La serialità ha fatto male al cinema. Lo ammettiamo senza mezzi termini nell'accingerci a presentarvi i sequel di film in arrivo di cui proprio non sentivamo la necessità. Perché un conto è concepire una trilogia, come quella di Ritorno al futuro o la trilogia originaria di Guerre stellari, quando i tempi sono maturi per farlo, un altro è spremere limoni fino all'ultima goccia, scrivendo sequel su sequel, prequel, spin off... per non parlare di remake e reboot. Ormai è un argomento trito, quanto a Hollywood manchi la vena creativa. Che poi non è nemmeno così vero: la realtà che si sono moltiplicate le produzioni.
Le saghe fantasy letterarie per ragazzi hanno dato il colpo di grazia per la percezione di un'intera generazione. In principio fu Harry Potter, per proseguire poi con molti altri, fino a Hunger Games e oltre. Ma un conto sono le saghe, concepite per l'appunto per essere tali, un altro è non riuscire più a concepire un racconto come concluso, un dover sempre ricercare un finale aperto quando si scrive una sceneggiatura, per lasciare la possibilità di un seguito a tutti i costi. Ebbene, di film senza un sequel ce ne erano diversi, ma non avevamo fatto i conti con un altro grande male del nostro cinema contemporaneo: la nostalgia. Pertanto, accanto ai remake di film assolutamente di culto, vedremo presto ripescati personaggi per improbabili remake. E non sempre ci piacerà. Perché se da un lato non stiamo nella pelle per vedere cosa fa Jesus fuori dal contesto de Il grande Lebowski e ci piace tanto pensare che Murphy sarà immortale e pertanto in ogni momento potrà tornare il nostro Robocop, ci sono dei sequel in arrivo dei quali proprio non sentivamo la necessità.
Il Gladiatore
Lo diciamo ormai senza timore di fare spoiler: alla fine de Il gladiatore, il protagonista muore. E quindi perché mai ci dovrebbe essere un sequel? La risposta è semplicissima: il film fu uno dei maggiori incassi del decennio e ai produttori è venuta tanta voglia di fare il bis. Annunciato alla fine del 2018, Il gladiatore 2 pare andare avanti. E pare sempre sotto la direzione di Ridley Scott. Nuovi dettagli sulla trama sostengono che la storia sia ambientata venticinque anni dopo le gesta di Massimo, e che il personaggio di Russell Crowe sia diventato un modello di ruolo per Lucio, il giovane figlio di Connie Nielsen nel primo film. Pertanto la storia dovrebbe concentrarsi intorno a lui. Il fatto che Scott torni a dirigere ci farà anche ben sperare, ma di certo non sentivamo la necessità di sentirci raccontare nuovamente la storia romana (davvero?) dagli americani...
Indiana Jones 5
Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo ha diviso pubblico e critica. Alcuni hanno apprezzato, altri hanno avvertito un sapore stantio e posticcio. Sapere che Steven Spielberg non ne ha ancora abbastanza ci lascia l'amaro in bocca. Lui non è uno di quelli che hanno bisogno di raschiare il fondo del barile... e allora perché? Indiana Jones 5, previsto per il 2021, è ancora in fase di pre-produzione. Il che ci fa pensare che potrebbe slittare, a meno che la post produzione non venga poi realizzata in tempi record. E sì, lo sappiamo che ve lo state chiedendo: Harrison Ford sarà ancora Indy. Ma ci chiediamo... perché? Dopo Rambo Last Blood, ci tocca vedere un altro eroe di culto della nostra giovinezza, incartapecorito e lento, compiere mirabolanti prodezze che giusto l'affetto che nutriamo nei suoi confronti può farci passare per vere?
Harrison Ford: da Han Solo a Indiana Jones, attore per caso, eroe per vocazione
The Passion of the Christ: Resurrection
Iniziamo dal titolo: sembra quello di un cinecomic. E pertanto, sembra la campagna promozionale di uno di quei canali cristiani che vogliono far passare il Cristo per un supereroe, magari allo scopo di coinvolgere di più i giovani... Il sequel del polpettone in aramaico di Mel Gibson ci fa scoppiare a ridere già sulla carta... poveri noi! Su La passione di Cristo se ne sono dette tante, anche se mai abbastanza... era davvero necessario realizzarne un altro? Quanti mai saranno i Papa boys nel mondo? Il tutto diventa ancora più esilarante se pensiamo alle affermazioni di Jim Caviezel, confermato per il ruolo di Gesù: "Non vi dirò di cosa parla". Anche voi avete portato il palmo della mano sulla faccia? OK, ragioniamo: il primo durava più di due ore, ma la percezione era quella della Corazzata fantozziana. Per far sì che la durata di The Passion of the Christ: Resurrection sia almeno eguagliata, non ci bastano le donne che trovano il sepolcro aperto e l'angelo che annuncia la resurrezione. Cosa hai intenzione di fare, Mel? Scrivere di sana pianta dove è stato Cristo nell'arco di tempo in cui è uscito dalla tomba fino a quando si è rivelato al mondo? Girare un film per quei tre giorni all'interno del sepolcro in stile Buried? Inventare cosa accade dopo? La scrittura apocrifa sarebbe da scomunica, ma abbiamo come il sospetto che persino la Santa Sede sia sensibile al botteghino ultimamente...
Il principe cerca moglie 2
Ed eccola qui, un'altra bella operazione nostalgia. Il sequel di quel geniale film che fu Il principe cerca moglie. Purtroppo il titolo geniale, Coming 2 America, si perderà nella traduzione italiana: Il principe cerca moglie 2. Magari non sarà come Una poltrona per due, ormai divenuto il film natalizio per antonomasia - del quale speriamo di non vedere mai un sequel o, peggio ancora, un remake - ma anche Il principe cerca moglie è uno di quei film che sappiamo a memoria. Con Eddie Murphy e Arsenio Hall che interpretano più di un personaggio, con la bottega dei barbieri di Brooklyn che litigano tutto il tempo parlando di pugilato. Del grande pugilato. Ecco, visto come finiva quella favola moderna, non capiamo come potrebbe continuare, a meno che il rampollo di Zamunda non voglia a sua volta andarsene in giro per il mondo. Quello che sappiamo è che il cast originale è confermato: non solo Eddie Murphy, ma anche Arsenio Hall e John Amos. In un'intervista di qualche giorno fa, Murphy ha dichiarato che sarà vietato ai minori di 13 anni in America, il che è un altro elemento di speranza. Negli anni Ottanta, le commedie erano scorrette e ci piacevano anche per quello. Insomma: proprio non era necessario, ma se saprà farci ridere come il primo, siamo pronti a ricrederci.
Dalle 9 alle 5 orario continuato 2
Nel 1980, ben prima della venuta del gruppo capitanato da Melissa McCarthy, la comicità era anche al femminile (senza bisogno di scendere a livelli volgari) e faceva davvero morir dal ridere. Accanto ai comici uomini, si stagliava un trio, formato da Jane Fonda, Dolly Parton e Lily Tomlin. Le tre dipendenti di Dalle 9 alle 5 orario continuato erano un'apoteosi di aneddoti divertenti e, al termine del film, si ritrovavano tutte con un futuro ben avviato. Per questo, il finale di una bella favola, secondo noi era ben concluso così. Ma accettare gli anni che passano non dà problemi solo ai maschietti. E così anche l'allegro trio, su iniziativa di Jane fonda, ha deciso di riunirsi per mostrarci cosa fanno Judy, Violet e Doralee tanti anni dopo. A quanto pare, l'unica a dover incastrare gli impegni è stata Dolly Parton, per via del suo show televisivo. Le altre, al contrario dei colleghi maschi, sono sempre libere. Alla faccia del #metoo.
La rivincita delle bionde 3
Ma non solo le donne diversamente giovani si ritrovano costrette a rispolverare vecchi ruoli per recitare ancora. A Hollywood la maggior parte delle attrici diventa "merce scaduta" poco dopo i trent'anni, così anche una testa vulcanica come Reese Witherspoon si ritrova a dover riportare sullo schermo il suo personaggio più famoso: Elle Woods. Ma se il primo film era geniale - diciamocelo - con battute indimenticabili e per molti versi anche femminista (affermava, con coraggio e contro i cliché, che una donna non deve per forza scegliere tra aspetto e cervello e che una donna curata non è necessariamente una gallina), il secondo era un TV movie parecchio stupido e bruttino ed è stato capace di demolire tutta la forza del personaggio. Inoltre, il primo film vedeva al timone Robert Luketic, mentre Una bionda in carriera, che da noi uscì al cinema, era diretto da Charles Herman-Wurmfeld, reduce soltanto da Kissing Jessica Stein. Per questo La rivincita delle bionde 3 è stato chiamato a dirigere l'esordiente Jamie Suk e nel cast sono confermate le storiche amiche di Elle, Serena e Margot. Diciamo che siamo pronti a ricrederci sull'utilità di questo sequel, se dovesse riprendere con leggerezza temi femminili, sempre ai tempi del #metoo.
Kill Bill 3 + Django Unchained 2
Quentin Tarantino ha sempre sostenuto che avrebbe girato solo dieci film nella sua carriera. Un decalogo e poi stop. Ritirata in solitudine. Il che comporterebbe, dopo C'era una volta a... Hollywood, la realizzazione di un solo altro film. Ma forse, come per la Pixar, anche per lui non valgono nel conteggio eventuali sequel. L'amatissimo regista ha infatti dichiarato, in due diversi momenti, di avere nel cassetto la sceneggiatura per Kill Bill 3 e anche la forte intenzione di girare Django Unchained 2. OK, questa seconda ipotesi ci sembra più percorribile: dal suo Django è stata realizzata anche una serie a fumetti e il personaggio si presta ad assumere l'identità di uno che vive mille avventure seriali. Tarantino stesso ha dichiarato che potrebbe somigliare e superare Zorro. Ma il terzo Kill Bill? Più che un dittico, si trattava di un unico, lungo film diviso in due parti... ora che il title character è effettivamente morto, come da progetto del titolo stesso, che cos'altro ci vuole raccontare? Del resto, da uno che dichiara di volere girare un film su Sharon Tate e poi la fa diventare un personaggio marginale della storia, possiamo aspettarci di tutto...
C'era una volta a... Hollywood, Quentin Tarantino: "Il mio sguardo è diverso, ora sono sposato"
Grosso guaio a Chinatown 2
"Non possiamo girare il remake, quindi realizziamo un sequel". Per lo meno i produttori si sono resi conto di quanto sia intoccabile un film culto come questo... E i fan si sono sentiti parzialmente rassicurati. Anche se, forse, un remake del film di John Carpenter, con protagonista Dwayne Johnson, avrebbe fatto meno danno. Con un sequel, sembra quasi che quella storia perfetta avesse bisogno di avere un seguito, come se non fosse già abbastanza. Non stando a quanto espresso da Dany Garcia, della Seven Bucks Production: ci assicura che il primo film, Grosso guaio a Chinatown 2, sarà uno stand-alone (perché, c'erano forse dei dubbi?) e poi che nessuno mai potrà rimpiazzare Kurt Russell nel ruolo di Jack Burton. Quindi The Rock sarà qualcun altro, non sappiamo ancora chi. E anche se non ci sono dati ufficiali su questa produzione, lui - purtroppo - assicura che sta andando avanti.
Grosso guaio a Chinatown (e al boxoffice): perché il flop di Carpenter ci fece innamorare del cinema
Willow 2
Un altro cult della fine degli anni Ottanta, uno di quelli che non vorresti mai venisse toccato. Diretto da Ron Howard, prodotto da George Lucas, interpretato da Val Kilmer e da un Warwick Davis che ancora non era chi è oggi. Ron Howard ha parlato di un possibile Willow 2 proprio quando uscì Solo: A Star Wars Story, che vede tra i personaggi sempre Davis. E da allora i fan hanno iniziato a tremare: anche se i fantasy stanno andando alla grande, quelli degli anni Ottanta hanno quell'aura inimitabile, irripetibile, irraggiungibile. Kilmer non è confermato, ma la produzione va avanti. Potrebbe essere uno spin off sul solo personaggio di Willow Ufgood, potrebbe essere una serie televisiva per Disney Channel, che nel frattempo ha messo lo zampino sui diritti. O potrebbe essere le due cose. Quel che è certo è che non sarà il nostro Willow.
Labyrinth 2
Ed ecco ciò che non può essere rifatto per eccellenza. Ma come si può anche pensare solo di farne un sequel? Senza David Bowie? I produttori lo sanno bene, per questo hanno rassicurato i fan del cult assoluto che in Labyrinth 2 non ci sarà il re dei Goblin. E allora cosa lo si gira a fare? La risposta è quantomai semplice, e questa volta non temiamo la smentita: soldi. Questi sequel incassano moltissimo anche e soprattutto grazie a tutti noi che detestiamo queste operazioni, che li andiamo a vedere anche solo per poi parlarne male e detestarli. Ma intanto incassano. Fede Alvarez, regista, produttore e sceneggiatore del sequel, ha già pronta la sceneggiatura da un pezzo. E torneranno i puppets creati da Jim Henson. Preferiamo davvero non esprimerci poiché, fra tutti, questo è forse il sequel di cui meno sentivamo la necessità.
Labyrinth: 5 ragioni per cui oggi sarebbe impossibile replicarlo
Chiamami col tuo nome 2
L'Italia non può essere da meno. Anche se questa è una produzione internazionale. Il film di Luca Guadagnino raccontava un amore delicato, impossibile per i tempi in cui era vissuto. Un amore sofferto e bellissimo, che non trovava il suo coronamento. Ora, l'autore del romanzo André Aciman ha annunciato che questa love story avrà un improbabile seguito. Non sappiamo immaginare nulla di più raccapricciante. Magari un lieto fine messo là a tutti i costi? La storia, a quanto pare, si focalizzerà sul rapporto tra Elio e suo padre Samuel, fresco di divorzio. Che non capiamo proprio da dove scaturisca, visto che lui e sua moglie nel primo film andavano d'amore e d'accordo. Chiamami col tuo nome 2 sarà ambientato a Berlino e Oliver sarà sposato. Luca Guadagnino pensa a Dakota Johnson nel ruolo della giovane moglie.