Su Rai 2, è arrivato Rocco Schiavone 3, finalmente. Quella del vicequestore di Aosta è una serie TV su cui la Rai punta molto. Per ammissione dei vertici stessi dell'azienda, Rocco Schiavone deve rappresentare una valida alternativa di visione per un pubblico che ama le serie internazionali, deve tentare chi di solito vede solo serie Sky o Netflix, a dare una possibilità a questo prodotto. A margine della presentazione dell'ultima stagione, abbiamo incontrato il cast, il regista e la produzione, ma anche Antonio Manzini, autore dei romanzi da cui la fiction è tratta.
Rocco Schiavone 3, prima puntata, la recensione: La vita va avanti
Il protagonista Marco Giallini: Rocco Schiavone è innamorato
"Non direi che Rocco è depresso - ha esordito Marco Giallini - è piuttosto abbandonato, malinconico. La malinconia fa parte dell'essere umano, certo non è una persona particolarmente allegra, ma d'altronde perché dovrebbe esserlo?" La nuova stagione porta ovviamente dei cambiamenti seguenti agli stravolgimenti avvenuti nel finale della seconda, ma Marco Giallini non avverte una grande differenza. "Sinceramente non avverto molto il cambiamento. Ora forse Rocco è un po' innamorato, il che è stranissimo per lui, quindi si trova a vivere una situazione quasi inedita, ma per il resto credo che possa valere lo stesso discorso che si può fare per alcuni fumetti: è un personaggio letterario che sebbene venga disegnato in modo diverso, rimane lo stesso, cambiano i disegnatori come cambiano i registi e ognuno coglie una sfumatura diversa, ma il personaggio quello è".
Il regista Simone Spada e l'autore Antonio Manzini: 'Rocco sempre più solo'
"Avvicinarsi a questa serie - ha dichiarato il regista Simone Spada - dopo che le precedenti stagioni sono state dirette da due registi eccellenti come Giulio Manfredonia e Michele Soavi non è stato di per sé semplice. Devo dire però che ho trovato in Marco Giallini e nel resto del cast dei fedeli alleati, e tutto è andato per il meglio. Per quanto riguarda il lavoro svolto, ho cercato di portare la mia sensibilità, mantenendo le linee guida date dal genere, il noir, e dal riferimento letterario. Io ce l'ho messa tutta, e sono molto curioso di vedere come andrà". Antonio Manzini, come dicevamo, è l'autore dei romanzi, la mente da cui Rocco Schiavone è nato. La mano dello scrittore è particolarmente evidente anche nella serie, visto che ne cura la sceneggiatura insieme a Maurizio Careddu
Marco Giallini, una bestemmia sulla cover di una rivista tedesca per Rocco Schiavone
"Rocco - ha dichiarato Manzini - è sempre più solo e senza speranze, ma in lui c'è ancora un cuore che pulsa. Credo che la solitudine sia il leitmotiv di questa serie, e coinvolge sì il protagonista, ma anche tutti gli altri personaggi. D'altro canto questa mi sembra una tematica molto contemporanea che contraddistingue l'uomo del 2000: isole che vivono in arcipelaghi difficilmente visitabili". Al di là di tutto, per un autore rimane lo straniante effetto di vedere una propria opera vivere una vita nuova in immagini, e del lavoro fatto con questa fiction Manzini si dice orgoglioso e felice. E di una cosa è particolarmente soddisfatto, e cioè il lavoro di Corrado Carosio e Pierangelo Fornaro, che hanno creato le musiche di questa serie e che, a dire dello scrittore e sceneggiatore, riproducono al meglio l'emotività dei personaggi e degli spazi narrati.
I vertici della Rai
Chi crede fortemente in questa fiction, come detto, è la Rai stessa, che ha in Rocco Schiavone un prodotto piuttosto diverso rispetto a quanto solitamente offre, e che tiene fortemente a ribadire la sua peculiarità. Lo testimonia l'intervento della direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta, che ha sottolineato come Rocco Schiavone apra la stagione autunnale delle fiction di Rai 2, e dice come questa serie sia diventata un "emblema di una linea editoriale di Rai Fiction portata alla rottura di schemi, al livello della grande produzione internazionale ed europea". Innamorato di questa serie si professa anche Carlo Freccero, direttore di Rai 2 e massimo esperto di tv in Italia. Freccero ha innanzitutto messo in risalto il lavoro fatto su Giallini.
"Giallini - ha dichiarato Freccero - è un attore straordinario all'interno di un contesto da commedia romanesca, è il numero uno in questo e tutti lo abbiamo amato nei suoi ruoli. La sfida di questa serie è sottrarlo dal contesto romano in cui è particolarmente a suo agio, e portarlo all'estremo, ad Aosta, in un contesto bianco e candido solo in apparenza, perché nei risvolti nasconde la melma e la merda di questa società. A me - continua Freccero - non piace sentire la parola scorretto, Rocco Schiavone non è scorretto, è solo una persona che ha sofferto molto, che ha vissuto molto, e proprio per questo sa così ben interpretare i fatti della vita. Questo è un prodotto molto complesso che si presta a più letture, rappresenta quella che definirei la via HBO in Italia". Forse un po' troppo, ma descrive molto precisamente quali sono le intenzioni produttive di questa serie.