Storia di una missionaria
Joel Schumacher ci racconta la storia di Veronica Guerin (Cate Blanchett), giornalista irlandese che si battè contro gli spacciatori di eroina che uccidevano migliaia di persone (tra cui moltissimi giovani e giovanissimi) con la loro "merce sporca". Il regista affronta questo film con l'intento di rendere omaggio al coraggio di questa donna che si è scagliata contro uno dei grandi mali della società, a dispetto di tutto e di tutti, mettendo a repentaglio anche la proprio sicurezza e quella dei propri cari.
Schumacher ha così in mano un ottimo materiale, sentimentale, commovente, a tratti ansiogeno. Peccato che però sbagli subito l'impostazione del film.
Per quando infatti quest'opera si basi su di una storia vera, e quindi risaputa, Schumacher commette un errore nel mettere subito in scena l'assassinio della Guerin. Questo porta ad alcuni momenti di stasi e di perdita della tensione narrativa.
L'autore prova quindi a contrastare questi segmenti di stanca con una regia forse troppo movimentata, a momenti psicolabile, con un forte uso di telecamere a spalla e soggettive, cosa che però dopo poco causa una forte noia e un leggero senso di mal di mare.
Quando però si limita a una regia più semplice (anche se mai banale), il film acquista un'altra marcia, rendendo anche meno "novelizzata" questa vicenda drammatica, con un atto di rispetto che è dovuto.
La sceneggiatura si segue bene, appassiona e il personaggio di Veronica è tratteggiato molto bene, interpretato magnificamente da Cate Blanchett.
E' lei infatti il punto di forza di tutta quest'opera. Solare, combattiva e molto credibile, la Blanchett fa un ottimo lavoro e riempie di luce questa vicenda drammatica.
La pellicola si conclude con un finale molto commovente, che rende onore alla memoria di questa donna straordinaria. Il tutto è accompagnato da belle musiche irlandesi. Il tutto strappa non poche lacrime di commozione, ma dà da pensare però che questa donna sia riuscita a far cambiare così tanto più con la sua morte che con la sua vita.
Il risultato è un film interessante, anche se imperfetto in molte parti, ma che comunque si merita un'ampia sufficienza.