Il plot
Reduce dalla schiacciante vittoria elettorale che lo ha portato a diventare Governatore dello Stato di New York, lo spietato Conrad Grayson (Henry Czerny) sta ricostruendo le proprie finanze mentre coltiva l'ambizione della Casa Bianca; nel frattempo sua moglie Victoria (Madeleine Stowe) trascorre un felicissimo idillio con il suo ritrovato primogenito, Patrick Harper (Justin Hartley). I coniugi Grayson sono tuttora ignari del fatto che Amanda Clarke (Emily VanCamp), sotto le mentite spoglie di Emily Thorne, sia intenzionata più che mai a portare a compimento la propria vendetta, con l'indispensabile aiuto del milionario Nolan Ross (Gabriel Mann), scagionato e rilasciato dal carcere dopo il crollo dell'Initiative. E pur di realizzare il suo intento, Emily è disposta perfino a convolare a nozze con Daniel (Joshua Bowman), che dal canto suo tenta con difficoltà di emanciparsi dagli ingombranti genitori. A complicare la situazione è il ritorno negli Hamptons di Jack Porter (Nick Wechsler), che ora conosce la vera identità di Emily...
Cosa ci è piaciuto di questo episodio
Ammettiamolo: nel panorama della Tv odierna, Revenge costituisce il più emblematico e probabilmente anche il più riuscito esempio di guilty pleasure, il prodotto da porre ad un polo opposto rispetto alle inedite vette di qualità di titoli come Mad Men, Breaking Bad e Homeland. La serie della ABC, firmata da Mike Kelley ed ispirata (molto alla lontana) a Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas, rappresenta infatti una sorta di evoluzione in chiave contemporanea di quei serial a base di intrighi e colpi di scena tanto in voga negli Anni '80, quali Dallas e Dynasty, e il primo episodio della terza stagione non smentisce le aspettative. Dopo il "finale col botto" che aveva chiuso una seconda stagione altalenante e fin troppo indecisa sul percorso da intraprendere, gli autori di Revenge dimostrano di aver appreso dai propri errori e tentano subito di aggiustare il tiro. Il primo passo è una netta semplificazione delle varie storyline, preannunciata già dalle eloquenti parole rivolte da Emily a Nolan: 'Let's never say the words Carrion or Initiative ever again'. Fatta dunque piazza pulita di improbabili organizzazioni criminali e di ancor più improbabili piani malefici degni dei villain dei cine-comic, Revenge torna in scena gettando benzina sul fuoco della rivalità fra Emily, sempre più animata dai suoi implacabili propositi di vendetta, e la dinastia dei Grayson, ignara della minaccia che si profila all'orizzonte...
Come già indicato, rispetto agli innumerevoli punti deboli della seconda stagione (in alcuni casi, un autentico pasticcio narrativo) Fear punta nella direzione giusta, pur senza rinunciare a bizzarrie varie (Nolan che plana dall'alto, a mo' di Batman, nel bel mezzo della festa dei Grayson) e a quel tono generale da soap-opera perennemente sospesa sull'orlo del kitsch. Certo, personaggi come Daniel o la sorella minore Charlotte (Christa B. Allen) continuano a risultare piatti e incolori, quando non addirittura irritanti (pure a causa dei loro rispettivi interpreti), ma del resto anche queste caratteristiche rientrano nell'economia generale di una serie non certo nota per le finezze psicologiche. Vertice del ridicolo (un elemento immancabile in ogni singola puntata di Revenge, come gli affezionati della serie ben sapranno): la spaventosa facilità con cui Emily riesce ad avvelenare Conrad Grayson, ma soprattutto a falsificare i risultati dei suoi esami all'ospedale, facendogli attribuire erroneamente il morbo di Huntington... quel picco di assurdità che sarebbe impossibile da giustificare, se non fossimo nel delirante micro-universo di Revenge.
Note a margine
La prima new-entry da tenere d'occhio per questa terza stagione è senza dubbio Patrick Harper, il figlio segreto (ormai non più tanto segreto) di Victoria: l'iniziale idillio bucolico tra madre e figlio, con tanto di cavalcata ripresa in un imbarazzante ralenti, rasenta una piccola parodia (volontaria?) di tutti gli incesti, espliciti, accennati o soltanto ipotizzati, dei vari Beautiful e telenovele analoghe. E per un personaggio che arriva, c'è anche qualuno che se ne va (presumibilmente per sempre, o almeno così ci si augura): Ashley Davenport (Ashley Madekwe), la giovane e super-arrivista assistente tuttofare dei Grayson, crudelmente soprannominata dai fan della serie "stupida serva inglese", riceve infatti un duplice benservito da Emily e Victoria, per un addio forse (si spera) definitivo.
Se il subplot del rapporto fra Victoria e suo figlio Patrick appare ancora "in gestazione" e senza una direzione precisa (ma tuttavia potenzialmente intrigante), il fulcro dell'interesse per questa nuova stagione continua a risiedere nel conflitto alla base della trama fin dal pilot della serie: l'odio feroce di Emily, forte dell'alleanza con il fido Nolan, nei confronti di Victoria, che sembra aver trovato un inaspettato partner nel redivivo Aiden Mathis (Barry Sloane), ex-amante di Emily / Amanda e ora pronto a schierarsi sul fronte opposto per conseguire il medesimo obiettivo di Lady Grayson: "distruggere la ragazza della porta accanto". Un colpo di genio, infine, il flashforward iniziale che ci mostra Emily in abito da sposa, ferita da due colpi di pistola sparati da un aggressore senza volto, mentre precipita in acque gelide: ancora una volta, come era già accaduto per la prima stagione, Revenge apre un drammatico squarcio su un immediato futuro (da notare fra l'altro che la data delle nozze, l'8 agosto, riproduce il simbolo dell'infinito). Ma in fondo, a confermarci le notevoli premesse di questa stagione è la stessa Emily, nel corso di uno dei suoi dialoghi con Nolan: 'What do you have on tap?' 'A long summer of fun'. Buona estate, dunque, e buon divertimento!
Movieplayer.it
3.0/5