"Essere nella Quinzaine, che accetta il primo film di un regista, vuol dire essere scoperti. E non da un critico su una rivista, ma dalla selezione del Festival di Cannes": così parlò Quentin Tarantino, che, 30 anni dopo l'uscita del suo esordio, Le iene, finalmente si prende la soddisfazione di mettere piede nella sala della Quinzaine des cinéastes.
La storia tra il regista americano e il festival francese è lunga: nel 1994 è arrivata la Palma d'Oro per Pulp Fiction, ma prima ci fu un grande rifiuto. Tarantino provò infatti a portare Le iene alla Quinzaine, ma il film fu scartato dai selezionatori di allora. Julien Rejl, delegato generale della Quinzaine, ha ammesso subito questa "colpa", dicendo che la masterclass di Quentin Tarantino alla Quinzaine 2023 è stata un modo per mettere un cerotto a quello strappo.
Tarantino ha sfruttato l'occasione per parlare di una pellicola da lui molto amata Rolling Thunder di John Flynn, ma, qui e là, ha anche rivelato qualche dettaglio sul suo decimo (e a quanto pare ultimo) film. La trama di The Movie Critic è ancora avvolta dal mistero, ma adesso almeno sappiamo qualcosa in più. E il regista ha scelto proprio il Festival di Cannes per dare qualche anticipazione.
Accolto come una vera rockstar, con tanto di standing ovation, Tarantino, presentando Rolling Thunder, ammette: "È un film che le persone non conoscono, ma mi ha permesso di diventare un critico cinematografico. L'ho visto e rivisto: non soltanto perché è divertente, ma continuavo a osservare la risposta del pubblico". Il regista ha pubblicato da poco il libro Cinema Speculation, in cui c'è un intero capitolo dedicato al film di Flynn e si cimenta come critico cinematografico, forse anche per fare delle ricerche. Come suggerisce infatti il titolo The Movie Critic, proprio un giornalista di cinema è il protagonista del suo prossimo lavoro.
La violenza nei film di Quentin Tarantino
A 19 anni, colpito da Rolling Thunder, Tarantino prese l'elenco telefonico e chiamò tutti i John Lynn di Los Angeles, fino a trovare il regista. Lo convinse a farsi intervistare. E da allora è cominciata la sua riflessione sulla violenza nei film. Tema che torna spesso quando si tratta del cinema di Quentin Tarantino. Che a Cannes ha ammesso di avere un limite insuperabile: "Non riesco a uccidere gli animali nei film: è un confine che non riesco a superare. Ma la violenza nei film non è reale: il cinema è finzione. Non paghiamo per vedere morti reali. Ho però problemi con la violenza girata male: ho un problema con l'incompetenza. Un esempio: c'è un film con Harrison Ford e Patrick Bergin, che non vi ricordate sicuramente (Giochi di potere n.d.r.). Ford è davanti al Big Ben e ci sono due fratelli: uno è Sean Bean. Ford ne uccide uno, Bean riesce a scappare e giura di vendicarsi. Nel film capisci perché Ford si comporta così e capisci però anche i tipi dell'IRA e perché Sean Bean vuole vendicarsi. Non solo gli ha rovinato il piano, ma gli ha ucciso il fratello. Vede questo americano che deve levarsi dalle palle. Il fatto che questo villain fosse così comprensibile ha spinto gli autori a renderlo un pazzo che ammazza tutti. E queste sono le cose che mi fanno impazzire, che mi offendono".
Tornando a Rolling Thunder, Tarantino ammette di trovarlo sempre nuovo, anche se si tratta di un film di vendetta che apparentemente non nasconde molto altro. Anzi, un film "revengematic", come lo definisce lui: "Questo è un film di vendetta con protagonisti dei redneck texani: sono tutti razzisti nei confronti dei messicani. Il climax è quando arrivano nel bordello: uccidono tutti. Non solo i criminali, ma anche le prostitute e i clienti. È questo il punto di Paul Schrader, che ha scritto la sceneggiatura, ma poi ha rinnegato il film, definendolo fascista: questi tizi sono completamente fuori di testa. Ha ragione. Ma è un grande film, uno dei migliori nella sua categoria. Lo capisco: Schrader non riconosce Rolling Thunder proprio come io non riconosco Assassini nati di Oliver Stone".
Sempre su Rolling Thunder: "Mi interessano molto i personaggi, la loro evoluzione. È chiaro che al protagonista della moglie non interessa più molto. La sua vendetta è tutta per il figlio. Visione dopo visione, ho cominciato a notare piccole cose: come il fatto che il fucile con cui si vendica nel bordello glielo dia proprio il figlio quando torna a casa all'inizio. Oppure quando Linda cerca di non svegliarlo in ospedale e lui fa la stessa cosa con lei quando lascia l'hotel. Oggi le parti che trovo più emozionanti sono quelle tra il figlio e Linda. Anche perché adesso sono diventato padre. Mi commuove come lui se ne vada in silenzio: lei è molto meglio di lui e lui non ha più niente da offrirle. Se potesse amarla come merita lo farebbe. Ma non può. E allora le lascia dei soldi, la paga come se fosse una prostituta. Perché è tutto quello che riesce a fare. Lo trovo molto triste".
Il Quentin Tarantino critico cinematografico e sceneggiatore
Nel corso della masterclass a Cannes, Tarantino ha parlato anche dei suoi riferimenti cinematografici: "Sono cresciuto negli anni '70, guardando i film di Martin Scorsese, Brian De Palma, George Lucas, Francis Ford Coppola e Steven Spielberg. Erano i brat del cinema. Tutti amano Spielberg e Scorsese: e io non sono il tipo da perdere la testa per la ragazza più popolare della scuola. Quindi mi sentivo più vicino a De Palma. La cosa bella di amarlo era combattere per lui: si discuteva molto sui suoi film. E mi piaceva difenderlo, quando dicevano che copiava Hitchcock. Amo il suo approccio al cinema: lui prende la telecamera e crea qualcosa, crea immagini che scuotono il pubblico".
Da The Vega Brothers a Killer Crow: i progetti perduti di Quentin Tarantino
Partendo dal loro lavoro, Tarantino ha sviluppato uno spirito da critico, ma poi si è creato uno stile completamente proprio come sceneggiatore. Lo ha spiegato rivelando come è arrivato all'idea del finale di Bastardi senza gloria (recensione qui): "In Bastardi senza gloria la missione stava andando bene. Ho capito che i personaggi potevano avere successo. Quindi mi sono detto: e adesso che faccio? A un certo punto, erano le tre di notte, stavo ascoltando la musica e mi sono detto: uccidilo e basta, cazzo. È la mia storia, posso farlo. E ho scritto su un foglietto: uccidilo e basta, cazzo!. E sono andato a dormire. La mattina dopo ho visto il biglietto e ho pensato che fosse una buona idea uccidere Hitler".
A proposito di "mettere mano alla Storia", con C'era una volta a... Hollywood (recensione qui) le cose sono andate invece in modo diverso: " Nel caso di C'era una volta a... Hollywood invece è tutta un'altra storia: ho scritto il film proprio con l'intenzione di salvare Sharon Tate. E di far entrare quegli stronzi nella casa sbagliata. Nella casa davvero sbagliata".
The Movie Critic: trama e cast del film di Quentin Tarantino
Arriviamo quindi al prossimo futuro. Cosa sappiamo di The Movie Critic, ultimo film di Quentin Tarantino? A Cannes il regista ha svelato qualche dettaglio in più sulla trama di The Movie Critic: il protagonista non sarà, come inizialmente si pensava, un personaggio ispirato alla critica Pauline Kael (si era anche parlato del premio Oscar Cate Blanchett come interprete), bensì un uomo, di circa 35 anni, modellato su un giornalista che scriveva recensioni di film per una rivista porno. Tarantino lo seguiva da giovane, quando lavorava come rifornitore di distributori automatici.
L'universo di Quentin Tarantino: Guida ai collegamenti tra i suoi film
The Movie Critic è ambientato nel 1977 a Los Angeles e del suo protagonista Tarantino dice: "Penso fosse un ottimo critico. Scriveva in modo estremamente cinico. Le sue recensioni erano una specie di fusione di Howard Stern e Travis Bickle (il protagonista di Taxi Driver n.d.r.) se fosse stato un giornalista. Era veramente maleducato: scriveva come se avesse già 55 anni, anche se aveva 30 anni. È un tipo che ha vissuto davvero, ma non è stato mai famoso".
Il cast di The Movie Critic è ancora in fase di elaborazione. La pre produzione comincia questa estate, ma Tarantino ha rivelato di non volere un interprete già affermato: "Mi serve un attore americano sui 35 anni: grazie a questa parte diventerà una star".
Visto che ancora non c'è un cast ufficiale, è difficile dire quando esce The Movie Critic di Quentin Tarantino. Il periodo delle riprese ancora non è stato definito, quindi sembra improbabile che il film possa uscire il prossimo anno. Più plausibile che esca nel 2025, magari con un'anteprima mondiale proprio al Festival di Cannes.