Lo sciopero di Hollywood, le origini italiane, la famiglia, l'amore per il cinema e un pizzico di vanità femminile. Susan Sarandon, ospite speciale del Lucca Film Festival 2023, si è concessa al pubblico lucchese in una serie di incontri ufficiali, ma i più fortunati l'hanno potuta avvistare mentre mangiava un gelato, visitava librerie o scorrazzava su e giù per la Garfagnana facendo incetta di centrini, la sua passione (a quanto pare). Abbottonatissima sui suoi prossimi progetti per via dello sciopero degli attori, l'attrice ha però anticipato che negli USA la attende subito un nuovo lavoro, una commedia al femminile con Bette Midler e Megan Mullally, prodotta da una compagnia che rispetta le regole imposte dal sindacato.
"Gli studios, invece, non vogliono trattare perché sono avidi" dichiara senza mezzi termini. "Lavoriamo con un contratto di trent'anni fa, che non riflette i cambiamenti del business. Negli USA l'assistenza sanitaria te la pagano i sindacati, l'azienda per cui lavori oppure devi fare un'assicurazione privata. Non esiste un sistema sanitario pubblico quindi per gli attori è essenziale essere iscritti a un sindacato, ma per accedervi devi aver incassato 26.000 dollari l'anno. Adesso è il momento di cambiare queste cose".
Il dialogo col pubblico
Un premio Oscar come miglior attrice protagonista per Dead Man Walking, tanti ruoli indimenticabili, Susan Sarandon è una delle attrici più apprezzate. Da Bull Durham a Thelma & Louise, da Piccole donne all'irriverente The Rocky Horror Pictures Show, tante sono le pellicole che hanno contribuito a forgiare una carriera memorabile. "Ma se dovessi scegliere il film a cui sono più affezionata non riuscirei, è come scegliere a quale figlio vuoi più bene" ammette. "Ci sono film per cui mi sono maggiormente impegnata come Dead Man Walking, che ha avuto una produzione difficoltosa, ma per me la cosa più bella del fare cinema è riuscire a percepire ciò che il film ha dato al pubblico. Quando lavori a teatro il feedback è immediato, quando fai un film non sai cosa accadrà. Molte persone mi hanno confessato che il Rocky Horror è stato importante per fare coming out, dopo Thelma & Louise una persona ha trovato il coraggio di andarsene di casa".
E pensare che Susan Sarandon non aveva mai sognato di fare cinema, ma ha aiutato l'allora marito Chris Sarandon, sposato quando ancora frequentava il college, a sostenere un'audizione a New York. "Avevo tanti debiti da saldare così ho iniziato a fare provini e sono stata scelta. Ho fatto una soap opera, ho imparato a lavorare con le telecamere, poi sono stata a Broadaway. La mia storia dimostra che chiunque può diventare un attore". Pensando alle motivazioni che la spingono a continuare a lavorare a pieno ritmo anche oggi che ha 76 anni, l'attrice paragona ogni nuovo film a un "viaggio verso l'ovest per cercare l'oro. Ogni set è come una tribù, l'arrivo del viaggio sarà sempre diverso da quello a cui avevi pensato, ma la cosa che amo di più è lavorare con persone diverse da me. Un'ottimo modo per apprendere la compassione e l'empatia".
I 70 anni di Susan Sarandon: la carriera della pasionaria di Hollywood in 10 tappe
Sognando il cinema italiano
E poi, naturalmente, c'è il legame con l'Italia, le origini siciliane e toscane e la figlia Eva, nata dall'unione col regista Franco Amurri, che ha fatto scoprire a Susan Sarandon tanti capolavori italiani, e gli sforzi per ottenere la cittadinanza ("Ho i documenti pronti, se qualcuno mi volesse aiutare..."). Anche il film che le ha fatto davvero scoprire cosa sia il cinema è italiano, si tratta de Il conformista di Bernardo Bertolucci, "che ho avuto la fortuna di incontrare quando stavo con Louis Malle. Di recente ho portato mio figlio Jack Henry a vederlo in versione restaurata e ne è rimasto estasiato. La bellezza delle immagini, l'uso della luce... questa non è tv ingrandita, è cinema, e mi ha reso orgogliosa di poter raccontare storie a mia volta. Il cinema ci mostra quello che abbiamo in comune e celebra le nostre differenze. Questo è ciò che lo rende magico, e gli italiani lo fanno così bene".
Una diva militante
Pensando alle differenze tra la Hollywood degli anni '70, quando ha iniziato a lavorare, e oggi, Susan Sarandon ammette di non poter dire molto. "Non ho mai vissuto a Hollywood, non vado spesso" ammette. "Non saprei come era negli anni '70, ma oggi c'è maggior controllo su tutto. Dominano gli studios e si fanno pochi film indipendenti. Anche la distribuzione è diversa. Non so se abbiamo persone a capo delle aziende che abbiano interesse a fare cinema o solo a usarlo come una merce per arricchirsi. Ma i film di Sorrentino o Tornatore non sono fatti da Amazon e si vede".
La posizione militante di Susan Sarandon e la scelta di esplicitare le sue idee politiche, negli anni le ha attirato un buon numero di detrattori, ma lei non si scompone: "Se tu difendi una causa rischi di diventare un bersaglio. Non chiedo agli altri di fare ciò che non si sentono. Oggi la lotta è diventata sempre più difficile, negli USA una nuova legge prevede che anche se sei seduto pacificamente a sentire un concerto o hai organizzato una raccolta fondi puoi essere additato come terrorista ed essere arrestato. Credo che abbiamo bisogno di famiglie che educhino i figli all'amore e al rispetto degli altri. E poi a scendere nelle strade e cambiare le cose".