Storia di un 'normale' supereroe
Il vasto, inesauribile universo dei supereroi è ormai popolato da ogni genere di creatura, dotata dei più straordinari poteri o, in mancanza di essi, di una particolare intelligenza o abilità di combattimento: c'è chi si allunga, chi può rendersi invisibile, chi ha il potere di rigenerarsi, di viaggiare nel tempo, di controllare la forma e il movimento dei metalli. C'è persino chi è giunto sulla terra da un'altra dimensione, eppure un supereroe che, tra le sue abilità, può annoverare il Super Latrato non lo avevamo ancora visto. Naturalmente un siffatto essere non può che appartenere alla specie canina: si tratta infatti di un simpatico cucciolo, Bolt, la cui missione è quella di proteggere l'amata padroncina Penny da una temibile organizzazione criminale capeggiata dal malvagio Dottor Calico, meglio conosciuto come "l'uomo dall'occhio verde", responsabile, tra le altre cose, del rapimento del di lei padre. La titanica lotta tra i due beniamini e i famigerati antagonisti prosegue da tempo senza esclusione di colpi, in un instabile equilibrio che permette da una parte a Bolt di sfoderare con sempre più padronanza le sue strabilianti abilità, e dall'altro ai cattivi di escogitare ogni volta nuove rocambolesche maniere di farla franca.
Sembra proprio la trama di un film, vero? Eppure, dopo le prime scene, si scoprirà che questa non è affatto la trama del film Bolt - Un eroe a quattro zampe, prodotto dalla Disney per gli abitanti della Terra, ma quella del telefilm Bolt, ad uso e consumo degli abitanti del grande schermo, e che il protagonista a quattro zampe altro non è che un normalissimo cane che, insieme alla sua amica umana, fa sognare ad occhi aperti milioni di telespettatori. Anche se, per Bolt, la realtà è la stessa che avevamo immaginato nei primi minuti: è infatti convinto di possedere poteri strabilianti, che annoverano, oltre al già citato Super Latrato, anche una forza eccezionale e la possibilità di sciogliere il metallo con lo sguardo. Ci vorrà una serie di (s)fortunate coincidenze a fargli aprire gli occhi, seppur faticosamente, sulla realtà dei fatti: trasportato da Hollywood a New York per errore, catapultato in un mondo che crede essere lo stesso in cui Penny è stata rapita, ma che invece è quello in cui la produzione gli ha già trovato un sostituto onde non interrompere le riprese della serie, farà la conoscenza di una gatta randagia, Mittens, e di un criceto suo sfegatato fan, Rhino, insieme ai quali si farà strada nelle nuove problematiche, ma anche nelle bellezze, che la sua condizione di animale normale comporta. Scopriremo, insieme a Bolt, le difficoltà di chi, per la prima volta, deve fare i conti con la scomparsa delle certezze che avevano fatto da baluardo ad un'esistenza intera, e vivremo lo sconforto di chi non sa che direzione far prendere a quello che rimane della propria vita e di se stesso, aldilà delle illusioni a cui non può più aggrapparsi.

Piacevole ed interessante è anche l'ottica parodistica in cui è descritto il mondo dello star system, tra responsabili del network interessati solo all'audience, manager avvoltoi il cui arrivismo è fin troppo semplice da smascherare, per arrivare al prodotto vero e proprio, che per corrispondere alle logiche del mercato esaspera i propri contenuti fino al parossismo. La resa visiva della pellicola è senz'altro accattivante: da una parte il character design riesce a trasporre la credibilità della mimica facciale senza doversi ridurre ad una pedissequa copia della realtà, dall'altra le animazioni e gli effetti si assestano su livelli decisamente convincenti. Inoltre, il film sarà proiettato anche in 3-D, una strada che la Disney ha intenzione di percorrere anche con le proprie future produzioni.

Movieplayer.it
4.0/5