Gillian Flynn è la scrittrice che ha regalato ai suoi lettori, a David Fincher e a tutti noi una delle più rivoluzionarie e indimenticabili villain femminili dei tempi recenti: la Amy Elliott Dunne di L'amore bugiardo - Gone Girl, magnetica, astuta e assolutamente psicopatica. Con Amy, Flynn non ha soltanto messo una gran paura addosso ai maschi privilegiati, pigri e fedifraghi, ma ha anche sdoganato la malignità, l'egoismo e violenza femminile. Un passo necessario per l'affermazione di un femminismo contemporaneo che spezzi definitivamente gli stereotipi sulla natura amorevole e conciliante delle femmine, ma che si liberi anche dalle accuse di essere semplicemente l'inverso del maschilismo, ovvero di predicare la superiorità femminile.
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Le donne non sono migliori né peggiori degli uomini, possono essere altrettanto dotate, altrettanto fallibili, altrettanto ambigue. Una rappresentazione paritaria della violenza (senza nasconderci il fatto che, per ragioni culturali e antropologiche, in fatto di violenza e manipolazione i maschi sono storicamente in grosso vantaggio) è necessaria a mostrare le donne, finalmente, come persone, caratterizzate dalla stessa complessità psicologica ed emotiva dell'altro sesso. E della stessa disposizione ad essere sgradevoli, respingenti, pericolose.
I misteri di Wind Gap, Missouri
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E questo ci porta al sodalizio di Gillian Flynn con Marti Noxon, "colpevole", agli inizi inizio del nuovo millennio, di aver traviato Buffy - L'ammazzavampiri trasformandola in una anti-eroina traumatizzata, danneggiata, con una tendenza all'autodistruzione e al sesso selvaggio coi vampiri senz'anima, per questo Sharp Objects, serie prodotta da HBO e tratta dal primo romanzo della scrittrice del Missouri che andrà in onda il 17 Settembre su Sky Atlantic. La protagonista di Sharp Objects è una reporter che vive a St. Louis e che, secondo il suo editor, ha notevoli potenzialità inespresse e un gran bisogno di affrontare i suoi demoni a viso aperto, in barba alla sua evidente fragilità psicologica. Così la riluttante Camille finisce per tornare nella sua città d'origine, Wind Gap, per scrivere dell'atroce omicidio di un'adolescente e della sparizione di un'altra. La attendono, oltre alla possibilità concreta di fronteggiare un serial killer, la magione gotica della madre, affluente e orgogliosa southern belle interpretata dalla sontuosa Patricia Clarkson, il machismo ferito e il sessismo di sceriffo e detective sconcertati e impotenti di fronte al caso di cui si stanno occupando, una lunga serie di sospetti, alibi e false piste e soprattutto il suo passato - remoto e recente, che affiora attraverso associazioni, balugina in sensazioni e immagini semi-allucinatoria, producendo l'irresistibile impulso di cercare sollievo negli oggetti taglienti.
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Amazing Amy (Adams)
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Come è facile intuire da queste premesse, quello di Camille Preaker è un ruolo complesso e ricco di sfumature, e Adams non si lascia di certo scappare l'occasione per risplendere negli abiti scuri che nascondono e proteggono ma non riescono a soffocare la bellezza di Camille, per incarnare il cuore pulsante di un racconto che si sviluppa labirinticamente su più livelli temporali (da questo punto di vista Adams è ben supportata dalla giovane e talentuosa collega Sophia Lillis, la Bev Marsh di It).
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Le due autrici, gli altri sceneggiatori, e il sempre eccellente Jean-Marc Vallée, che dopo l'ottima esperienza con Big Little Lies - Piccole grandi bugie non ha esitato a sobbarcarsi l'impresa di curare la regia di un ciclo di otto episodi televisivo, punteggiano la storia di fantasmi, lampi, parole appena leggibili o quasi inudibili, eco e presenze disturbanti, e Amy Adams è la nostra guida in un territorio insidioso e conturbante in cui sarà un piacere insinuarsi - un piacere appena un po' morboso. Flynn è una scrittrice abrasiva e muscolare ma non sottile, Noxon una cesellatrice di dialoghi e un'indagatrice di menti fragili ma non (ancora) una visionaria, e tocca quindi a Vallée creare, attraverso le immagini e la musica, una dimensione emotiva sempre più avvolgente in cui lo spettatore possa perdersi per ritrovarsi nello sguardo sconfitto di Camille, tra una minibottiglia di Vodka, una vecchia canzone dei Led Zeppelin e ferite che continuano a sanguinare.
Movieplayer.it
4.0/5