Non è semplice lavorare con gli animali in ambito cinematografico. Rubano la scena, catalizzano l'attenzione dello spettatore e di certo non sono di semplice gestione nella quotidianità di un set. Non è una novità, lo sanno tutti, ed è una nozione ancora più valida se l'animale in questione è una sorta di star in patria, come è il caso del protagonista di Pongo, il cane milionario, noto al pubblico spagnolo per la pubblicità della lotteria nazionale e di una popolare serie TV.
E' l'ennesimo eroe a quattro zampe del cinema, che va ad aggiungersi ad una schiera ampia e variegata che va da Lassie a Beethoven e che sa come entrare nei cuori degli spettatori. Nel caso specifico ci troviamo di fronte ad un adorabile Jack Russel Terrier, dal musetto furbo e simpatico, intorno al quale il regista Tom Fernández ha costruito la frizzante storia che anima il suo film, una commedia per giovani (per non dire giovanissimi) dalla grande linearità ma carica di brio e vivacità, che parte dalla Spagna vestendosi di un tono più internazionale per cercare di conquistare il pubblico di ragazzi di tutto il mondo... Ci riuscirà?
Vittima della ricchezza
Pongo non è un cane come tanti altri. E non solo perché lava i piatti, gioca ai videogame ed all'occorrenza dipinge casa. E' fuori dal comune soprattutto perché è ricchissimo dopo aver vinto la lotteria e vive in una grande villa piena di giocattoli. Ad occuparsi di lui c'è Alberto, il suo segretario personale che si sforza anche di tenerlo lontano dai pericoli che il mondo riserva a quelli che possiedono tanto. Uno di questi è Montalban, che mette i suoi scagnozzi sulle sue tracce per rapirlo e portare avanti i suoi intrighi. Per il povero Pongo inizia una serie di vicissitudini che lo portano nel campo di concen... ehm, addestramento di Mario, severo e rigido ma spinto da motivazioni non del tutto malvagie: trovare una casa e dei genitori adottivi per Pongo.
Gli manca solo la parola
Fernandez dà al protagonista di Pongo, il cane milionario (Pancho nell'originale spagnolo) abitudini e capacità tendenti all'umano, spingendolo fino a cucinare, guidare l'auto e affrontare criminali, ma non fa l'errore di spingersi troppo oltre facendolo anche parlare: Pongo resta a tutti gli effetti un cane, seppur particolarmente dotato e antropomorfizzato, interpretato da un animale reale e non un personaggio in CGI, e come tale comunica abbaiando, scodinzolando e con il tipico linguaggio del corpo canino. Sono ovviamente presenti innesti in computer graphics per permettergli di compiere le azioni impossibili per il suo interprete canino, e sono realizzate con grande cura ed aggiunte alle sequenze con una fluidità e cura che rendono credibili le situazioni in cui Pongo si trova coinvolto. O almeno possono esserlo per il pubblico d'elezione del film, quello dei bambini che impareranno ad amare ed apprezzare Pongo.
Pongo e i suoi amici
Attorno al cane, protagonista assoluto della storia, non mancano personaggi umani più o meno riusciti ed interpretati da attori e attrici noti al pubblico spagnolo, da Ivan Massagué a Cesar Sarachu, Secun de la Rosa e Patricia Conde. Comprimari che si integrano molto bene nello spirito e nel tono del film, con tempi efficaci che assecondano le azioni e le situazioni di Pongo. Con dialoghi brillanti che accompagnano una comicità più puramente slapstick con qualche scivolone un po' grossolano, il risultato è un film vivace e divertente, ma estremamente lineare e semplice nello sviluppo per assecondare il suo target ideale di bambini. E' una scelta che in parte lo relega nella sua nicchia di film per ragazzi e non gli permette di poter essere apprezzato da spettatori più maturi ed esigenti, che dovranno accontentarsi delle numerose citazioni cinematografiche che arricchiscono la visione, da Il padrino e Il silenzio degli innocenti, e di un accenno di critica sociale che però resta solo accennata.
Conclusione
Pongo, il cane milionario è una commedia per ragazzi vivace e divertente, tecnicamente ben realizzata, ma dallo sviluppo estremamente lineare e semplice che rende la visione adatta soprattutto al suo target ideale di giovanissimi, concedendo agli spettatori più adulti solo una manciata di simpatiche citazioni cinematografiche.
Movieplayer.it
2.5/5