Il ritorno di due interpreti molti amati in casa Mediaset, diretti per l'occasione da Simona Izzo e Ricky Tognazzi. Il genere? Un melò-thriller, archetipo decisamente battuto da Mediaset. Allora, tra link emozionali, indagini e memorie da recuperare, ecco Se potessi dirti addio, in tre prime serate su Canale 5 (e disponibile in streaming su Infinity), con protagonisti Anna Safroncik e Gabriel Garko, e scritta da Paola Pascolini e Stefano Ceccarelli, su idea di Ceccarelli e Maurizio Mommi. "Gabriel cercava un grande personaggio con cui tornare, un personaggio sfumato; mentre Anna ha un ruolo di maturità e consapevolezza. C'è un salto emotivo nei due attori", spiega Simona Izzo, durante la presentazione alla stampa in occasione della messa in onda.
"Quando scriviamo e quando giriamo cerco un criterio, ed un brivido. E dico che Se potessi dirti addio è pieno di brividi. Ci sono scoperte costanti, legate ad un'attrazione fatale tra i due protagonisti", prosegue la Izzo. "Mi sono innamorata della storia, e il pubblico vuole sapere come andrà finire. È una storia oscura, ma anche sferzata dall'umorismo. Segnalo poi Elena Vitale, alla prima d'attrice. Una bambina bravissima che sa suonare il piano. Devo dire che abbiamo avuto la fortuna di lavorare con un grande cast. Bello, solare, ma con delle zone d'ombra".
Se potessi dirti addio: la trama
Ma quali sono le zone d'ombra di cui parla Se potessi dirti addio? Iniziamo dalla trama, al centro della storia c'è Elena (Safroncik), dottoressa neuropsichiatra, che si ritrova la vita stravolta dopo che suo marito muore investito da un pirata della strada. Un anno dopo gli eventi, Elena non si rassegna, provando a dare una risposta sensata ad una morte assurda, che non ha ancora ottenuto giustizia. In clinica incontra Marcello (Garko), rimasto senza memoria dopo un apparente tentato omicidio. Dietro, però, c'è di più: Marcello in qualche modo sembra essere legato all'incidente mortale. Tra lui ed Elena nasce allora una relazione fortissima, e in qualche modo propedeutica per entrambi. A proposito di misteri, Ricky Tognazzi ha spiegato quanto Se potessi dirti addio sia stato un grande lavoro di squadra: "Abbiamo avuto il piacere di lavorare con il compositore Paolo Vivaldi, e quando sei un set, con la musica che si diffonde, è qualcosa di esperienza. Qui la musica fa parte del percorso narrativo, anche perché la musica è rimasta nella testa di questo Paziente 13 che ha dimenticato quasi tutto. Un giallo, un mistero, una storia d'amore e d'amore famigliare".
Anna Safroncik e un ruolo moderno
Se nel cast della serie troviamo anche Myriam Catania, Clara Greco, Marco Cocci, Francesco Venditti, Giulietta Rebeggiani, Zoe Massenti, Daniele Foresi, sono Gabriel Garko e Anna Safroncik ha essere il fulcro del set: "Girare con i due Ricky e Simona è un'esperienza assurda", scherza Garko in conferenza. "Abbiamo assistito a qualsiasi cosa. Simona non smette mai di parlare, anche mentre recitavamo. Spero di lavorare di nuovo con loro, ora che li conosco bene! Sul set deve esserci serenità, per me è importante. Il mio personaggio? Ha perso la memoria, e quindi non ha un passato. Questo mi ha spinto a mettermi in gioco: posso avere le mie idee, ma mi piace discutere con gli autori. L'attore deve essere plasmato dai registi".
Per Anna Safroncik, invece, girare Se potessi dirti addio è stata una sorta di ri-affermazione in casa Mediaset, dopo la notorietà arrivata grazie a Centovetrine: "Faccio venticinque anni di carriera, sempre in Mediaset. Questa serie è stata importante, perché ha segnato una crescita: Elena è una madre, una vedova, una dottoressa. Una dottoressa che aggiusta le vite degli altri, senza risolvere la sua. Può essere vista come una donna moderna, che vive con il cuore. Abbiamo cercato di mettere dentro tutto il meglio possibile, e abbiamo cercato di dare naturalezza ad ogni scena".
Il ritorno di Gabriel Garko
In chiusura, Gabriel Garko spiega i motivi dietro la sua assenza prolungata dal mondo delle fiction: "Ho fatto altro, durante questi anni. L'ultima serie è uscita nel 2017. Volevo allontanarmi per ritrovare una certa serenità. Poi c'è stato il Covid, che nessuno aveva previsto. Di proposte me ne sono arrivate tante, ma ora era il momento di tornare. Anche perché nella serie sono fragile e insicuro: tendenzialmente ho interpretato personaggi negativi o sicuri di sé, e Se potessi dirti addio mi ha sorpreso perché, in tv, deve accadere sempre qualcosa: ecco, qui davvero succedono cose che si susseguono dall'inizio alla fine".