Ci ha lasciati, all'età di 90 anni, la grandissima Sandra Milo, e con lei se n'è andata un'altra importante figura del cinema italiano.
Nome d'arte di Salvatrice Elena Greco, Sandra Milo è stata un'icona di fascino e stile, dopo aver raggiunto la notorietà tra fine anni Cinquanta e inizio anni Sessanta, e aver preso parte ad alcuni tra i film più importanti di quel periodo, collaborando con registi quali Federico Fellini (con cui ebbe anche una lunga relazione sentimentale), Antonio Pietrangeli e Dino Risi, tra gli altri.
Dopo il successo e i riconoscimenti ottenuti, "Sandrocchia" (com'era affettuosamente soprannominata nel periodo televisivo della sua attività) decise di disimpegnarsi progressivamente dal grande schermo già da fine anni Sessanta, limitandosi a poche apparizioni per oltre trent'anni. Solo dagli anni Duemila in poi, Sandra decise di tornare davanti alla macchina da presa, prendendo parte a diverse pellicole molto interessanti, anche se mai in ruoli eccessivamente impegnativi. Saranno oltre settanta i film a cui la Milo avrà partecipato in tutta la sua carriera cinematografica.
Intendiamo qui rendere omaggio a Sandra Milo ricordando i principali film del suo percorso artistico, racchiusi nell'arco di poco più di un lustro, in un periodo nel quale il talento dell'attrice emerse al suo massimo splendore.
Il Generale della Rovere (1959)
Genova, 1944. Emanuele Bardone utilizza i suoi modi gentili e le proprie abilità per vivere di espedienti, spendendo tutto al gioco e con le donne. Estorce denaro ai familiari dei detenuti politici, promettendo un interessamento per risolvere la situazione di questi ultimi, e inventando conoscenze tra le autorità che invece non possiede (si presenta come il "colonnello Grimaldi"). Truffando il prossimo, comprese le persone a lui più vicine, fra le quali la ballerina Valeria e la disillusa Olga, Bardone riesce a farla franca finché non si tradirà, cercando di ingannare una vedova. Arrestato e inchiodato alle sue responsabilità, accetterà di collaborare con le SS per salvarsi e, in particolare, con il colonnello Müller, da lui conosciuto casualmente qualche giorno prima. Egli, consapevole delle capacità truffaldine di Bardone, gli proporrà di assumere l'identità del generale Giovanni Braccioforte della Rovere, un importante ufficiale badogliano ucciso per errore dai soldati tedeschi. Così, Bardone verrà condotto a Milano, nel carcere di San Vittore, per trovare informazioni sul conto di "Fabrizio", riconosciuto come il capo dei partigiani, ma che gli oppressori non sono ancora riusciti a scoprire...
Diretto da Roberto Rossellini e scritto da Sergio Amidei, Diego Fabbri e Indro Montanelli, e tratto da un soggetto di quest'ultimo, Il generale della Rovere è uno dei film riferimento della storia del cinema italiano, tanto per la sua cifra artistica che per la tematica, imperniata sulla Resistenza al nazifascismo. Protagonista è uno straordinario Vittorio De Sica, nel ruolo di Emanuele Bardone, il quale compie un percorso di cambiamento con il trascorrere degli eventi drammatici nei quali resterà coinvolto. Insieme a Hannes Messemer, Vittorio Caprioli, Giovanna Ralli, Anne Vernon e Nando Angelini, fa parte del cast anche Sandra Milo, nel ruolo di Olga, una delle donne raggirate da Bardone nelle sue innumerevoli truffe. Una parte piccola ma estremamente importante, che consegnò all'attrice la ribalta internazionale. Il Generale della Rovere, infatti, venne premiato con il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia, ex-aequo con La grande guerra di Mario Monicelli.
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Adua e le compagne (1960)
In seguito alla chiusura delle case di tolleranza, le prostitute Adua, Lolita, Milly e Marilina rimangono senza alcuna fonte di guadagno. Decidono così di organizzarsi aprendo una trattoria fuori città, con l'intenzione di farla diventare una copertura per poter proseguire nel meretricio. A interessarsi a loro è un individuo ambiguo, Ercoli, che otterrà le licenze necessarie per avviare la trattoria e diventare successivamente il loro protettore. Nei primi tempi, le quattro ragazze dovranno mantenere un comportamento irreprensibile, per non dare adito a sospetti. Per Adua e le compagne avrà inizio una nuova vita, nella quale apprezzeranno un lavoro onesto e un'esistenza finalmente tranquilla, potendo anche ambire a inserirsi nella società. Quando sarà arrivato il momento di ricominciare a prostituirsi, le quattro donne prenderanno una decisione importante...
Diretto da Antonio Pietrangeli e scritto dal regista con Ruggero Maccari, Ettore Scola e Tullio Pinelli, Adua e le compagne è un film che racconta uno spaccato sociale spesso dimenticato, ovvero del dramma di molte donne che, a fine anni Cinquanta, vennero emarginate ed escluse perché erano state delle prostitute prima dell'ingresso della legge Merlin (1958), che stabilì la chiusura delle case di tolleranza. Un'opera spesso poco considerata nella filmografia di Pietrangeli, ma che merita di essere rivalutata. Sandra Milo qui ebbe il ruolo di Lolita: accanto a lei Simone Signoret, Emmanuelle Riva, Gina Rovere, Claudio Gora, Ivo Garrani, Gianrico Tedeschi e, in una piccola parte, Marcello Mastroianni.
Sempre per la regia di Antonio Pietrangeli, che l'aveva diretta anche nel suo film d'esordio Lo scapolo, nel 1961 Sandra Milo recitò nel bellissimo Fantasmi a Roma: insieme a lei, troviamo ancora una volta Marcello Mastroianni, impegnato in un triplice ruolo. Con loro anche Vittorio Gassman, Belinda Lee, Eduardo De Filippo, Claudio Gora, Tino Buazzelli, Franca Marzi, Ida Galli e Lilla Brignone.
La visita (1963)
Pina è una ragazza che vive in un piccolo paesino. Ha una relazione non troppo convinta con il camionista Renato, ma quella che avverte è una profonda solitudine. Così, decide di pubblicare un annuncio economico al fine di trovare una persona che possa sposarla, e magari porre fine alla sua esistenza solitaria. Un giorno, a presentarsi è Adolfo, un uomo egoista e molto suscettibile, che ha intrecciato anch'egli una relazione alla quale mettere un punto definitivo. Superato l'imbarazzo iniziale, Pina e Adolfo cominceranno a conoscersi, ma accadranno degli imprevisti che metteranno subito alla prova quello che dovrebbe diventare un legame importante per entrambi...
Diretto da Antonio Pietrangeli e scritto dal regista con Ruggero Maccari ed Ettore Scola, La visita rappresentò la quarta collaborazione tra l'autore romano e Sandra Milo, qui protagonista in uno dei ruoli meno ricordati della sua carriera, ma certamente tra i più significativi. Un film delicato e particolare, e dal tono agrodolce. Girato tra San Benedetto Po (Mantova), Ferrara e Roma, La visita è oggi considerato tra le migliori opere di Pietrangeli.
8 ½ (1963)
Guido Anselmi, un famoso regista, sta trascorrendo un periodo di riposo presso un centro termale. È sull'orlo di un forte esaurimento fisico e nervoso, acuito dalla faticosa preparazione di un nuovo film. Ha già fatto costruire costose scenografie e realizzato numerosi provini per scegliere il cast, ma non ha nemmeno ben chiaro di cosa parlerà la nuova pellicola. In lui si accavallano le idee, che restano confuse, tra ricordi della sua giovinezza e la descrizione della situazione personale che sta vivendo, in particolare il difficile rapporto con la moglie Luisa e quello annoiato con l'amante Carla. Infatti, il film è una trasposizione della sua affollata esistenza, anche se Guido non vuole ammetterlo fino in fondo, né a sé stesso e tantomeno a chi gli chiede cosa esattamente intenda raccontare. Così, tra scontri continui con il produttore, con un intellettuale che dovrebbe aiutarlo nella sceneggiatura - ma del quale non ha nessuna stima - e con il direttore di produzione, Guido dovrà dare risposte a tutte le persone che ha intorno. Per il regista, l'unica fonte di salvezza potrebbe essere rappresentata da Claudia, una giovane attrice che è anche l'ispirazione più profonda per superare l'aridità creativa...
Diretto da Federico Fellini e scritto dal regista con Ennio Flaiano, Tullio Pinelli e Brunello Rondi, 8½ è uno dei capolavori del regista riminese e una delle opere più citate e menzionate da altri autori, che da essa hanno tratto spunto per i propri percorsi artistici. Un film complesso e affascinante, nel quale Fellini raccontò molto di sé stesso, senza però tradire la vocazione di narratore sospeso tra sogno e realtà.
Con Marcello Mastroianni, nel ruolo di Guido Anselmi, tre splendidi attrici: Anouk Aimée, nella parte della moglie Luisa; Claudia Cardinale, in quella di Claudia, l'amante ideale; e naturalmente Sandra Milo, che interpreta Carla, l'amante che Guido sopporta ormai a fatica. Forse il personaggio che ha reso indimenticata l'attrice, che con Fellini condivise un lungo viaggio artistico e sentimentale del quale si è sempre parlato molto, spesso anche troppo, offuscando in qualche modo la figura della Milo rispetto a quella sovrastante del genio riminese. Per la prova in 8 ½, Sandra ricevette un Nastro d'argento.
Con Federico Fellini, Sandra Milo sarebbe tornata a collaborare sul set due anni più tardi in Giulietta degli spiriti, proprio accanto alla moglie del regista, Giulietta Masina. Un film molto particolare, nel quale la Milo rivestì un triplice ruolo: un'interpretazione che le valse nuovamente il plauso della critica e un secondo Nastro d'argento. Per ricevere un David di Donatello, la Milo dovrà attendere il 2021, quando sarà finalmente insignita del premio alla carriera.
8½, il genio visionario di Federico Fellini tra realtà e sogno
L'ombrellone (1965)
In piena stagione estiva, approfittando di una breve pausa dal lavoro, l'ingegner Enrico Marletti parte da Roma per andare a trovare la moglie Giuliana, che è già in vacanza sull'Adriatico. Tra spiagge piene di bagnanti, alberghi occupati e locali affollati, Enrico si troverà in mezzo a persone che si affannano a riempire un'esistenza vuota con passatempi di dubbio interesse. Si accorgerà, in breve tempo, che Giuliana è a disagio anche vicino a lui. Geloso, crede di aver trovato nel latin lover Sergio un possibile amante della moglie, ma in realtà il vero corteggiatore è il conte Bellanca, che cerca di conquistare Giuliana ricorrendo alla poesia e al fascino del tempo passato, essendo egli un antiquario. Ma mentre Enrico teme che la situazione possa volgere al peggio, accadrà qualcosa di nuovo, che rimetterà tutto in discussione, a partire dal suo rapporto con Giuliana...
Diretto da Dino Risi e scritto dal regista con Ennio De Concini, L'ombrellone è un film cardine della commedia degli anni Sessanta. L'Italia che viene rappresentata non è più quella entusiasta all'inizio del boom economico, ma è un Paese adesso imborghesito, stanco di godersi la leggerezza dell'esistenza, dove la noia prevale sulla voglia di avventura e sullo spirito di libertà. Un mondo che ha rapito anche Giuliana e al quale l'ingegner Marletti cerca di sfuggire molto volentieri. Sublimi le interpretazioni di Enrico Maria Salerno e Sandra Milo, in un film che per molti versi fu precursore dell'epoca contemporanea. Indimenticabile la colonna sonora: oltre ai brani di Lelio Luttazzi, ne fanno parte moltissime canzoni in auge negli anni Sessanta.