"I bruchi crescendo diventano farfalla. Io no. Io sono un bruco". La recensione di Sul più bello, il film di Alice Filippi presentato ad Alice nella città, sezione indipendente della Festa di Roma, e in uscita il 21 ottobre per Eagle Pictures, comincia dalle parole dell'irresistibile Marta (Ludovica Francesconi). Nella prima scena del film l'avevamo vista da bambina giocare a un matrimonio con Zach Efron o David Beckham. Ora la ritroviamo a 19 anni. È lei a metterci in guardia: avete presente i film americani in cui una ragazza ha una malattia, ma nonostante questo è una strafiga e conquista il bello di turno? Ecco, Marta non è così. Ma ce la può fare. La sua vitalità, la sua energia, la sua ironia ci trascinano dentro la storia di Sul più bello, un film strepitoso che prende un classico della commedia romantica, quella dell'amore e della malattia - sulla scia di Tutta colpa delle stelle e Ad un metro da te - e lo ribalta completamente, con un'ironia degna di Marco Ponti (siamo a Torino, non a caso) e con il tono e i colori de Il favoloso mondo di Amèlie. È uno di quei film adolescenziali che gli americani sanno fare benissimo, solo che è fatto molto meglio. E non è un caso che Voltage Pictures, la responsabile del successo di After e After 2, si occuperà delle vendite internazionali del film, ed è la prima volta per un film italiano. Che, in seguito, sarà anche rilasciato su Amazon Prime Video. Questo per dire che lo vedranno in tutto il mondo. E noi che lo abbiamo visto per primi ve lo diciamo: ne vale davvero la pena.
La trama: Amore impossibile. O no?
Marta (Ludovica Francesconi) non è una ragazza bellissima. Non è alta, o formosa, o sensuale. Da quando è piccola soffre di una malattia rara ai polmoni, che di fatto le limita la vita. È però una ragazza piena di energia, entusiasmo. A 19 anni, lavora alla Coop dove è la voce degli annunci delle offerte speciali, che recita in modo personale e sensuale. Sogna l'amore e non accetta che nessuno le dica di accontentarsi: vuole puntare in alto, al più bello. Quando incontra Arturo (Giuseppe Maggio), alto, bello, ricco, sportivo, decide che è lui. È un'altra delusione in arrivo? Accanto a lei, a consolarla, ci sarebbero gli amici di una vita, Jacopo (Josef Gjura), che ha dedicato la sua vita all'eleganza, e Federica (Gaja Masciale), piccolo genio dei numeri. Entrambi sono gay, e per lei sono la famiglia che non ha mai avuto, avendo perso i genitori da piccola. Arturo avrebbe anche una fidanzata designata, Beatrice (Eleonora Gaggero). Ma in questo film le cose non sono quello che sembrano...
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Commedia romantica e drammatica, ma con ribaltamento
Teen dramedy, romanzo di formazione, commedia romantica con l'ostacolo della malattia: Sul più bello si muove all'interno di un genere ben codificato. Eppure lo smonta, lo svuota e lo riempie d'altro, lo colora e ne ribalta completamente le premesse. La protagonista non si piange mai addosso, anzi ha più energia e più vitalità di tutti gli altri. Non è mai rassegnata e insicura, anche nella sua condizione. È invece sfrontata, sfacciata, non tiene mai la lingua a posto. Ed è quella che prende l'iniziativa. In questa strana coppia che potrebbe innamorarsi, Marta e Arturo, è lei che dovrebbe essere la più insicura, ed è invece lei che prende in mano il gioco, che conduce le danze. Un altro ribaltamento è questione di genere. Abbiamo visto spesso, nelle commedie romantiche, un ragazzo meno avvenente riuscire a conquistare la bellona di turno. Ma mai fare lo stesso a una ragazza: che potesse riuscire nell'impresa grazie alla personalità, all'ironia, alla sua carica è qualcosa che alla donna finora era negato. È un aspetto molto importante, che rende molto attuale il film.
Un gioiello vintage pop, con i colori de Il favoloso mondo di Amèlie
Sul più bello è un film attuale che si muove tra antico e moderno, tra vintage e contemporaneo: i dischi in vinile accanto ai tablet, i vecchi zainetti Invicta accanto a Tinder e ai social media. Il film di Alice Filippi è un gioiello "vintage pop". Che ammanta una storia già forte con i toni e i colori (oltre all'uso delle musiche) de Il favoloso mondo di Amélie; i rossi e i verdi laccati e carichi, una patina dorata che ricopre tutto e lo rende incantato, favoloso (e, se chiederete il fucsia, fucsia sarà...). Ma non toglie al film quel pizzico di acido, di scorretto, di ironico che lo rende molto reale. E quindi vibrante, emotivo ed emozionante. Siate adulti o adolescenti, uomini o donne, è impossibile non identificarsi in Marta, né non innamorarsi di lei. A proposito del classico di Jean-Pierre Jeunet, evidentemente a vent'anni di distanza ha lasciato ancora il segno (anche la pubblicità del Mulino Bianco di Gabriele Mainetti lo cita apertamente). In ogni caso, il pubblico che vedrà Sul più bello non avrà mai visto il film francese. E troverà tutto questo molto originale.
Sul più bello: il teaser trailer del teen dramedy di Alice Filippi
Ludovica Francesconi: bruttina? No, bellissima
Se Sul più bello è emozionante, il merito è di tanti aspetti. Alice Filippi ha scelto alla perfezione, prima di tutto, la sua protagonista. Ludovica Francesconi impersona Marta, una ragazza che dice di essere bruttina. Ma brutta non lo è affatto. È, ovviamente, sapientemente truccata e inquadrata, ma è anche in grado di sprigionare bellezza e sensualità. Due occhi bellissimi, grandi, spalancati di curiosità sul mondo. E una bocca sensuale, che sa aprirsi in segno di stupore, un sorriso malizioso e irresistibile. È una vera forza della natura, e potrebbe diventare un volto importante del nostro cinema, un volto non convenzionale, una sorta di Sally Hawkins italiana. Sono azzeccati anche tutti gli altri personaggi. Da Giuseppe Maggio, conosciuto come il Fiore di Baby, che dal dark della serie Netflix passa al pop di questo film. A Eleonora Gaggero (Sotto il sole di Riccione), bellezza "posh" ormai lanciata nel nostro cinema. A sorprendere sono anche due volti inediti, Josef Gjura, portamento elegante e sensibilità, e Gaja Masciale, occhi verdi e capelli rosso fuoco, un volto dove la bellezza nulla toglie all'empatia.
Da Pulp Fiction a Poison Ivy
D'altra parte Alice Filippi ha anche ben chiara la sua idea di cinema. Sa esattamente dove mettere la macchina da presa, ha un grande senso dell'inquadratura anche nelle scene apparentemente più semplici. Tra le tante inquadrature, ci è piaciuta particolarmente quella del confronto tra le due aspiranti ragazze di Arturo, Beatrice e Marta, in campo lungo, sotto un porticato, appoggiate entrambe a una colonna. Un po' una sorta di duello western, un po' un voler dimostrare il loro essere salde, due colonne, due persone molto decise. Anche se il loro confronto sarà in qualche modo sorprendente... La regista di Sul più bello sa anche essere pop, come abbiamo detto più volte. Guardate alla citazione di Pulp Fiction (il primissimo piano sulle labbra di Marta che si accostano al microfono come quelle di Mia Wallace/Uma Thurman) e di Batman & Robin(i capelli di Federica come quelli di Poison Ivy, ancora una volta Uma Thurman...).
Cenerentola non aspetta più il Principe Azzurro
Quella di Marta è una storia che rischia di doversi fermare, come dice il titolo, sul più bello. in fondo, accadeva così proprio a Cenerentola. Che, sul più bello, a mezzanotte, era costretta a interrompere il suo sogno. Ma il film di Alice Filippi ci dice che oggi i tempi sono cambiati. Sul più bello, che ci parla in modo nuovo di body-shaming, di diversità, di pregiudizio, ci insegna che oggi Cenerentola non deve aspettare che il Principe Azzurro la vada a cercare con la scarpetta di cristallo. Oggi Cenerentola può decidere di andare a cercarlo, di conquistarlo. Di scegliere, in ogni caso, cosa fare della sua vita.
Conclusioni
Nella recensione di Sul più bello vi abbiamo parlato di un film strepitoso che prende un classico della commedia romantica, quella dell'amore e della malattia - sulla scia di Tutta colpa delle stelle e Ad un metro da te - e lo ribalta completamente, con un'ironia degna di Marco Ponti e con il tono e i colori de Il favoloso mondo di Amèlie. È uno di quei film adolescenziali che gli americani sanno fare benissimo. Solo che è fatto molto meglio.
Perché ci piace
- Si muove all'interno di un genere ben codificato, il teen dramedy, ma lo smonta e ne ribalta completamente le premesse.
- Ammanta una storia già forte con i toni e i colori de Il favoloso mondo di Amélie.
- Ludovica Francesconi, esordiente, è una vera forza della natura.
- Ci parla in modo nuovo di body-shaming, di diversità, di pregiudizio.
Cosa non va
- A qualcuno il film potrebbe ricordare sin troppo quello di Jean-Pierre Jeunet.
- Potrebbe fare presa solo su un pubblico di adolescenti, ma anche gli adulti sapranno apprezzarlo.