Il ragazzo dai capelli ricci
Caracas, giorni nostri. Junior ha nove anni e una voglia matta di stirare i suoi capelli ricci, una caratteristica fisica che lo rende troppo diverso dagli altri. Sogna una chioma normale per poter ben figurare nella foto tessera che gli serve per l'iscrizione a scuola e anche per entrare nel dorato mondo dello showbiz. Nessuno però sembra volergli dare una mano, né la nonna, una signora eccentrica che pur di averlo con sé, ed evitargli la fine del padre, ucciso, è disposta ad accettarne la 'diversità', né la madre, vedova e disoccupata. Marta non riesce proprio a comprendere quel figlio particolare che ogni tanto si mette ballare, ossessionato dallo shampoo e dal phon, così dirotta tutte le sue attenzioni sul secondogenito, allontanandosi progressivamente da Junior, disprezzandolo per la presunta omosessualità. Non è un film di immediata decifrazione Pelo Malo, diretto dalla venezuelana Mariana Rondòn, presentato in concorso alla 31.ma edizione del Torino Film Festival e vincitore a San Sebastiàn; alla rappresentazione accurata di un ambiente sociale povero e degradato in cui si muovono i personaggi, non corrisponde la stessa attenzione nella "descrizione" del loro mondo interiore, quasi fossero denotati solo ed esclusivamente dalle loro azioni. In questo modo perdiamo di vista l'aspetto centrale della storia, ossia la ricerca di identità da parte di Junior e, successivamente, il rapporto con una madre anaffettiva e giudicante che lo considera un oggetto misterioso, un alieno da respingere. Riusciamo raramente a entrare nel mondo del ragazzino dai capelli ribelli, che la Rondòn finisce per mettere in secondo piano rispetto alla madre manipolatrice, odiosa e fredda.

Movieplayer.it
3.0/5