Dall'epoca del suo debutto sulla HBO, nel giugno 2018, Succession ha accumulato una popolarità via via maggiore: merito di un fortunato passaparola fra il pubblico, degli elogi unanimi della critica e di un'ammirazione che, una puntata dopo l'altra, è andata trasformandosi in un entusiasmo sempre più fervido. Non stupisce pertanto che nel maggio scorso, a cinque anni di distanza dall'esordio, il finale di Succession sia stato accolto come uno degli eventi della serialità contemporanea: la struggente conclusione di una straordinaria saga familiare, che attraverso la sua corrosiva messa in scena del mondo dell'alta finanza ha saputo parlarci con tagliente lucidità del nostro tempo e delle sue contraddizioni. E a certificare l'ingresso di Succession nel canone della grande narrativa televisiva sono stati anche gli Emmy Award, i massimi riconoscimenti della TV americana, che finora hanno ricompensato il capolavoro di Jesse Armstrong con tredici statuette, fra cui gli Emmy come miglior serie drammatica nel 2020 e nel 2022.
Il prossimo settembre, la quarta stagione di Succession si presenterà agli Emmy 2023 con ben ventisette candidature, incluso un totale da record di quattordici nomination per i suoi interpreti: quattro attori protagonisti, cinque attori secondari e cinque guest star. Del resto alla radice del successo della serie, al di là degli sferzanti dialoghi firmati da Jesse Armstrong, c'è innanzitutto l'apporto di un cast formidabile, di cui vale la pena evidenziare i componenti di maggior spicco. Di seguito proviamo dunque a proporvi un'ideale classifica in ordine ascendente delle migliori interpretazioni della quarta stagione di Succession, elaborata a partire dai nove concorrenti in lizza agli Emmy di quest'anno nelle categorie principali; tenendo conto che, alla cerimonia in programma per il 18 settembre, alcuni di loro hanno ottime chance di aggiudicarsi l'ambito trofeo.
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9. Alan Ruck (Connor Roy)
L'ultima stagione di Succession è valsa la prima candidatura all'Emmy per Alan Ruck, che presta il volto al primogenito del clan dei Roy, Connor. Piuttosto lontano dall'intreccio di interessi legati alla Waystar RoyCo, Connor Roy è rimasto una figura abbastanza defilata rispetto alle rivalità familiari, e pertanto con uno spessore drammaturgico più sottile rispetto ai suoi fratelli-coltelli. Tuttavia, ad Alan Ruck è stata sufficiente una manciata di scene per delineare le discutibili ambizioni di Connor, che in questa stagione si lancia in una bislacca avventura politica in occasione delle elezioni presidenziali, con l'obiettivo di conquistarsi un posto alla Casa Bianca.
8. J. Smith-Cameron (Gerri Kellman)
Al contrario del 'neofita' Ruck, la sopraffina J. Smith-Cameron ha messo a segno la sua seconda nomination consecutiva come miglior attrice supporter per la parte di Gerri Kellman, consulente generale della Waystar RoyCo. Gerri, donna riflessiva e dall'affilata intelligenza, è stata una presenza fondamentale di Succession; in quest'ultima stagione, però, il suo ruolo è risultato un po' 'appannato', anche a causa della rottura dell'alleanza fra Gerri e Roman Roy, legati in passato da un'imprevedibile sintonia. Allontanata dalle "stanze del potere" proprio da Roman, Gerri Kellman non ha avuto molto spazio negli episodi finali della serie; ciò nonostante, la candidatura per J. Smith-Cameron non può che farci piacere.
7. Nicholas Braun (Greg Hirsch)
E quest'anno è alla sua seconda nomination consecutiva anche Nicholas Braun, impagabile interprete di Greg Hirsch, soprannominato "il cugino Greg". Fedele ai propri tratti distintivi, Greg ha proseguito la sua parabola nel microcosmo di privilegi della famiglia Roy, mantenendo la posizione di braccio destro di Tom Wambsgans, per quanto con fedeltà non così assoluta; e di rimando, Tom non ha mancato di esibire un malcelato disprezzo per il suo 'tirapiedi', arrivando addirittura ad aggredirlo nell'ultimo episodio. Con la sua lieve goffaggine e l'aria perennemente stralunata, Nicholas Braun ha continuato ad offrirci una performance in cui l'apparente ingenuità del personaggio convive con un marcato opportunismo: ed è ciò a rendere il cugino Greg una sorta di Zelig contemporaneo.
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6. Alexander Skarsgård (Lukas Matsson)
Candidato nel 2022 come miglior attore guest star, quest'anno il divo svedese Alexander Skarsgård è stato 'promosso' nella categoria degli attori supporter per il suo ritratto di Lukas Matsson, amministratore delegato del colosso mediatico GoJo e intenzionato a inglobare la Waystar RoyCo. Ancora una volta Skarsgård si immedesima perfettamente nei panni di un uomo del tutto a proprio agio nella posizione di potere che occupa, e la cui capacità di fascinazione, esercitata in particolare su Shiv, convive con un cinico machiavellismo. A mettere in massimo risalto la pacata spregiudicatezza di Matsson è l'episodio Lista nera, in cui l'antagonista interpretato da Alexander Skarsgård arriva allo scontro diretto con un furibondo Roman.
5. Brian Cox (Logan Roy)
Per qualsiasi delle precedenti stagioni di Succession, un'analoga classifica vedrebbe il veterano Brian Cox saldamente sul podio; ma come gli spettatori della serie ben sanno, nella quarta stagione il suo Logan Roy è presente soltanto nei due episodi iniziali, prima di una dipartita "fuori scena" nella puntata Le nozze di Connor. È pur vero che il resto della stagione è comunque segnato dall'ombra del patriarca dei Roy, la cui assenza pesa come un macigno sui rapporti fra gli altri personaggi; eppure, è innegabile che siano state le prime tre stagioni a rendere il magnate senza scrupoli di Succession un antieroe così memorabile. L'attore scozzese Brian Cox ha scelto comunque di concorrere ancora una volta fra gli attori protagonisti, aggiudicandosi la sua terza nomination all'Emmy nella suddetta categoria; ma pare difficile che quest'anno possa superare la concorrenza 'interna' dei suoi comprimari.
4. Matthew Macfadyen (Tom Wambsgans)
Tornando nella rosa dei candidati come miglior attore supporter, a far compagnia a Braun, Ruck e Skarsgård è il "campione in carica" della categoria: Matthew Macfadyen, alla sua terza nomination per il ruolo di Tom Wambsgans, che gli è valso l'Emmy Award un anno fa e che potrebbe portarlo addirittura ad aggiudicarsi una seconda statuetta. Dopo essersi guadagnato un posto di rilievo accanto al patriarca Logan Roy al termine della terza stagione, in questo capitolo finale l'ambiguo Tom è impegnato a destreggiarsi fra le lotte di potere per il controllo della Waystar RoyCo, specialmente dopo la morte di Logan, la prospettiva di un'alleanza con Lukas Matsson e i contrasti sempre più laceranti con la moglie Shiv. L'attore inglese è impeccabile nell'incarnare la sgradevolezza di Tom: servile e mellifluo con i potenti, ma pronto a scaricare le proprie frustrazioni sul suo braccio destro Greg. E a posizionare Matthew Macfadyen in prima fila per l'Emmy è soprattutto l'episodio Il party, in cui Tom e Shiv danno fuoco alle polveri in uno dei più rabbiosi confronti matrimoniali mai visti sul piccolo schermo.
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3. Jeremy Strong (Kendall Roy)
Mostruosamente ambizioso ma intimamente debole; incline a farsi avvolgere da un delirio di onnipotenza e incapace di concepire se stesso al di fuori del ruolo di leader: Kendall Roy, secondogenito di Logan e aspirante erede alla 'successione', è probabilmente la figura più tragica della serie, anche in virtù del fatto che i suoi sogni di gloria spesso si incagliano sull'inadeguatezza dell'uomo. E se Kendall è uno dei personaggi più incisivi della TV odierna, gran parte del merito è senz'altro dello strepitoso Jeremy Strong, che nel 2020 si è guadagnato l'Emmy Award come miglior attore per la seconda stagione della serie e quest'anno ha ottenuto la sua terza candidatura. E non è detto che non possa fare il bis, considerando l'intensità disperata esibita dal suo personaggio nell'episodio finale, Con gli occhi aperti, in cui Logan arriverà a sfiorare il trono paterno, prima di un clamoroso colpo di scena: una puntata in cui Jeremy Strong ci regala una delle migliori performance dell'annata.
2. Kieran Culkin (Roman Roy)
Se Jeremy Strong nei panni di Kendall Roy ha disegnato un indimenticabile antieroe, quest'anno a imporsi alla nostra attenzione almeno altrettanto spesso è stato però il fratello minore di Kendall, Roman Roy, al centro di un'evoluzione a tratti sorprendente: se finora Roman, con la sua ironia puntualmente fuori luogo, aveva proposto una rivisitazione dell'archetipo del fool, la quarta stagione ci ha mostrato diversi suoi lati inediti, a partire dalle fragilità che esplodono alla morte di Logan. E Kieran Culkin, candidato all'Emmy da protagonista dopo due nomination come miglior attore supporter, dà vita ad alcune delle scene più strazianti della serie, pur senza tradire la natura grottesca e irriverente del suo personaggio. Nella categoria per il miglior attore, difficile stabilire una gerarchia di merito fra lui e Strong; ma già solo il crollo emotivo di Roman mentre tenta di pronunciare l'elogio funebre del padre nell'episodio Chiesa e Stato basterebbe a far guadagnare a Kieran Culkin il trofeo come miglior attore.
1. Sarah Snook (Shiv Roy)
Se la gara per l'Emmy come miglior attore resta alquanto incerta, anche per la presenza di ben tre candidati (Cox, Culkin e Strong) dalle file del cast di Succession, nella competizione come miglior attrice sembra quasi scontato che, a ricevere un sacrosanto Emmy Award, sarà Sarah Snook, alla sua prima nomination in questa categoria dopo essere stata candidata per due volte come miglior attrice supporter. D'altra parte, la quarta stagione di Succession è stata dominata da Shiv Roy, la sorella minore del clan, costretta a sostenere delle sfide che hanno messo a dura prova la sua proverbiale compostezza e ci hanno rivelato alcuni nuovi aspetti della donna: il dolore per la scomparsa di un padre da cui non si era mai sentita davvero apprezzata; la crescente insofferenza per il marito Tom Wambsgans, che si tramuterà in un'ondata di disprezzo; il senso di ingiustizia nel vedersi perennemente scavalcata da Kendall e Roman e l'indignazione per il comportamento dei fratelli nel corso dello spoglio elettorale nella puntata L'America decide; fino all'amalgama di sentimenti contrastanti che renderà Shiv una "scheggia impazzita" nell'epilogo della serie. Un ventaglio di emozioni espresse da Sarah Snook con un pathos vibrante, ma all'occorrenza pure facendo leva sui non detti e sulle sfumature: insomma, a nostro avviso è proprio lei la most valuable player in un cast di attori fenomenali.
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