Un fuoristrada avanza in una landa desolata, nell'inquietante solitudine delle montagne afghane. A bordo del veicolo, assieme all'autista, viaggiano due membri dell'AISE: Rosso (Luca Argentero), un giovane agente dei Servizi Segreti italiani, e Fontana (Andrea Tidona), il suo superiore nonché mentore, in procinto di intraprendere una trattativa particolarmente delicata. All'improvviso, alcuni uomini armati si materializzano davanti a loro ed aprono il fuoco contro il fuoristrada: l'autista rimane ucciso immediatemente, mentre Rosso viene ferito e Fontana cade nelle mani dei talebani.
Pochi giorni dopo ritroviamo Rosso in Italia, a Roma, al quartier generale dell'AISE, mentre il direttore, l'Ammiraglio Massa (Giorgio Colangeli), si sta impegnando a trovare un modo per liberare Fontana. Anziché richiedere l'aiuto degli americani, Massa decide che la via più sicura per salvare la vita dell'uomo sia aprire una trattativa con i talebani sfruttando l'aiuto di un losco mediatore: Rashid (Olivier Loustau), un "signore della guerra" libanese e trafficante di armi. In cambio, l'AISE permetterà alla figlia dell'uomo, la dodicenne Fatma (Elettra Rossiello), una bambina sordomuta, di ricevere le cure adeguate in una rinomata clinica italiana. Ad accompagnare Fatma nel suo viaggio a Roma c'è la giovane madre Rania (Saadet Aksoy), scortata da Rosso...
Luca Argentero, la spia
Prodotta da Rai Fiction e da Cattleya e programmata per una messa in onda nel corso dell prossimo autunno, Ragion di Stato è una miniserie in due puntate diretta dal regista romano Marco Pontecorvo, figlio del grande Gillo Pontecorvo e noto soprattutto come direttore della fotografia (in tale veste ha contribuito a numerose produzioni italiane e internazionali, inclusi alcuni episodi della serie Roma e de Il trono di spade). Dopo l'esordio alla regia cinematografica, nel 2008, con il film Pa-ra-da, Pontecorvo è passato alla fiction, firmando Le Mille e una notte - Aladino e Sherazade e L'oro di Scampia; Ragion di Stato, presentata in anteprima al Roma Fiction Fest, rappresenta dunque il suo nuovo cimento televisivo, sulla base di una sceneggiatura scritta da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori e con Luca Argentero in qualità di protagonista assoluto nel ruolo di Rosso, un agente dei Servizi Segreti italiani impegnato in una rocambolesca avventura fra l'Italia, il Libano e l'Afghanistan. Qualunque considerazione sul prodotto in questione richiede però una precisazione: la versione proiettata al Roma Fiction Fest, della quale andremo a parlare, sintetizza in meno di due ore un materiale della durata complessiva di 200 minuti. Tale riduzione, purtroppo, mostra in maniera fin troppo evidente il segno dei tagli apportati in fase di montaggio, con passaggi estremamente frettolosi e palesi incongruenze (ci si augura appunto che si tratti di un esito della riduzione, piuttosto che di buchi di sceneggiatura).
Homeland all'amatriciana
A prescindere dalle 'attenuanti' del caso, Ragion di Stato si propone come un tipico prodotto ad uso e consumo nazional-popolare, con un occhio rivolto all'attualità e alle drammatiche cronache dall'Afghanistan e dal Medio Oriente e l'altro occhio rivolto allo spettatore medio della rete ammiraglia Rai - e quindi ecco l'inevitabile, appassionata storia di amore proibito fra l'aitante agente segreto italiano e la giovane e bellissima libanese sposata allo spietato trafficante d'armi. Ma al di là del tema spionistico, degli amori clandestini e della guerra al terrorismo, le analogie fra Ragion di Stato e Homeland (alla quale la fiction di Rai Uno è stata improvvidamente paragonata, con un'audacia a dir poco blasfema) finiscono qui. Perché con Ragion di Stato (e come ti sbagli?) siamo lontani anni luce dall'intrigante immaginario, dalla densità narrativa e dall'incalzante durezza della pluripremiata serie con Claire Danes; lo sceneggiato di Pontecorvo, al contrario, è in tutto e per tutto un feuilleton da TV generalista, magari sopra la media delle fiction sbeffeggiate dai protagonisti di Boris, ma con uno schematismo che elude in maniera perentoria ogni possibile ambiguità o "zona grigia" del racconto e, in prossimità del finale, diverse cadute di stile o soluzioni di fronte alle quali è difficile non inarcare il sopracciglio. E se, all'interno del cast, si può apprezzare il contributo di Anna Foglietta e del veterano Giorgio Colangeli, il resto, fra passioni da romanzetto Harmony, un paio di patinatissime sequenze erotiche e intrighi internazionali all'amatriciana, è la solita, vecchia fuffa della quale non si sente troppo il bisogno (meglio sorvolare, infine, sull'inesplicabile disinvoltura con la quale tutti i personaggi della miniserie, a prescindere dalla nazionalità, si esprimono sempre e comunque in un perfetto italiano, alla faccia delle pretese di realismo). E ora, torniamo pure a goderci Homeland (quello vero...).
Conclusioni
Presentata in anteprima al Roma Fiction Fest 2014, Ragion di Stato, nuova miniserie di RaiUno con protagonista Luca Argentero, è uno spy-thriller confezionato secondo le convenzioni degli sceneggiati nazional-popolari di produzione nostrana, con l'immancabile intreccio fra avventura, suspense e passione amorosa: il risultato è un "polpettone" alquanto raffazzonato e superficiale, impossibile da mettere a confronto con gli analoghi titoli internazionali ai quali pretenderebbe di ispirarsi.
Movieplayer.it
1.5/5