Dopo anni di preghiere affinché Dio gli conceda un figlio, Gioacchino riceve la visita dell'angelo Gabriele, che gli appare nel deserto per annunciargli che avrà una bambina, destinata a essere la madre del futuro Messia. In cambio, Gioacchino e sua moglie Anna dovranno far sì che la ragazza, che chiameranno Maria, dedichi completamente la sua vita al Signore.
In Storia di Maria, il regno nel frattempo deve fare i conti con la dittatura di Erode, che sta annunciando il progetto di ricostruzione del Secondo Tempio, mentre moti di ribellione si agitano tra le fasce più povere della popolazione. Anni dopo, ormai adolescente, Maria viene accolta al Tempio di Gerusalemme per iniziare la sua "missione divina". Un giorno mentre si trova al fiume a lavare i vestiti viene notata da Giuseppe, che si innamora di lei a la chiede in sposa. Sarà soltanto l'inizio di quella serie di eventi chiave che segnarono il corso del cristianesimo.
Storia di Maria: una vicenda conosciuta
Sin dal prologo il film diretto da D.J. Caruso sostiene come quella a cui andremo ad assistere sia la storia di Maria come non la conosciamo e non la abbiamo quindi mai vista prima, ma in realtà quella voce fuori è parzialmente menzognera, in quanto a conti fatti di novità non ve ne saranno molte nel corso delle quasi due ore di visione, che ripropongono le vicende relative alla nascita di Gesù con un approccio abbastanza classico e anzi inaspettatamente abbottonato nonostante le premesse.
D'altronde fin dal titolo l'operazione mette le cose in chiaro, con l'intento di accompagnare gli spettatori alla scoperta di colei che ha dato alla luce Gesù, qui dipinta come una ragazza piena di vita e di insicurezze, così come quel Giuseppe che - su suggerimento divino - si prepara a diventare il suo compagno. Peccato che i personaggi principali denotino una certa mancanza di profondità, aderendo semplicemente a suddetti archetipi senza particolare convinzione: su tutti uno sprecatissimo Anthony Hopkins, nei panni di Erode, troppo caricato e sui generis.
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Una questione di fede
Tralasciando almeno qui le polemiche, pur condivisibili, sulla scelta di affidare il ruolo principale a un'attrice israeliana - la pur ligia Noa Cohen - a non funzionare è proprio il film nel suo insieme, ben lontano da quell'immaginario epico che molti kolossal a tema del passato ci hanno offerto quando si affrontava tale contesto. Storia di Maria sembra ricordare, con più contro che pro, i numerosi sceneggiati televisivi a tema, che nel corso degli anni hanno ripercorso sul piccolo schermo la vita di varie figure bibliche di spicco.
In questa pellicola apparentemente realizzata per un pubblico figlio dello streaming, pronto a una visione a usa e getta anche quando si trattano argomenti così sensibili, credenti o meno che siano. E proprio nel loro non prendere una posizione netta, lontane da ambiguità ateistiche ma nemmeno mosse da un fervente spirito religioso, sceneggiatura e relativa messa in scena finiscono in uno stanco anonimato, decoroso a livello estetico ma mai pulsante di vita propria.
Nel profondo delle origini
D. J. Caruso, che ricordiamo soprattutto per l'hitchcockiano Disturbia (2007), sostiene di aver voluto umanizzare la vicenda di Maria, ma per rendere più terrena la vicenda avrebbe avuto bisogno di un quadro generale più complesso e sfaccettato: qui invece coloro che ruotano intorno alla protagonista sembrano cartonati privi di animo e la storia si carica di numerose forzature per arrivare a quegli step chiave che chiunque conosce, nascita di Gesù in primis (e qui davvero non abbiamo paura di fare spoiler).
Con quel gratuito contorno mistico affidato alle apparizioni estemporanee dell'Arcangelo Gabriele - che si improvvisa anche Cupido - e della sua subdola Nemesi, Storia di Maria ha preso spunto per la precisione dal Protovangelo di Giacomo, "adattato" senza particolare ispirazione in una confezione che si limita ad un mero compitino, senza nemmeno sfruttare appieno il fascino del contesto, con i paesaggi del Marocco a sostituire quei luoghi reali oggi teatro di sanguinosi conflitti, che certamente non hanno nulla di spirituale.
Conclusioni
Nonostante un voice-over iniziale a promettere un racconto ricco di nuove, inedite, sfumature, Storia di Maria non fa altro che ripercorrere con una certa staticità la vita di Maria di Nazareth, concentrandosi in particolar modo sulla sua adolescenza e giovinezza precedenti alla nascita di Gesù. Con uno spaesato Anthony Hopkins nei panni di un Erode altamente instabile, il racconto non ha il respiro epico dei grandi kolossal a tema, in un approccio che guarda più alla serialità nonostante la limitante durata inferiore alle due ore. Personaggi principali poco interessanti e un'atmosfera di costante attesa, non poi ripagata dalle scene madri e dai momenti clou, confezionano un film più anonimo del previsto, in grado di deludere sia atei che credenti per via della sua mancanza di personalità.
Perché ci piace
- Discreta ricostruzione storica.
Cosa non va
- Un cast poco ispirato e Anthony Hopkins quale Erode scult.
- Manca di emozioni.
- Promette spunti nuovi ma ricalca senza particolare originalità la vicenda che tutti conoscono.