Gabbie
E' uno strano e affascinante progetto Ok, Enough, Goodbye, diretto dalla libanese Rania Attieh e dal texano Daniel Garcia e presentato in concorso al Torino Film Festival 2011; un lavoro, il loro, interamente autoprodotto, 'sfruttando' amici e familiari nel cast e che solo successivamente ha ottenuto i soldi dal fondo Sanad di Abu Dhabi. Apparentemente etereo e senza una struttura narrativa ben precisa, l'opera del duo rivela in realtà una complessa ossatura costruita attorno al protagonista maschile, il proprietario di una pasticceria che vive ancora con la madre a cui la lega un filo saldissimo. Stralunato, grassoccio, vestito nelle maniere più improbabili, attratto unicamente dalle automobiline che colleziona alla sua veneranda età e trasandato, l'uomo trova la sua unica ragion d'essere nel rapporto con l'anziana genitrice, presente ma non dispotica. Quando la donna, senza dare spiegazioni, lo lascia da solo nel loro appartamento a Tripoli, in Libano, per l'uomo inizia una peregrinazione senza fine alla ricerca di qualcuno con cui relazionarsi. Succede di volta in volta con Walid, un bambino con cui litiga quotidianamente, con una prostituta conosciuta casualmente attraverso degli sms, con un amico di vecchia data e, infine, con la figura più misteriosa di tutte, una colf etiope che non parla una sola parola di arabo e che quindi non rappresenta 'l'altro' di cui disperatamente a caccia.
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Rania Attieh e Daniel Garcia sono riusciti comunque a creare un film diverso su una nazione che ancora oggi piomba nel buio per il razionamento dell'energia elettrica, scegliendo il punto di vista un uomo spaesato. Un uomo che alla fine accoglie nella sua grande casa un canarino in gabbia. Chissà ancora per quanto.
Movieplayer.it
3.0/5