Nascita di un politico
Il mondo è in continuo fermento. Movimenti, lotte, battaglie che sulla lunga distanza ci restituiranno un quadro internazionale diverso dall'attuale. Ed a posteriori è normale, quasi sacrosanto, voler indagare su quelle figure attraverso le quali passa il cambiamento, quelli che nel corso dello stesso hanno agito ed operato, che siano responsabili primari di questo o meno. È quello che fa Andrzej Wajda con la figura di Lech Walesa, fondatore del sindacato polacco Solidarność, Solidarietà, trasformatosi da semplice elettricista ed operaio in presidente della Polonia nel giro di vent'anni.

Punto di partenza, e filo conduttore, di questo percorso che anima Walesa, Man of Hope è la lunga intervista rilasciata dal leader sindacale ad Oriana Fallaci in vista del futuro premio Nobel per la pace ricevuto nel 1983, che riesce a sottolineare luci ed ombre dell'uomo. Quella dell'intervista è la situazione che si interseca e fa da sfondo al racconto biografico e politico, che invece prende le mosse nel 1970, in occasione di una sanguinosa repressione delle proteste operaie da parte delle autorità.

Wajda si affida ad un buon cast per dar corpo al suo ritratto, in primis il protagonista Robert Wieckiewicz che tratteggia un quadro complesso del leader politico e la brava Maria Rosaria Omaggio che dà vita su schermo alla Fallaci. Il regista li immerge in una struttura narrativa solida e dal buon ritmo, che racconta senza annoiare pur non approfondendo ogni aspetto che viene messo in scena, un impianto narrativo in grado di rivolgersi anche ad un pubblico più giovane, affinché la figura di Walesa possa essere d'esempio anche alle nuove generazioni.
Movieplayer.it
4.0/5