senza scendere a compromessi. Pietro non la denuncia, ma vuole con sé i figli, anche perché le tracce dell'oppiaceo restano nel sangue al lungo. Quale giudice affiderebbe dei bambini ad un madre che ha somministrato loro un farmaco tanto potente? Pietro lascia Elena all'imbarco del volo, tornando a casa con i figli. Comunica al creditore di aver con sé la cifra pattuita, e chiude i conti. Ma è nel finale che Svaniti nella notte sferza un altro colpo di scena: mentre l'uomo osserva una foto di famiglia, specchio di un lontano passato, sullo sfondo si vede sfocata la figura di Elena. Non ha preso l'aereo, ma è tornata da lui. Per restare, o per provare, di nuovo, a portare via i figli? A questo non c'è riposta: sta a voi immaginare i suoi presupposti.