Recensione La peggior settimana della mia vita (2011)

Un film spiritoso in cui si ride spesso e di gusto, talvolta a denti stretti, nonostante manchi un importante ingrediente come la coralità e di quel pizzico di approfondimento narrativo intorno ai singoli personaggi che aiuta, in questi casi, a rendere più fluidi gli intrecci e più naturale l'evoluzione della storia.

Quel (tragicomico) ramo del Lago di Como...

Una farsa mai volgare ed equilibrata, musicalmente frizzante e frivola, che segue la traccia della più recente commedia popolare americana declinandola all'italiana con un'ambientazione sofisticata, una divertente ostilità familiare e un'immancabile contrapposizione tra Nord e Sud.
E' infatti in una delle location turistiche più chic del nord Italia, il Lago di Como, che si svolgono i disastrosi ultimi preparativi per il matrimonio di Paolo, pubblicitario malinconico e un po' sfigato promesso sposo di Margherita, una deliziosa veterinaria ricca di famiglia che si è innamorata follemente di lui nonostante il parere contrario dei genitori, due alto-borghesi un po' snob che non si può certo dire siano contenti della scelta compiuta dalla figlia maggiore. Con l'intento di farsi finalmente accettare dalla famiglia di lei e di arrivare sull'altare con meno patemi d'animo possibile, Paolo collezionerà una serie di gaffe e di piccole tragedie che lo trasformeranno nel peggior incubo dei suoi futuri suoceri e che rischieranno persino di compromettere le tanto attese nozze. A mettere il carico da undici contribuirà anche il suo testimone, un napoletano verace amante dei guai e sempre con la battuta pronta, e una sua ex-amante paranoica, pronta a tutto pur di mandare a monte il matrimonio...


Immaginatevi Antonio Catania e Fabio De Luigi nei panni dei Robert De Niro e Ben Stiller di Ti presento i miei, con un simpatico carlino di nome Ettore a sostituire Sfigatto e una vecchietta tutto pepe in carne ed ossa (rotte) a sostituire l'urna con le ceneri della nonna della sposa. Tra momenti di cattiveria pura e situazioni al limite del paradossale che vedono protagonista un De Luigi in grande spolvero, assai convincente con quell'espressione a metà fra il sognante e l'imbranato stampata in volto per tutto il tempo, il film si snocciola in un'ora e mezza di risate e siparietti a ripetizione senza mai perdere l'equilibrio e senza inciampare nello strafalcione. La peggior settimana della mia vita poggia su una storia ben congegnata e ritmata al punto giusto che non cade mai di tono ed in cui tutti gli attori danno il loro meglio ma è soprattutto una commedia che non tralascia il lato estetico in favore di qualche risata sguaiata in più. Esordi davvero brillanti sia quello di Alessandro Genovesi, alla sua prima regia cinematografica, sia quello di Monica Guerritore che, in versione suocera nevrotica più preoccupata per le settantaquattromila tartine nel frigo che per un eventuale annullamento delle nozze, si è cimentata per la prima volta con la commedia, un genere che ha dimostrato di poter interpretare in scioltezza nonostante la sua storica predilezione per i ruoli drammatici. Straordinarie le prove di De Luigi e di Catania, calibrate al punto giusto, mai caricaturali e sempre piuttosto misurate, che fanno da contraltare alla performance volutamente sopra le righe di Alessandro Siani, cui va il merito di aver scritto e poi recitato alcune delle battute più spassose.

A metà strada tra comicità grottesca del recente La bellezza del somaro e quella più popolare e fresca di Benvenuti al Sud, La peggior settimana della mia vita si posiziona però in un contesto sociale e temporale poco riconoscibile mancando della giusta dose di realismo che permette allo spettatore, in questo tipo di commedie, di immedesimarsi pienamente nei panni dei protagonisti.
Un film spiritoso in cui si ride spesso e di gusto, ritmato al punto giusto e che non cade mai di tono nonostante manchi un importante ingrediente come la coralità e quel pizzico di approfondimento narrativo intorno ai singoli personaggi che aiuta, in questi casi, a rendere più fluidi gli intrecci e le dinamiche familiari.
Un esordio che fa ben sperare per il futuro dunque, che regala perle di comicità grazie ad un cast di altissimo calibro e ad una scrittura raffinata, ma che non rinuncia a dare all'occhio la parte che si merita.

Movieplayer.it

3.0/5