"Novanta minuti di tv dal vivo con dei ventenni senza alcuna esperienza. Uno show controcorrente con completi sconosciuti, senza trama né struttura". Parole tutt'altro che incoraggianti e che non promettono nulla di buono. Le pronuncia Dick Ebersol (Cooper Hoffman, il Gary Valentine di Licorice Pizza), l'allora direttore della programmazione notturna del weekend della NBC, parlando con il produttore del suddetto show, Lorne Michaels (Gabriel LaBelle, che torna sul grande schermo dopo The Fabelmans), in una sequenza di Saturday Night, al cinema solo il 21, 22 e 23 ottobre prodotto da Sony Pictures e distribuito in Italia da Eagle Pictures.
Il film diretto da Jason Reitman e scritto a quattro mani con Gil Kenan - in sala il 21, 22 e 23 ottobre dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma - che ricostruisce in tempo reale ciò che è accaduto dietro le quinte nei 90 minuti che hanno preceduto la prima trasmissione del Saturday Night Live.
L'intuizione di Lorne Michaels
Lo show era stato creato dal canadese Michaels su richiesta della rete per poterlo mandare in onda il sabato sera al posto delle repliche del Tonight Show Starring Johnny Carson (nel film interpretato da JK Simmons). La data prescelta era quella dell'11 ottobre 1975. Quarantanove anni dopo la prima messa in onda del SNL, il film di Reitman è uscito nelle sale statunitensi a seguito dell'anteprima al Telluride Film Festival.
L'idea di Michaels era quella di dare vita a un programma che contenesse al suo interno sketch comici, satira politica e numeri musicali. Quasi mezzo secolo dopo la formula non è cambiata e continua ad essere uno degli appuntamenti fissi per milioni di americani (e non solo). Oltre a rappresentare una vetrina prestigiosa per i conduttori che di settimana in settimana si avvicendano alla guida del programma.
Jason Reitman e Gil Kenan per scrivere la sceneggiatura hanno parlato con molte delle persone che quella notte si trovavano nello Studio 8H del 30 Rockefeller Center condensando nella durata del film quasi cinque anni di aneddoti. Su tutti, ovviamente, Dan Aykroyd (interpretato nel film da Dylan O'Brien). Una vecchia conoscenza del regista fin da bambino avendo suo padre Ivan diretto Ghostbusters - Acchiappafantasmi e avendolo a sua volta diretto in Ghostbusters: Legacy.
A un passo dalla leggenda
La frenesia che precede il debutto, la scaletta da mettere in ordine, la troupe che cercava di raccapezzarsi sul da fare, tensioni, eccitazione, litigi, gelosie. E una manciata di giovani aspiranti comici, attori, artisti che avevano davanti a loro un futuro tutto ancora da disegnare.
Dietro quei novanta minuti si condensa un mondo intero e si gioca una partita a scacchi con il futuro. Dan Aykroyd, John Belushi (Matt Wood), Rosie Shuster (Rachel Sennott), Michael O'Donoghue (Tommy Dewey) e Chevy Chase (Cory Michael Smith) solo per citare alcuni dei volti che compaiono in Saturday Night e che di lì a breve si sarebbero guadagnati un posto nella storia.
Un film capace di racchiudere tutto il caos di quella notte - accentuato dalla colonna sonora jazz registrata dal vivo sul set dal cantautore e polistrumentista Jon Batiste -, tra John Belushi che si rifiutava di firmare il suo contratto e i dirigenti della NBC in attesa che Lorne Michaels sventolasse bandiera bianca. Ma l'allora trentenne non ne voleva sapere di arrendersi. Il suo obiettivo era arrivare a vedere il pubblico entrare in studio e ascoltare il contro alla rovescia che separava lui e tutto il resto del cast dalla leggenda. "Live from New York, it's Saturday Night!".