Rebel Ridge, la recensione: un thriller poliziesco solido e sorprendente

Jeremy Saulnier arriva su Netflix con un thriller poliziesco politico, solido, elegante e sorprendente. Un film che adotta un format già visto, eppure capace di sfruttare a pieno la potenzialità cinematografica.

Locandina di Rebel Ridge.

"Rebel Ridge" recita una targa che si trova nella cittadina di Shelby Springs, una delle tante che vive in una dimensione a sé, lontana dalle regole della contea e dall'idea di un'apertura verso l'esterno. Uno di quei luoghi satellite che orbitano intorno alla costellazione di sentimenti e idoli a stelle e strisce, ma che si fanno un vanto di governarsi autonomamente, sguazzando in un'omertà legittimata dalla sopravvivenza e da un senso di responsabilità comunitario.

Filme Rebel Ridge
Terry, il protagonista

Un mondo con leggi ferree in cui decide chi è al comando chi sono i buoni e ci sono i cattivi. Questo fino a quando non compare un qualcuno che decide di alzare la testa di fronte ad un sistema imposto in cui i più forti decidono per la sorte di tutti gli altri. Un Rebel Ridge, per intenderci, tipo la scritta della targa, o come il protagonista del nuovo film, omonimo, di Jeremy Saulnier.

A prima vista lo schema è quello di un poliziesco intrecciato con una sorta di revenge movie, nel quale una persona esterna viene a contatto con un microcosmo fatto di ingiustizie diventandone un'ennesima vittima. Una sfortuna per il microcosmo, che si ritroverà ad aver offeso il famigerato "uomo sbagliato" con la conseguenza di doverne pagare il salato conto. Questa è l'idea, vista e rivista, invece la pellicola fa tutt'altro.

Rebel Ridge non è quello che vi aspettate

Rebel Ridge Scena Film Netflix
Uno dei duelli rusticani di Rebel Ridge.

La storia di Rebel Ridge è piuttosto semplice come tradizione vuole in un film del genere, usata come un pretesto per mettere in moto i meccanismi narrativi giusti e arrivare dove agli autori interessa loro. C'è un uomo in bicicletta, un certo Terry Richmond (interpretato benissimo da "occhi di ghiaccio" Aaron Pierre), che viene fermato dai poliziotti di turno che con una scusa del tutto legale gli sottraggono la grande quantità di denaro che portava con sé per pagare la cauzione per suo cugino e magari iniziare un progettino nuovo per ripartire.

Terry è collaborativo e cerca di farsi valere per vie legittime e riconosciute dallo Stato. Si reca quindi nel tribunale della città, ma viene scansato ovviamente da tutti tranne che da una ragazza di nome Summer (Anna Sophia Robb), un aspirante avvocatessa che ha evidentemente qualcosa di personale che la spinge ad aiutare l'uomo. A prima vista infatti non sembra ci sia nessun tipo di vantaggio all'orizzonte per lei. Terry però decide di risolvere la cosa a modo suo e va direttamente nella tana del leone, ovvero alla stazione di polizia.

Rebel Ridge Annasophia Robb
Qual è il segreto di Summer?

Lì incontra il capo (forse futuro ispettore) Sandy Burnne (Don Johnson) al quale propone un accordo per riavere almeno i soldi per potere far uscire di galera suo cugino. Accordo che, nessuno si sorprenderà, viene ovviamente sabotato dagli uomini della legge. Risultato è che il cugino di Terry va nella prigione di stato e lui, non proprio contento, si rivela essere l'uomo giusto per far luce su un sistema marcio che coinvolge non solo la polizia, ma le istituzioni della comunità. Un ribelle con una formazione di corpi marine a cui non bisogna fare un torto simile.

Sentieri poco battuti per esprimersi al meglio

Rebel Ridge Aaron Pierre
O-o-o-occhi di ghiaccio.

Essendo Jeremy Saulnier un cineasta esperto in pellicole di genere di poliziesco altamente codificate, è anche un professionista più che in grado di maneggiare una materia in apparenza così stratificata e renderla malleabile al punto da cambiarla più volte davanti allo spettatore. Rebel Ridge gioca con il ritmo e soprattutto con l'attesa, tradendo costantemente le aspettative di chi guarda fino a condurlo all'interno di un film che c'entra poco o nulla con quello ci si sarebbe potuto attendere.

Non fraintendeteci, il revenge movie e l'action sono elementi che il titolo contiene e che in grado di far dialogare molto bene, anzi, nel momento in cui deve esplodere sa come farlo senza mai esagerare, senza uscire dalla solidità del suo apparato e senza perdere di vista il registro scelto per parlare degli argomenti selezionati. La sua prima preoccupazione è quella di alterare i meccanismi del genere per sperimentare, sorprendere e approfondire tematiche sociali, politiche e in un certo senso anche antropologiche di un certo tipo di dimensione statunitense. Archetipo di un mondo ben più grande. Per farlo si concentra sulla parte di giallo, dividendo la narrazione quasi in capitoli e facendo pian piano emergere la sua vera natura di pari passo con i suoi personaggi. Tutti approfonditi, tutti non banali e tutti interpretati molto bene (anche se è forse Don Johnson a prendersi lo scettro).

Rebel Ridge Don Johnson
Rebel Ridge mostra degli uomini di legge molto particolari

Rebel Ridge è un ottimo film perché originale, ben pensato, ben girato, sobrio, ma incredibilmente efficace. Un film che non ha bisogno di esagerare mai. Una bella prova di un regista che ha dalla sua un curriculum di tutto rispetto quando si parla di thriller / polizieschi e, come fatto in passato, riesce con cognizione di causa ad entrare dentro micromeccanismi e micrologiche che regolano comunità poco analizzate, rendendole così specchio per guardarsi intorno. Un ritorno in grande stile in un tipo di film salutato con Green Room e una lezione di cinema per chi pensa che le strade poco percorse siano da evitare.

Conclusioni

Su Netflix c'è Rebel Ridge, un'altra grande prova di Jeremy Saulnier. Un thriller poliziesco solido ed elegante che con grande maestria disattende gran parte dei canoni che lo spettatore si aspetterebbe facendo emergere la sua vera natura piano piano, insieme ai suoi personaggi, tutti approfonditi e ben recitati. Titolo di grande fattura che grazie alla scrittura riesce ad approfondire tematiche sociali, politiche ed antropologiche, evidenziando le potenzialità di un genere che anche se legato al revenge movie può parlare di tante cose e farlo attraverso sentieri poco battuti.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Il lavoro sul genere.
  • Il suo lato sorprendente.
  • La cura della messa in scena.

Cosa non va

  • La divisione in atti, un po' sottolineata.