Forse non sarà più un Ufficiale e Gentiluomo, ma a 64 anni Richard Gere continua ad essere un esempio di eleganza, moderazione e fascino zen. Agile nella figura come nel ragionamento, l'attore americano, arrivato per un passaggio veloce nella capitale, si dimostra disponibile e professionale come sempre incantando per la millesima volta la stampa romana. Al centro della conferenza stampa c'è il suo ultimo lavoro La frode, diretto dall'emergente Nicholas Jarecki e distribuito dal 14 marzo dalla Distribuito da M2 Pictures. Il film segue i passi e le azioni del magnate Robert Miller alla vigilia del suo sessantesimo compleanno. L'uomo mostra al mondo una facciata impeccabile contraddistinta dal successo negli affari e dalla solidità familiare. Ma non sempre tutto ciò che riluce è oro. Così, dietro i successi di questo indiscusso Re Mida, si nasconde il rischio di un crack finanziario, la necessità di organizzare una frode a molti zeri e la presenza di un'amante artista dall'accento francese. A complicare il quadro, più dell'inopportuna attenzione della polizia, è una famiglia che, imprevedibilmente, sembra non reggere l'urto con la realtà scegliendo di rivoltarsi al suo, fino ad ora, indiscusso patriarca.
Signor Gere, il suo personaggio è un business man senza scrupoli ed una sorta di patriarca familiare. Come si è rapportato con lui? Richard Gere: Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che il contenuto e lo stile fosse incredibile. Ed ancora più sorprendente è che, fino a quel momento, Nicholas Jarecki non aveva mai scritto o diretto nulla. In effetti, ogni personaggio in questo film è meraviglioso e unico. Robert Miller, poi, è un uomo che possiamo trovare in qualsiasi luogo in questo preciso momento storico.
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Nel film lei è affiancato da una splendida Susan Sarandon nel ruolo di sua moglie. Come siete riusciti a creare questa alchimia, degna di una vecchia coppia?
Richard Gere: Con Susan ci conosciamo da molto tempo. Ad essere precisi sono quarant'anni, anche se lei, durante le prime interviste per questo film rilasciate al Sundance, ne ha dichiarati solo 35. Anzi, per un periodo ci ha diviso solamente un muro, essendo vicini di appartamento. Per un attore rappresentare una lunga relazione non è semplice perché bisogna interpretarla con sicurezza e confidenza: Con Susan è tutto semplice. Ci comprendiamo alla perfezione e litighiamo su tutto, proprio come una coppia di vecchia data.
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Il film prende in considerazione un'alta borghesia impunita per cui l'unico vero nemico sembra essere la famiglia stessa... Richard Gere: Il vero nemico è la verità. Questa è la differenza. Di fondo la legge è solo un elemento tecnico che non riesce a toccare chi fa parte di un club chiuso, potente ed elitario. Robert, però, pur riuscendo ad evitare il carcere, paga un prezzo molto alto in rapporti umani tradendo la fiducia della figlia e deludendo la moglie. Nonostante questo, però, il film mostra chiaramente che nulla è mai definitivo. Anzi, il più delle volte, ogni situazione può essere riparata. Un principio che vale soprattutto nella vita reale. Pensate a Clinton e al suo scandalo Lewinsky. In quel periodo, pur avendo fatto delle cose apprezzabili, il Presidente sbagliò e si trovò contro tutta la sua famiglia. Oggi, però, le stesse persone hanno recuperato il rapporto. Questa è la prova che tutto si può riparare e che anche uomini molto intelligenti possono prendere delle decisioni incredibilmente stupide.
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