Sanremo 2025: e alla fine arriva Geppi Cucciari… con un pizzico di satira

La serata cover del Festival ci ha regalato il solito spettacolo dato dai duetti degli artisti con i loro ospiti, ma è stata vivacizzata dall'ironia senza vincoli di Geppi Cucciari, miglior co-conduttrice fin qui.

Geppi Cucciari sul palco dell'Ariston a Sanremo 2025

Erano forse risate tra i denti, preoccupate e sofferte, quelle che abbiamo visto sul viso di Carlo Conti nel corso della serata cover di Sanremo 2025? Risate, perché non poteva trattenersi accanto all'ironia esplosiva di Geppi Cucciari, ma con quel velo di ansia che accompagna e anticipa l'imprevisto, con quel timore che la co-conduttrice scelta insieme a Mahmood per la quarta serata del 75.mo Festival della Canzone Italiana potesse andare oltre il concordato e i testi previsti. Perché se è vero che noi stessi abbiamo lamentato una certa assenza di temi sociali e politici in questo festival, alla guida come nelle canzoni, questi hanno finalmente fatto capolino sul palco dell'Ariston grazie soprattutto alla Cucciari.

Primi accenni incoraggianti

Roberto Benigni Sanremo 2025
Roberto Benigni a Sanremo 2025

Se nei giorni scorsi l'ironia non era mancata, tra Nino Frassica e Katia Follesa, un primo accenno di affondo è arrivato solo con Roberto Benigni in apertura della serata di venerdì, tra un "hai bloccato l'Italia, dovrebbero farti Ministro dei Trasporti" rivolto a Carlo Conti e un "Giorgia resterà molto a lungo". Da Benigni ce lo aspettiamo sempre, al netto dei nostri dubbi sull'opportunità di rifugiarsi sempre nella sua presenza per avere un ospite forte e sicuro, quest'anno propedeutico anche al suo show previsto per il 19 marzo su Rai 1. Insomma, u segnale che nella serata cover qualcosa sarebbe potuto cambiare, anche per la sua natura di essere gara, e quindi spettacolo a sé, rispetto al corso principale del Festival. Un segnale confermato appena Geppi Cucciari è salita sul palco e ha iniziato a infarcire le proprie introduzioni con ironia e frecciate.

"Grazie, graziella e grazie a Carlo... te lo buco quell'orologio!"

Sanremo 2025 Geppi Cucciari Carlo Conti
Geppi Cucciari con Carlo Conti sul palco dell'Ariston

Quanti di noi l'hanno pensato nei giorni scorsi, asfissiati dalla fretta ingiustificata del direttore artistico e conduttore? Se lo sbrodolamento di Amadeus fino alle 3 di notte era eccessivo, la risposta serrata e schematica è esagerata sul fronte opposto, lasciandoci orfani di quello che su un palco di quella portata dovrebbe essere di casa: lo spettacolo, nella sua forma più pura e spontanea. Libera. Abbiamo parlato di un'"edizione pavida", Geppi Cucciari in risposta è stata impavida. Scherzando con Carlo Conti, scherzando sul paternalismo emerso nelle serate precedenti, sottolineando con ironia "sei un grande conduttore, un artista, ma sopra ogni cosa sei un padre". Non ha risparmiato sfottò a nessuno. A Il Volo "che potrebbero cantare qualsiasi cosa e purtroppo lo fanno" o a Shablo & Co., definiti "gente senza onomastico".

Sanremo 2025: un'edizione pavida e concitata è veramente ciò che vogliamo? Sanremo 2025: un'edizione pavida e concitata è veramente ciò che vogliamo?

Né si è tirata indietro sul fronte politico, come quando indicando il carrello con la telecamera che si muoveva sul palco ha scherzato su "l'unica cosa su rotaie che arriva puntuale in Italia", o annunciando un finto sondaggio sulla co-conduzione della finale ha proposto "Augusta Montaruli per come abbaia" o ancora quando ha minacciato di fare "un monologo sui tappi che rimangono attaccati alle bottiglie? Uno sui pandori? Sui cognati? Sull'agricoltura? Sono due diversi, tranquillo", accanto a un Carlo Conti che temeva di non riuscire a contenerla.

Il marchio di fabbrica di Geppi Cucciari

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Sanremo 2025: il momento della premiazione della serata duetti

Non stupisce che il suo approccio sia stato quello, perché chi conosce Geppi Cucciari sa qual è il suo marchio di fabbrica, la sua naturale inclinazione all'ironia e la satira, ma colpisce che sia riuscita a farlo passare anche in un'edizione così "normalizzata" dalla gestione di Carlo Conti, così preoccupata di tenersi sui binari e arrivare in orario, in perfetta controtendenza di un paese che è invece in ritardo su tutto e rischia di deragliare.

Quel che è certo è che ne sentivamo il bisogno, che la serata cover ha funzionato come sempre grazie ai duetti, con punte altissime come quella di Lucio Corsi e Topo Gigio o quella vincente di Giorgia e Annalisa, ma il valore aggiunto è stata lei, che ha incarnato e portato sul palco quella mancanza che molti di noi avevano percepito nelle prime tre serata. E che molto probabilmente ci mancherà ancora in una finale per forza di cose più ingessata e istituzionale.