Nel marzo del 2018 è uscito nelle sale di tutto il mondo Ready Player One, il trentunesimo lungometraggio cinematografico di Steven Spielberg, basato sull'omonimo romanzo di Ernest Cline (che ha recentemente dato alle stampe il sequel letterario). Un'avventura virtuale a base di avatar digitali e realtà aumentate intrise di nostalgia, con la caccia a un vero e proprio Easter Egg come motore della trama, tra rimandi al cinema, ai videogiochi e a vari altri elementi della cultura popolare globale. Uno spettacolo strepitoso che adesso è ancora più visivamente accattivante, grazie alla nuova versione 4K disponibile su Infinity. Una scusa ideale per ritornare nel mondo dell'OASIS al fianco di Wade Watts e dei suoi amici, all'insegna del divertimento in pura salsa blockbuster tra ieri, oggi e domani.
Nostalgia, portami via
Al centro di Ready Player One c'è il mondo virtuale dell'OASIS, ideato da James Halliday come vero e proprio monumento all'entertainment nostalgico, con gli utenti che possono interagire con King Kong, il Gigante di ferro e molti altri personaggi. Un escamotage affascinante che in realtà ha creato più di un grattacapo alla Warner Bros. e a Steven Spielberg per tutto ciò che non fosse di proprietà diretta della major (uno scenario a cui entrambi sono abituati, avendo collaborato ai tempi con la Disney per Chi ha incastrato Roger Rabbit?), con tanto di necessarie modifiche rispetto alla fonte cartacea. Così è nata una delle sequenze più emblematiche e affascinanti del lungometraggio, dove i protagonisti devono recarsi in una simulazione basata sullo Shining di Kubrick: nel testo originale la medesima peripezia comportava una visita al mondo di Blade Runner, ma siccome all'epoca era in lavorazione il sequel la Alcon Entertainment non voleva che la mitica iconografia fosse presente altrove. Un problema che in realtà è stato a vantaggio del film, data l'amicizia tra Spielberg e Kubrick e la possibilità di omaggiare uno dei lungometraggi di quest'ultimo.
Ready Player One: tutti gli omaggi, le citazioni e gli Easter Eggs nel film
Avventura autoreferenziale
Dato che OASIS si basa soprattutto sulla cultura popolare degli anni Ottanta (con qualche elemento del decennio successivo come il già citato Gigante), inevitabilmente si tira in ballo anche la filmografia dello stesso Spielberg, citato esplicitamente più volte nel testo di Cline. Per la trasposizione, il cineasta ha preferito ridurre al minimo quella componente per evitare paragoni con il famigerato 1941, all'epoca criticato anche per le allusioni ironiche ai film precedenti del regista. Su insistenza dello scrittore, alcuni elementi sono rimasti, tra cui il Tyrannosaurus Rex di Jurassic Park e la DeLorean di Ritorno al futuro (a cui Spielberg non ha obiettato perché quel film l'ha solo prodotto), mentre non è stato possibile includere Incontri ravvicinati del terzo tipo perché la Columbia Pictures non ha concesso i diritti. Un ostacolo che però non ha danneggiato la potenza visiva e narrativa del film, dove c'è tutta l'energia dello Spielberg degli anni d'oro, ora ancora più emozionante grazie all'irresistibile upgrade in 4K. Players, are you ready?
Ready Player One, non solo nostalgia: Spielberg ci regala il paradiso dei cinefili