Se è vero che siamo composti per più del 60% di acqua, il restante 40% è fatto di ricordi. Siamo quello che siamo stati, il risultato delle nostre esperienze, il prodotto di una somma di vissuti. Nel bene e nel male ciò che abbiamo alla spalle è più decisivo di quello che ci aspetta, di ciò che speriamo, di cosa crediamo. Non siamo dei luminari di psicologia spicciola, ma crediamo che il cinema in questo ci sia servito da prezioso maestro. Perché attraverso il tema della memoria perduta, con le sue storie fatte di amnesie, protagonisti immemori e smarriti, il grande schermo ci ha fatto conoscere uomini e donne disorientati, individui svuotati e dispersi.
Attraverso loro abbiamo capito che i ricordi sono il terreno sicuro su cui camminiamo e la loro assenza assomiglia ad un campo minato, o meglio, a delle inesorabili sabbie mobili. Ce ne siamo accorti attraverso film di ogni genere; quelli che ci hanno raccontato il dramma della malattia, quelli che hanno creato misteri spazio-temporali, quelli che ci hanno fatto ridere. La perdita della memoria apre scenari narrativi vastissimi (l'amnesia può essere accidentale, voluta, naturale, generale, parziale) e concede al cinema una serie di vantaggi.
Prima di tutto una forte empatia nei confronti dei protagonisti; trovarsi davanti ad un personaggio senza memoria ci fa subito entrare nei suoi panni, perché il nostro punto di vista coincide con il suo, come dentro una tabula rasa di consapevolezze e informazioni da scoprire insieme, poco alla volta. Senza dimenticare le possibilità di giocare con l'intreccio (flashback, visioni, sogni) e con la percezione dello spettatore che non si sente mai davvero al sicuro. Oggi, con l'uscita de Alla ricerca di Dory e il ritorno dell'amabile pesciolina smemorata, vogliamo navigare a vista e orientarci nel cinema capace di dare forma ad una dimensione astratta come quella della memoria. Tra amori, inseguimenti, supereroi, labirinti e carezze.
Leggi anche: Alla ricerca di Dory - Tra emozioni e grandi personaggi
20. Alla ricerca di Nemo
"Zitto e nuota, nuota e nuota". È un ritornello dolce quello di Dory, una canzoncina che invita ad andare avanti e sorridere nonostante tutto, più che mai nelle difficoltà. Anche da co-protagonista di uno film Pixar più amati, il pesce chirurgo blu ha fatto attendere il suo ritorno per lunghi 13 anni. Nonostante soffra di perdita di memoria a breve termine, la guida più svampita degli oceani non perde mai l'ottimismo. E dopo Inside Out, la Pixar con Alla ricerca di Dory forse tornerà a raccontare una ricerca più intima che fisica, inabissandosi nel cuore di questo personaggio adorabile.
Leggi anche: Lacrime animate - Le 10 scene più commoventi dei film Pixar
19. X-Men
Ci sono stati tanti Superman, tanti Batman, tanti Spider-Man e un solo, inscalfibile Wolverine: Hugh Jackman. Un solo volto per un personaggio che nel corso degli ultimi 16 anni abbiamo esplorato in ogni epoca, attraverso un'esistenza difficile, segnata da lutti e dolori al limite dell'umana sopportazione. Bryan Singer nel 2000 ci presenta un Logan senza ricordi, attraversato da flash di un passato traumatico. L'adamantio che ti entra nel corpo è un'esperienza dimenticabile.
Leggi anche: X-Men - 10 cose che (forse) non sapete sulla saga mutante
18. Lo smemorato di Collegno
È il 1927 quando, nei pressi di Torino, un uomo dato per disperso riappare, legato a due diverse identità. Inizia così un caso nazionale lungo decenni, passato alla storia come "Bruneri-Cannella". Ci pensa Totò, con uno dei suoi film più insoliti e controversi, a rimescolare le carte di questo smemorato attraverso un film dai toni tragicomici e un finale tutt'altro che conciliante.
Leggi anche: I grandi della commedia italiana: 15 attori, 15 film e 15 scene cult
17. Una sconfinata giovinezza
Pupi Avati ama raccontare il passato e rivivere le sue vecchie stagioni attraverso i suoi personaggi. In Una sconfinata giovinezza non sembra esserci traccia di autobiografia, ma la vita rappresentata riprende i ritmi e i luoghi della quotidianità più autentica. È la storia della longeva coppia composta da Lino e Francesca, con lui che inizia a soffrire di demenza senile. E allora non resta che tamponare il dolore con un amore nuovo, da ridefinire, reinventare, a cui aggrapparsi ancora più forte.
Leggi anche: Pupi Avati presenta 'Una sconfinata giovinezza'
16. Arrugas
L'ultima stagione della vita raccontata con un tratto morbido e un tatto raro. Così il fumettista Paco Roca ha trattato l'Alzheimer. Tratto dall'omonimo Rughe (edito in Italia da Tunuè), Arrugas racconta la storia di Emilio, anziano costretto a vivere la sua patologia in un ospizio, dimenticato dalla sua famiglia. Lo stile dell'animazione, rotondo e semplice, stride con un racconto pieno di amarezza, commovente e un finale poetico, possibile solo attraverso il disegno.
15. Io ti salverò
Nella clinica psichiatrica di Green Manors il dottor Edwards non è chi dice di essere. Ammesso che lui abbia davvero completa consapevolezza della propria identità. A prenderne atto è la dottoressa Petersen, innamorata di quest'uomo enigmatico, affetto da amnesia e assurde fobie. Alfred Hitchcock si fa ispirare dal surrealismo di Salvador Dalí per costruire un raffinato e visionario thriller a forma di labirinto.
Leggi anche:
-
I 100 anni di Ingrid Bergman: 5 ruoli simbolo della star di Casablanca
-
I 100 anni di Gregory Peck: il fascino discreto del gentleman di Hollywood in 5 film
14. The Bourne Identity
Nei film action i protagonisti sono spesso agenti per conto di altri, pedine nelle mani altrui che rispondo a degli ordini dall'alto. Consapevole di questo, la saga di Bourne pone l'accento sulla necessità di una persona consapevole alla base di ogni missione, e per il suo James la missione è proprio questa: ricordare. Senza memoria, ma in pieno possesso delle sue mirabolanti abilità da supersoldato, Bourne riscrive il genere grazie alla voglia dare senso e valore alle sue azioni forsennate.
Leggi anche: Jason Bourne - I 10 migliori momenti della saga
13. Atto di forza
I ricordi di un'altra persona ci rendono un'altra persona? A conferma di quanto la memoria sia un tratto distintivo di ognuno, Atto di forza gioca con la realtà e la percezione della realtà, il sogno e la verità, invitando lo spettatore a perdersi in questa fantascienza frenetica che, ancora una volta, saccheggia l'immaginazione distopica e instancabile di Philip K. Dick.
Leggi anche: 25 fantascientifiche invenzioni da film e serie che vorremmo fossero realtà
12. Remember
Il doppio filo della memoria. Della Storia del mondo e della storia di qualcuno. Entrambe sono legate alla vita di Zev, anziano ebreo affetto da demenza senile che ha vissuto assieme a Max l'orrore del campo di concentramento nazista. Ma nonostante i suoi ricordi vacillino, c'è qualcosa che non si può dimenticare: il desiderio di vendetta. Articolato e veemente, Remember invita il pubblico in un viaggio verso una definitiva e sorprendente resa dei conti.
Leggi anche: La recensione di Remember: il viaggio nella memoria di Egoyan
11. 50 volte il primo bacio
Se il primo bacio avvenisse 50 volte, sarebbe comunque da considerarsi il primo? Se la ragazza che ami dev'essere riconquistata di continuo, forse sì. Lucy, infatti, soffre di una rara forma di amnesia che le resetta la memoria giorno dopo giorno, ma questo non frena il cuore dell'ex donnaiolo Henry, costretto a inventarsi ogni giorno nuovi modi per farsi amare e per non essere più dimenticato. Ripetitivo per vocazione e sdolcinato per scelta, il film di Peter Segal è riuscito in qualche modo a distinguersi dalla marea di commedie americane proprio grazie al suo curioso soggetto.
Leggi anche: San Valentino al cinema: Le 10 dichiarazioni d'amore che ci hanno condizionato la vita
10. Valzer con Bashir
Alcuni sogni sono ricorrenti, ma anche alcuni incubi lo sono. È così per un amico di Ari Folman, ossessionato da 26 cani che gli danno la caccia. Dopo questa confessione, Folman capisce di aver rimosso la sua esperienza da soldato durante la Guerra in Libano. Da qui parta una dolorosa presa di coscienza, dove l'animazione cerca di mitigare il bisogno di verità documentaristico, senza riuscirci. Perché Valzer con Bashir rimane un film feroce, che sfrutta il visionario solo per enfatizzare una realtà balorda.
Leggi anche: I film del decennio 2000-2009 - Speciale World Cinema
9. Iris - Un amore vero
Ancora una volta l'Alzheimer al centro di questo biopic dedicato alla vita della scrittrice Iris Murdoch e raccontato attraverso un netto parallelismo tra il passato e il presente, da cui emerge un equilibrio di coppia destinato a cambiare proprio a causa della malattia. Nonostante la presenza delle strepitose Judi Dench e Kate Winslet, il Premio Oscar (come miglior attore non protagonista) lo vince un vibrante Jim Broadbent.
Leggi anche: Premi Oscar: la storia e i vincitori degli Academy Awards dal 1929 ad oggi
8. Dark City
Catapultandoci nell'amnesia di John Murdoch, Alex Proyas ci fa visitare al suo fianco una città fumosa, inquietante, inabissata nell'oscurità.
Ad essere confuso e disorientato è anche lo spettatore, perché Dark City affascina proprio attraverso i dubbi, le stranezze e la capacità di snodare lentamente le sue rivelazioni dentro un immaginario ancora troppo straniante per il pubblico del tempo.
L'anno dopo arriverà Matrix ad imporre la sua rivoluzione.
Leggi anche: Da Matrix a Hunger Games - Distopie e proiezioni di un futuro che fa paura
7. Una notte da leoni
C'è chi vive la classica crisi di mezza età e chi la propria età la dimezza di continuo. Come adolescenti nel bel mezzo di una delirante gita scolastica, quattro amici si ritrovano a Las Vegas per festeggiare l'addio al celibato di uno di loro. Una notte da leoni è il racconto a ritroso di una folle notte vista dagli occhi allucinati, assonati, frastornati di tre amici che risvegliano senza alcun ricordo addosso. Invece rimangono i tatuaggi, le tigri in camera, neonati da gestire e il primo capitolo di una saga esilarante.
Leggi anche: Risate vietate: quando la commedia si fa scorretta
6. A proposito di Henry
Henry detta legge a modo suo. Avvocato sprezzante e dalla condotta tutt'altro che irreprensibile, resta gravemente ferito in seguito ad una rapina. Paralizzato e privo di ricordi, Harrison Ford interpreta il reset di un uomo, una rinascita catartica che aveva bisogno della tragedia per scuotere, invitare all'esame di coscienza e ritrovare la via (morale) smarrita quando era in salute.
5. Se mi lasci ti cancello
Ricordarlo sempre come uno dei film più bistrattati di sempre per colpa del suo titolo tradotto in modo infelice è giusto, ma significa anche fare un piccolo torto al capolavoro di Michel Gondry. In questa poesia cinematografica l'addio ai ricordi è un atto voluto, un gesto estremo per preservarsi dal dolore. L'amore tra Joel e Clementine finisce e allora non resta che rimuovere per non soffrire, dimenticare per cercare quella che il titolo originale definisce "l'infinita letizia di una mente candida".
Leggi anche: La sublimazione degli amori impossibili
4. Away from her - Lontano da lei
La vita di una coppia raccontata dalla fine, dalla terza età che, guardando indietro, scopre i compromessi accettati, i problemi affrontati o, forse, soltanto accantonati. Almeno sino a quando lei, Fiona, inizia a dare segni di demenza senile e al suo Grant non resta che dedicarle un ultimo atto d'amore. Un film delicato e potente, dove le immagini e le parole creano un ritratto verissimo.
3. Mulholland Drive
Una lunga strada, un incidente, una donna senza memoria che ne incontra un'altra per perdersi insieme nei meandri dei sogni e dei desideri frustrati di una vita intera.
David Lynch erige il suo film-labirinto depistando lo spettatore tra indizi oscuri e spazi onirici percepiti come reali. In questo caso la memoria non è la via maestra del film, ma solo uno dei tanti territori in cui smarrirsi.
Leggi anche: Gli insoliti finali - I colpi di scena più sconvolgenti degli ultimi 20 anni
2. Still Alice
Ce lo suggerisce anche il titolo. Alice è caparbia, Alice è una donna forte prima che affermata; lei non si arrende nemmeno quando scopre di soffrire di una forma genetica di Alzheimer. Alice è ancora Alice e fa di tutto per rimanere avvinghiata alla sua dignità di donna, moglie e madre con un pesante fardello lasciato nei geni dei suoi figli. Grazie ad una sontuosa Julianne Moore, Still Alice ha il coraggio e la delicatezza di affrontare il tema con realismo e dovizia di particolari, facendo coincidere il punto di vista del pubblico con quello della protagonista e della sua famiglia.
Leggi anche: La Top 10 dei grandi ruoli di Julianne Moore
1. Memento
Non riuscire a ricordare. Non riuscire a dimenticare. Le due paradossali condanne di Leonard sono queste. Guidato da fotografie, tatuaggi e l'ossessiva volontà di trovare il colpevole della morte di sua moglie, il protagonista del primo geniale sussulto di Christopher Nolan soffre di un disturbo della memoria a breve termine. E la sua instabilità mentale si riversa anche nella struttura di un film che inizia con la fine e finisce con l'inizio, traballa tra presente e passato, per poi svelare il potere salvifico della rimozione contro il senso di colpa.
Leggi anche: