Scontro al vertice, ma deludente
Da un lato realizzazione del sogno proibito di milioni di fan dell'horror di tutto il mondo, dall'altra abilissima operazione di marketing (nonché facile soluzione alla scarsa fantasia degli sceneggiatori), Freddy vs. Jason è il film che mette l'uno al fianco dell'altro - l'uno contro l'altro - due delle più grandi icone del cinema horror contemporaneo, il Freddy Krueger creato da Wes Craven nel 1984 con Nightmare - Dal profondo della notte ed il Jason Voorhees inventato nel 1980 da Sean S. Cunningham con il primo Venerdì 13.
Rendere memorabile quest'incontro, ovvero realizzare un film che attraverso l'originalità e la spettacolarità riuscisse e risollevare le sorti di due saghe amate ma che oramai hanno mostrato la corda (7 finora i film con Freddy protagonista, mentre eravamo a quota 10 per Jason) era un'operazione non certo facile, e per farlo la New Line si è affidata alla sceneggiatura di Damian Shannon e Mark Swift e soprattutto alla regia di Ronny Yu.
Come avviene allora l'incontro tra i due? Freddy, costretto all'oblio nell'oltretomba perché nessuno a Springwood si ricorda più di lui, ha un'idea geniale per tornare a tormentare gli incubi dei ragazzi: resuscitare l'implacabile Jason e mandarlo ad uccidere al posto suo. Gli omicidi risvegliano infatti nella cittadina il dimenticato terrore per Freddy, che da esso riprende la forza per tornare ad agire in proprio. Ma che fare quando Jason si ostina a soffiargli le vittime? L'unica soluzione è uno scontro finale, in quel di Crystal Lake.
Nella struttura base della trama, Freddy vs. Jason altro non è che un film di Nightmare nel quale è stata inserita la variabile impazzita Jason. E quindi, considerando che della saga ideata da Craven si era sviscerato tutto il possibile nel rappresentare gli incroci realtà/sogno, fantasia/finzione (specie nel metacinematografico Nightmare nuovo incubo), non ci troviamo di fronte a sorprese particolari. E per quanto riguarda l'apporto dato da Jason alla varietà narrativa, ci limitiamo a sottolineare che fantasia e originalità non sono mai state il punto di forza della serie di Venerdì 13 e che nemmeno qui sono presenti guizzi particolari. In poche parole il film mescola insieme senza particolare spirito creativo alcuni dei tratti distintivi delle due saghe, rifacendosi particolarmente a quelli che sono i background e le origini dei due personaggi, riportandoli quindi verso la loro dimensione primigenia: incarnazione delle colpe dei padri che cadono sui figli Freddy, nemesi inquietantemente moralista di giovani "depravati" da sesso e alcool Jason. In questo contesto, protagonista del film è il solito gruppetto di adolescenti che deve far fronte comune contro il nemico, anzi, i nemici e che finirà con l'essere decimato per mano dei due super-killer. Un gruppetto interpretato da un cast di medio livello, non certo stimolato ad offrire il meglio di sé da una sceneggiatura che non offre battute particolarmente brillanti. Nonostante tutto comunque, quanto offerto da Freddy Vs Jason è nel complesso di qualità leggermente superiore a quella di altri slasher più o meno soprannaturali usciti nell'ultimo periodo, come l'ultimo Halloween la resurrezione, come il terribile Al calare delle tenebre, per via dell'innegabile fascino derivato dall'unione delle due icone in questione e dal buon livello di regia garantita da Ronny Yu.
Paradossalmente però è proprio il regista di Hong Kong ad aver deluso maggiormente: dopo aver firmato in patria ottimi film come The Bride with White Hair, Yu ha debuttato ad Hollywood nel 1998 con un piccolo gioiello come La sposa di Chucky, un film irriverente, maleducato, e soprattutto fortemente ironico, ovvero tutto quello che Freddie Vs. Jason non è. Era proprio il pedale dell'ironia e dell'autoironia che avrebbe dovuto essere pigiato fino in fondo per rendere questo film un prodotto degno dell'incontro che propone. Un film che potesse far proprie le regole del genere e quelle dei personaggi che racconta per poi smontarle, trasgredirle, riscriverle. Ma Yu non è stato invece in grado, o non gli è stato permesso, di lavorare su Freddy e su Jason - personaggi che peraltro non conosceva quando ha accettato la regia del film - allo stesso modo in cui ha lavorato sulla bambola assassina.
Rispondiamo quindi alla domanda che come una spada di Damocle incombe minacciosa su di noi: Freddy vs Jason soddisferà gli appetiti di fan e appassionati? Non possiamo dare una risposta unitaria. Gli irriducibili verranno sicuramente abbagliati dallo scontro tra i loro due miti, e la loro competenza stimolata dal gioco alla citazione e dall'autoreferenzialità del film. Ma lo spettatore che non ama il tifo da curva - anche se grande appassionato di horror come chi vi scrive - non potrà non rimanere deluso di fronte ad un film nel complesso mediocre e che soprattutto, come abbiamo detto, ha il demerito di gettare allegramente alle ortiche gran parte del suo potenziale, tematico e registico.