Recensione Soldado: da Sollima un degno sequel di Sicario

La recensione di Soldado: il sequel di Sicario di Stefano Sollima è vibrante, adrenalinico e offre un ritratto dell'America (di Trump) per nulla rassicurante.

Soldado: Josh Brolin e Benicio Del Toro in una scena
Soldado: Josh Brolin e Benicio Del Toro in una scena

Fa un certo effetto scrivere questa recensione di Soldado e parlare di un regista italiano quale Stefano Sollima. Perché Sicario di Denis Villeneuve non era solo un ottimo film di genere, ma anche un perfetto e moderno racconto della frontiera americana. Il fatto che a dirigere questo altrettanto ottimo sequel sia stato un cineasta italiano, non solo rende merito all'indiscutibile talento di Sollima ma anche e soprattutto a quello straordinario sceneggiatore che è Taylor Sheridan: al suo quarto script, Hell or High Water e I segreti di Wind River gli altri due titoli, conferma una visione talmente lucida dell'attuale panorama politico e sociale statunitense da poterla condividere con estrema facilità e versatilità anche con un autore che proviene da un altro continente. E da tutt'altro background culturale.

E che Sollima sapesse girare, e bene, lo sapevamo già dai tempi di Gomorra - La Serie e il film Suburra. Ma che fosse in grado di realizzare un action movie di questo livello, con rimandi evidentissimi e voluti al cinema di Mann e della Bigelow (come d'altronde era già stato nel primo Sicario), è una piacevolissima sorpresa. Soldado è vibrante e adrenalinico proprio come ce lo aspettavamo, eppure riesce comunque a stupire proprio grazie ad alcuni piani sequenza mozzafiato che non fanno rimpiangere mai un regista del livello di Villeneuve.

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Sequel sì, copia no: una trama che espande un mondo che conosciamo

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Soldado: Josh Brolin e Benicio Del Toro in un momento del film

Eppure sappiamo tutti che non è facile realizzare un sequel, soprattutto quando si parla di un film che sembrava già aver raccontato tutto quello che c'era da dire sull'argomento. Sheridan non cade nella facile trappola del ripetersi, ma sceglie piuttosto di non proseguire in alcun modo la storia del primo film; più semplicemente sceglie di spostare la sua attenzione su altri temi, simili e coerenti a quelli di Sicario, ma comunque differenti. Se quindi nel primo film seguivamo le vicende di una giovane agente dell'FBI ai suoi primi incarichi, questa volta la trama di Soldado è incentrata sugli altri due protagonisti più maturi ed esperti: l'agente della CIA Matt Graver (Josh Brolin) e il misterioso e letale sicario colombiano Alejandro (Benicio del Toro).

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Soldado: una scena del film

Tutto prende inizio da un terribile attentato suicida sul suolo americano, ma ben presto la storia si sposta oltre il confine messicano, dove i cartelli della droga contrabbandano non più solo sostanze illegali ma anche terroristi. Per cercare di fermare tutto questo, Graver organizza un finto rapimento con lo scopo di causare una sanguinosa guerra tra i cartelli rivali e fare in modo che siano loro stessi a farsi fuori a vicenda. L'oggetto del rapimento è Isabel Reyes (Isabela Moner, futura Dora l'esploratrice nell'omonimo film live action in arrivo il prossimo anno), figlia adolescente di uno dei maggiori narcotrafficanti al mondo, e ovviamente il piano va come previsto.

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Cast che vince non si cambia... tranne la protagonista

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Soldado: Benicio Del Toro in un momento del film

Con Emily Blunt fuori dai giochi, spetta appunto alla giovanissima attrice il ruolo della pecorella indifesa in una terra di lupi, ma in poco tempo anche i due veterani si accorgeranno di trovarsi in una situazione ben più pericolosa di quanto previsto. Il bello di questo Soldado è proprio nel suo essere tesissimo dalla prima all'ultima scena: sai già che qualcosa di brutto sta per accadere da un momento all'altro, ma non sai cosa e come. Ogni personaggio è in pericolo, ogni personaggio è costantemente a rischio. E se la Moner è bravissima a tenere testa a due mostri sacri, l'alchimia tra Brolin e del Toro si conferma ancora una volta un elemento essenziale e vincente del film.

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Soldado: Catherine Keener in un momento del film

Poco spazio per un'altra grande interprete quale Catherine Keener, ma comunque il suo rimane un ruolo importantissimo per mantenere in perfetto equilibro gli aspetti action con quelli politici: se è vero che i cartelli messicani sono un nemico feroce, il governo USA esce da questo film come una figura altrettanto negativa e spregiudicata. Sarà forse vero, come dicono i critici americani, che in questo Soldado l'elemento action diventa preponderante rispetto al resto, ma ciò non toglie che il ritratto che Taylor Sheridan e Stefano Sollima ci danno dell'America (di Trump) non è affatto rassicurante. Ma assolutamente degno di essere raccontato, soprattutto in questo modo.

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4.0/5