La prima volta che abbiamo sentito parlare di Spider-Man: Lotus era il 2021, quando comparve in una campagna crowdfunding su IndieGoGo. Riuscì a conquistare velocemente l'interesse dei finanziatori di massa, raggiungendo la ragguardevole cifra di 112 mila dollari in pochi mesi e aprendo anche un'interessante questione mediatica sulla natura stessa del progetto. A due anni dal primo annuncio, il fan made movie co-scritto, diretto ed editato da Gavin J. Konop è infine approdato su Youtube in forma totalmente gratuita sul canale dello stesso filmmaker, accentrando nuovamente in queste calde giornate estive la curiosità degli appassionati di Spider-Man e catturando ovviamente l'attenzione della stampa specializzata.
Sono molte le domande che accompagnano questa controversa uscita, sia nel merito effettivo del progetto sia per l'impatto culturale che potrebbe avere oggi nel settore, in un mercato ancora dominato dai cinecomic e dai Marvel Studios - nonostante tutto - dove un gigantesco Golia viene apertamente stuzzicato da un piccolo Davide neanche così ingenuo come si potrebbe pensare.
Un fiore, tanti significati
Le due ispirazioni principali su cui è costruito Spider-Man: Lotus sono due tra le storia più apprezzate del Ragno: Spider-Man Blue di Jeph Loeb e Tim Sale e Il ragazzo che collezionava Spider-Man di Roger Stern. Il film di Konop unisce queste due muse per creare un titolo che vada oltre azione e spettacolarità, molto più a fondo nella psicologia di Peter e nella dicotomia uomo-supereroe. Il Lotus ha poi significati diversi, ma il primo e più significativo è probabilmente legato alla simbologia buddhista, dove il fiore di Loto rappresenta l'integrità del corpo e della parola ma anche l'elevazione spirituale di un virtuoso di cuore e di anima. Da questa semiotica religiosa nascono anche le figure del white lotus e del black lotus nello slang colloquiale americano: nel primo caso una persona profondamente ingenua e di fiducia, ai limiti del fastidioso; nel secondo l'esatto opposto. In ogni caso, riguarda carattere e intimità di un soggetto. In tal senso, il Lotus potrebbe essere utilizzato da Konop per descrivere i sentimenti contrastanti che sta vivendo Peter in uno dei momenti più bui della sua esistenza: la morte di Gwen Stacy per mano di Green Goblin, poi rivelatosi Norman Osborn, padre dell'amico di Peter, Harry.
Nel fan made film il regista guarda direttamente alla storia di Loeb in chiave sentimentale e come mezzo d'approfondimento umano, senza però disdegnare citazioni dirette ma rivisitate - ad esempio - alla visione di Sam Raimi, che comunque viene ibridata senza soluzione di continuità a quella di The Amazing Spider-Man. Strizza l'occhio, Konop, ma crea qualcosa di effettivamente personale e vicino ai fumetti, agli scritti formativi e drammatici che insieme ad altri e più di altri hanno cambiato il modo di vivere, leggere e concepire l'Uomo Ragno, soprattutto l'alter-ego Peter Parker. I guai che sta affrontando sono infatti di natura emotiva e psicologia, e qui c'è un altro utilizzo di Lotus, per la precisione come acronimo del parlato statunitense: Lots of Trouble Usally Serious, tanti problemi solitamente seri, principalmente dovuti ai sensi di colpa legati alla perdita del suo primo e grande amore e ai dubbi che impediscono al protagonista di tornare nei panni di Spider-Man, almeno fin quando non incontra Timothy Harrison, un suo piccolo grande fan che riuscirà a rimettere in prospettiva ruolo e responsabilità dell'Uomo-Ragno.
Più uomo che ragno
Un lungometraggio fan made discretamente realizzato, Spider-Man: Lotus, specie nella volontà di unire insieme due importanti racconti del personaggio per confezionare un film desideroso di scavare nel lato più umano del supereroe, mettendo da parte per fisiologia e concezione il Ragno nella sua forma più action e fantasiosa. Nella sua ora e quarantacinque di durata effettiva, Lotus mette in risalto i dubbi eroici e spirituali di Peter, inquadrando l'intero progetto su due binari narrativi ben allineati: l'elaborazione del lutto e l'accettazione di responsabilità in quanto eroe. A parte una mediocre sequenza d'azione contro Shocker e un paio di criminali, il fan made movie non tenta nemmeno per sbaglio di intraprendere un percorso da cui uscirebbe distrutto, incapace di sorreggere il peso di una regia di genere adeguata e anche il costo della stessa. Prova comunque a fare del suo meglio con il poco a suo disposizione con una CGI a metà tra videogioco e animazione digitale e strutturando ad esempio lo scontro contro Goblin con inquadrature studiate per rispondere all'esigenza più arty e cheap dell'opera, sfruttando primi piani, inquadrature strette e fotografia più scura e "tematicamente" dark (o depressiva, per citare sempre Blue di Loeb).
Manca d'intrattenimento e leggerezza e sfrutta il suo interminabile minutaggio per creare confronti spesso anche ridondanti e fin troppo sofferti, di maturità adolescenziale superficiale e priva di reale qualità dialogica nella maggior parte della situazioni su schermo. Konop è però un regista in erba che sa il fatto suo e che ama il virtuosismo d'immagine, inserendo di tanto in tanto scene oniriche o di ricordo in bianco e nero dove solo il costume di Spider-Man ha simbolicamente colore. Se la cava anche nel montaggio, a dirla tutta, riuscendo nello specifico a dare un taglio cinematografico pertinente al dramma, circondandolo di una certa e tragica epica che valorizza l'esperienza interpretativa degli attori, in parte ma non sempre credibili. Ottime invece le musiche composte dalla coppia Caleb Liu & Gladius, che nobilitano l'intero lavoro registico e di editing di Konop. C'è persino un po' d'italianità in Spider-Man: Lotus, per l'esattezza nei costumi (compreso quello di Spidey) creati da Alessio Lucchesi e Lorenzo Di Sante. Per paura e rispetto di un colosso come Marvel, comunque, il film specifica già in apertura l'assenza di alcuna affiliazione con l'etichetta e persino con Sony Pictures, dedicandolo alla fine a Stan Lee e Jack Kirby, "entrambi defunti ma ancora con noi".
La presa di posizione nasce dall'incerta natura del progetto, che in realtà nemmeno potrebbe esistere essendo stato finanziato in massa. La soluzione è stata quella di distribuirlo gratuitamente via Youtube, ma anche in questo caso Lotus potrebbe conquistare l'attenzione di molto pubblico occasionale, arrivando a confonderlo senza contesto con l'eventualità d'irritare Marvel per la spregiudicatezza dell'utilizzo e delle violazioni creative. Vada come vada, Spider-Man: Lotus risulta oggi una buona visione sull'umanità del supereroe con super problemi, certo per nulla innovativa e appesantita da un ritmo narrativo che evita qualsiasi grandiosità di genere per concentrarsi su ciò che vuole ma soprattutto può trattare. E in tal senso Davide fa appena il solletico a Golia.