Discutere del tempo che passa quando ci troviamo di fronte a due icone come Jane Fonda e Robert Redford è superfluo. Bellissimi, politicamente impegnati, i due attori hanno rappresentato il prototipo della star hollywoodian liberal, sensibile alle cause sociali e ambientali, per sessant'anni. Dopo essersi innamorati sul grande schermo nello spumeggiante A piedi nudi nel parco e nell'amaro Il cavaliere elettrico e dopo aver interpretato una coppia che scoppia nel drammatico La caccia, Redford e Fonda tornano ad accompagnarsi nel dolceamaro Le nostre anime di notte, produzione Netflix che approderà sulla piattaforma streaming il 29 settembre.
Redford, approdato a Venezia insieme alla combattiva Jane per ritirare il Leone d'Oro alla carriera, racconta perché ha deciso di interpretare e produrre il film diretto dall'indiano Ritesh Batra: "Mi piaceva l'idea di fare un film che avrebbe parlato ai giovani soddisfacendo anche i corpi più vecchi, ma la vera ragione è che da 47 anni cercavo un altro film da fare con Jane. Volevo tornare a recitare con lei prima di morire". "E io volevo innamorarmi ancora di Robert" esclama Jane Fonda che non nasconde il suo trasporto nei confronti del collega, il cui fascino è inalterato nonostante ormai lui abbia superato gli ottant'anni. "47 anni fa il Sundance Institute era già in attività, Robert ha contribuito a cambiare in profondità il cinema americano. Il suo contributo è stato fondamentale così volevo passare del tempo con lui per vedere che cosa è diventato. Ho sempre amato Robert e ho accettato con gioia di fare un film che parla di speranza. Non è mai troppo tardi. Se sei coraggioso e ti assumi dei rischi c'è sempre una chance".
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Redford e il Sundance: la fucina del cinema indie
Attore, regista, produttore e creatore del Sundance Film Festival, Robert Redford non si tira indietro quando si tratta di raccontare come abbia deciso di dedicarsi alla genesi di un festival che è diventato un punto di riferimento globale per il cinema indipendente. "Potevo crogiolarmi nel successo o usarlo per creare opportunità per le altre persone. Ho deciso di occuparmi di cinema indipendente, termine che in America ha un grande valore. Così ho scelto un posto sulle montagne dove creare un luogo che servisse per aiutare le persone a sviluppare le proprie abilità creative. Il mainstream era controllato dagli studios e dagli artisti famosi, così ho deciso di creare un festival di nicchia attorno al quale si è creata una comunità di cineasti. Il festival ha fornito loro l'opportunità di far vedere i loro film e al pubblico quella di per vedere film alternativi, indipendenti. Ritesh è nato in questo contesto. Al Sundance ha avuto la premiere di Lunch Box, il film che ho fatto in India e da lì abbiamo deciso di collaborare insieme".
L'impegno di Redford non si è concentrato unicamente in ambito artistico. Spesso i film interpretati dall'attore hanno rispecchiato i suoi valori e le sue battaglie politiche. A Venezia, però, Redford non sembra interessato a soffermarsi su questioni politiche né a parlare della sua visione sulla società. "L'unica cosa in cui possiamo credere è che ci sia ancora speranza nel futuro. E allora che facciamo? Abbiamo delle responsabilità nei confronti delle giovani generazioni e dobbiamo farcene carico". Jane Fonda interviene perentoria: "Credo che la cosa più importante sia salvare il pianeta, ma per far questo dobbiamo cambiare tante cose, soprattutto nel nostro paese".
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Era il 1967 quando Jane Fonda e Robert Redford interpretavano una coppia di sposi novelli dal ménage frizzantino e imprevedibile, il tutto dovuto al carattere impetuoso di lei che si contrapponeva alla natura pacata di lui. Jane Fonda ricorda scherzosamente. "In A piedi nudi nel parco non potevo togliergli le mani addosso. In Le nostre anime di notte, ho realizzato che il film era diverso, ma le dinamiche tra i nostri personaggi erano molto simili. E' la mia Addie a dare il là alla storia e adoro questo aspetto, sono molto felice che siano questi due film a delimitare la mia carriera". Ripensando al primo incontro con Redford, l'attrice aggiunge: "Ero negli studi Paramount quando Robert è entrato nel cortile. Le segretarie impazzivano per lui, si davano di gomito e io ho pensato che sarebbe diventato una grande star. E' stato davvero eccitante lavorare con lui". Redford confessa: "Dal mio punto di vista le cose con Jane sono sempre state semplici. Non avevamo bisogno di discussioni o preparazione, ci completavamo naturalmente. Oggi è ancora così".
Le nostre anime di notte mostra la possibilità dell'amore nella terza età, una realtà da non dare per scontato nella società contemporanea anche se vedendo Robert Redford e Jane Fonda così belli, vitali e sicuri di sé sembrerebbe la cosa più naturale del mondo. L'attore, però, ci mette in guardia. "Quando sei giovane non pensi alla vecchiaia, adori le possibilità che ti vengono offerte e cerchi di sfruttarle fino in fondo. Per me invecchiare è stato brutto, da giovane ero molto atletico e all'improvviso ho capito che dovevo stare attento o mi sarebbe successo qualcosa di brutto". Per fortuna il sentimento non viene scalfito dalla vecchiaia: "L'amore romantico cresce, non cambia col passare del tempo". Jane Fonda interviene: "In realtà credo che migliori. Quando si è più esperti, le abilità sessuali sono raffinate. Oggi so cosa il mio corpo richiede meglio di prima". Mentre Jane parla di sesso, Redford sembra risentire della conversazione bollente e, accaldato, si toglie la giacca. Poi aggiunge: "Il sesso sarà negli extra del dvd".