Silo è una delle serie sci-fi distopiche di punta di Apple TV+, tanto che l'ha appena rinnovata per due stagioni, confermando anche che la quarta sarà l'ultima, andando così a concludere la storia che prende spunto dalla trilogia di romanzi di Hugh Howey. Operazioni come questa aiutano moltissimo gli showrunner a capo degli show perché possono pianificare per tempo il corso degli eventi e l'evoluzione delle dinamiche tra i personaggi, cercando di donare agli spettatore il miglior epilogo possibile. Abbiamo incontrato su Zoom l'ideatore Graham Yost per farci raccontare le reference nel creare il serial.
Silo 2: un meraviglioso intrigo
Negli ultimi anni è stato molto il successo per le storie segnate dalle cospirazioni, come quella della serie Apple TV+. Forse questo fenomeno ci dice qualcosa sulla nostra società. Dice Yost: "È divertente perché nella writers room parliamo di film cospirativi di 50 anni fa, quindi degli anni '70, come Perché un assassinio, I tre giorni del Condor, Tutti gli uomini del presidente che è stata una vera cospirazione storica, ed eccoci di nuovo lì. Sono in un certo senso senza tempo perché c'è spesso quella sensazione in noi del tipo 'Non ci hanno detto tutta la verità' su quel fatto".
Continua: "C'è molto che non è stato detto alle persone che vivono nel silo e nella seconda stagione Shirley prende il controllo e pretende che si dica ai livelli più bassi la verità, ispirata da Juliette. Questo porta alla ribellione che spaventa Bernard e i piani alti perché lui ha paura che le persone finiscano per portare alla morte della struttura. Quindi si tratta in fondo di una cospirazione con conseguenze molto chiare del tipo 'Se insistete a voler sapere tutta la verità, potreste ucciderci tutti'. Bernard ha le sue ragioni per le azioni terribili che compie nei nuovi episodi".
Silo 2, la recensione: una stagione transitoria per una serie comunque avvincente
Una, nessuna, centomila verità nella serie distopica
La seconda stagione parla dell'importanza di pensare con la propria testa. Coi social media tendiamo forse ad accomodare la massa piuttosto che a scegliere con la nostra mente. Dice lo showrunner: "Sono un osservatore politico come chiunque nel mondo di oggi e viviamo in tempi davvero strani e pericolosi. L'intelligenza artificiale può generare deep fake e non sappiamo più cosa sia vero e cosa no, a cosa dobbiamo credere. Fin da Platone c'è stato il desiderio di conoscere e scoprire la verità: viviamo in una caverna e vediamo solo dei riflessi del mondo reale? Cosa è reale? Hugh Howey ha scritto i libri perché stava viaggiando nei Caraibi e arrivò ad un porto dal quale vide Cuba in un modo in cui non era mai stata vista prima nella cultura americana".
Continua: "Se ti viene sempre presentata un'unica versione dei fatti tenderai a credere a quella. Ma la verità è molto più ampia e sfaccettata. Penso che quella storia rifletta proprio questo concetto. D'altro canto noi storyteller dobbiamo immergerci nei personaggi e porci delle domande. Cosa vogliono e perché lo vogliono? Cosa accade se non lo ottengono? Quali sono i conflitti e i desideri tra queste persone? Come possiamo vederli in maniera più completa, in modo che Bernard non sia solamente _il cattivo della situazione ma qualcuno che sta davvero pensando di salvare il Silo?
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La serie Apple TV+ come quella ABC per lo showrunner Graham Yost
C'era molto Lost nel ciclo inaugurale di Silo. Questo secondo raddoppia con l'introduzione del personaggio di Solo che ricorda Desmond e il suo dover premere ciclicamente quel bottone nella botola. C'è stato quel tipo di ispirazione oltre ai romanzi originari, come conferma il creatore: "Ho amato e visto quel serial dall'inizio alla fine e c'era _Make your own kind of music dei The Mamas and the Papas in sottofondo all'inizio della seconda stagione con l'arrivo del personaggio di Henry Ian Cusick. Noi con la new entry Steve Zahn abbiamo scelto Moon River di Andy Williams ed è un inaspettato needle drop". Si tratta del momento in cui una canzone preesistente e quindi non parte della colonna originale racconta perfettamente ciò che accade in una determinata sequenza.
Conclude: "C'era mistero nel passato di Desmond e lo stesso vale per Solo. La domanda che viene da chiedersi è: chi è e cosa ci fa lì? Le risposte arrivano nel corso della stagione. Inoltre la botola alla fine della prima stagione di Lost è uno dei più grandi cliffhanger nella storia della tv. È estremamente difficile replicare quel tipo di colpo di scena ma con la rivelazione dei tanti Silo alla fine del ciclo inaugurale abbiamo cercato almeno di andarci vicini. La serie ABC ci ha sempre guidato e quando vedrete l'episodio finale capirete che abbiamo fatto una scelta diversa per il nuovo epilogo ma che tenga sempre la curiosità accesa sulle prossime puntate". Non vediamo l'ora, appuntamento al 17 gennaio.