Tra svariate polemiche e dati d'ascolto non sempre entusiasmanti, Secret Invasion si avvia verso la sua naturale conclusione. Un solo episodio ci separa ormai dalla fine della serie spy-thriller Marvel Studios, e al netto di una buona scrittura di genere e di una marcata introspezione psicologica dei protagonisti e delle loro relazioni, lo show Disney+ ha un po' deluso le aspettative per quanto concerne spettacolo e intrattenimento tout court. Giunti al penultimo appuntamento possiamo ormai dirlo con certezza: l'obiettivo di Secret Invasion non è mai stato il coinvolgimento attivo dei casual viewers, quanto la costruzione di un prodotto di genere che sapesse restituire contenuti e qualità a una Fase 5 spicciola e traballante, distanziandosi dalla formula base dei progetti MCU. Bisognerà attendere ovviamente il finale per giudicare appieno e nel merito il risultato dell'operazione, ma il quinto episodio della serie giunge a conferma di questa sensazione, dimostrandosi proprio a un passo dalla conclusione una puntata insieme di assestamento e preparazione dello scontro decisivo tra Nick Fury (Samuel L. Jackson) e Gravik (Kinglsey Ben-Adir).
[ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]
Rivolta
L'episodio riprendere esattamente da dove si era interrotto la scorsa settimana, con l'attacco skrull di Gravik al Presidente degli Stati Uniti d'America e la morta di Talos (Ben Mendelsohn) per mano del generale alieno. Il Presidente viene trasportato in ospedale da Fury, che si scontra poco dopo con il falso Rhodey (Don Cheadle) rivelandogli di conoscere la sua vera identità skrull. L'idea di Gravik è quella di spingere Fury ad accettare un accordo coatto per impedire lo scoppio della Terza Guerra Mondiale, spingendo Rhodey a convincere il Presidente degli USA ad attaccare la centrale nucleare in suolo russo con la bugia di una loro presunta collaborazione con gli skrull. Da qui emerge però il reale obiettivo del generale: impossessarsi del cosiddetto Raccolto, nient'altro che una fiala contenente il DNA dei più potenti Avengers sulla terra. Questo si ricollega alla volontà di Gravik di potenziare la razza skrull mediante Extremis per la guarigione dei tessuti e diversi superpoteri di svariati vendicatori.
Scopriamo ad esempio che la sua capacità di allungare e mutare gli arti del corpo in legno è direttamente derivata dal DNA di Groot. L'episodio spiega in modo chiaro anche i motivi che hanno costretto Fury a tornare sulla Terra per affrontare proprio questa minaccia. Il primo è il senso di colpa per aver dato modo a Gravik di scoprire l'esistenza del Raccolto, essendo stato il villain uno degli skrull autorizzati dal colonnello Fury a trafugare dal campo di battaglia il sangue degli Avengers e per questo consapevole non solo dell'esistenza del progetto ma anche del suo enorme potenziale. Le idee di Gravik cominciano però ad essere troppo estremiste e i suoi metodi semplicemente mostruosi, motivi che danno vita a una rivolta interna degli skrull contro il generale, che non tarda comunque a mostrare il suo vero aspetto e uccidere senza pietà quelli che reputa "traditori della razza", considerandosi ancor più di prima una guerrigliero salvatore piuttosto che un terrorista alieno quale poi è realmente. Nel frattempo G'iah (Emilia Clarke) si incontra con Priscilla per seppellire il corpo del padre, mentre Fury si reca in Islanda insieme a Sonyah Falsworth (Olivia Colman) per recuperare il Raccolto e prepararsi ad affrontare faccia a faccia la sua peggiore creazione.
Ritorno
Con i suoi 39 minuti, il quinto episodio di Secret Invasion è il secondo più breve della stagione, conciso e coerente con il percorso della serie. Il corpo centrale dello show si è rivelato un continuo gioco di confronti e rivelazioni che hanno dato modo di approfondire e caratterizzare con discreto interesse rapporti e intimità dei protagonisti. Qui si va invece oltre ed è tutto pensato come passaggio necessario e setting per la conclusione vera e propria, per questo privo di particolari sorprese visive o intuizioni narrative in grado di dare uno scossone al ritmo volutamente compassato dell'opera al netto della sua brevità. Ci sono delle rivelazioni obbligate ai fini dell'intreccio e una piccola sparatoria diretta senza adeguato spessore action, ma è importante sottolineare come il focus dell'episodio sia rivolto altrove. Rallegra e dispiace al contempo constatare come un utilizzo più massiccio del personaggio della Colman potesse donare ritmo ed energia più sofisticati al progetto anche nella sua fase centrale, considerando come proprio nella puntata l'attrice sia una vera show stealer per cinismo e presenza scenica, qui sfruttata maggiormente pure se in modo ancora troppo morigerato.
Non ci sono particolari sorprese ma Secret Invasion riesce comunque a non tradire la sua vocazione di genere e rispettare la sua volontà concettuale. Giusto il finale, a dire il vero, scatena qualche nota d'entusiasmo per il ritorno del vecchio Nick Fury, con tanto d'impermeabile nero e benda sull'occhio, come un vero risorto pronto a dimostrare a Gravik di non essere "polvere" ma l'uomo che, pur avendo creato il male che rappresenta il generale alieno, è anche lo stesso ad aver riunito insieme i supereroi più potenti della Terra, gli stessi che si rifiuta di far intervenire per dimostrare infine a se stesso di poter difendere a sua volta il mondo secondo carattere e strategia personale. La camminata finale, però, sembra quasi volerlo inquadrare con epica supereroistica prima di un eventuale addio.
Conclusioni
In conclusione, ormai a un passo dalla fine Secret Invasion ci regala un episodio di transizione e setting per lo scontro decisivo tra Fury e Gravik, connotando di mostruosità il secondo e facendo risorgere la vecchia gloria del colonnello interpretato da Samuel L. Jackson. Alla fine anche questo quinto appuntamento rispetto il tracciato concettuale me di genere dello show, assestando in modo pressoché definitivo l'asticella dello spettacolo drasticamente più in basso di quella della scrittura. Non per forza un male, considerando l'estrazione spy-thriller tra anni '90 e modernità, ma una virtù disattesa e un'occasione soprattutto sprecata.
Perché ci piace
- La coerenza della scrittura che non tradisce i suoi obiettivi fino alla fine.
- Olivia Colman è una vera e proprio show stealer.
- Parte finale emozionante ed epica in modo intimo e umano.
Cosa non va
- Manca di coinvolgimento nell'azione.
- La morte di Talos è trattata in modo davvero superficiale.