È sempre un piacere chiacchierare con Fabio Guaglione, confrontarsi con un autore italiano che cerca di tracciare strade diverse in cui muoversi per produrre le storie che gli interessa raccontare, selezionando con molta attenzione i progetti in cui cimentarsi dietro la macchina da presa. Lo ha fatto insieme a Fabio Resinaro come regista per Mine, un film che è diventato in poco tempo un piccolo grande cult, lo ha ripetuto in modo diverso come produttore per Ride di Jacopo Rondinelli, lo sta facendo ancora seguendo una via diversa, partendo dalla carta come aveva fatto un paio di anni fa con La fondazione immaginaria, ma scegliendo il mezzo artistico del fumetto.
È stato pubblicato infatti da Panini Comics il primo volume di Quarantine Prophets, intitolato Epifania, primo passo di una storia che promette molti sviluppi e altrettante sorprese, ambientata in un futuro non troppo lontano in cui persone dotate di particolari abilità vengono portate in una struttura di massima sicurezza, più o meno volontariamente. Un provvedimento preso per la loro tutela o si tratta di una reclusione forzata? Una prima storia scritta da Guaglione insieme a Luca Speranzoni e disegnata da Giovanni Timpano, che ha rivelato da subito una prima grande peculiarità: non è un che un primo pezzo di un puzzle più corposo, il cui disegno si è già ampliato in un romanzo edito da Harper Collins, che aggiunge ulteriori sfumature a questo mondo suggestivo.
L'epifania: come nasce Quarantine Prophets?
Prima di addentrarci nel mondo di Quarantine Prophets, però, ci siamo fatti raccontare qualcosa della sua genesi. "Seguo il mondo fumettistico da quando avevo sei anni e anche se sono andato verso il cinema, è sempre stato un mio desiderio fare un fumetto" ci ha raccontato Fabio Guaglione in una cornice perfetta per una dichiarazione del genere: il Comicon di Napoli. Ma quando si è iniziato a parlare con Panini per definire le linee base di questo nuovo progetto, Marco Lupoi non si è voluto limitare: ".perché un fumetto? Facciamone due, tre, quattro... facciamo un GuaglioVerso!" ci ha raccontato il regista di Mine riportando le parole dell'editore e "da lì ci siamo messi a capire quali fossero le tre storie più interessanti da combinare" sia in virtù dell'esser diverse tra loro ma collegabili, sia fruibili separatamente.
Una conversazione a cui si è poi aggiunta Harper Collins "che ci ha permesso di affrontare in maniera fresca la crossmedialità" mettendo in cantiere il romanzo Futuro fragile, già pubblicato. L'idea stata quindi semplice quanto ambiziosa: "Creiamo tre storie, le affrontiamo tutte e tre da un punto di vista di fumetto e di romanzo" ma senza fare adattamenti, piuttosto far sì che "ogni coppia di volumi sia ambientata in quella trama generale ma in maniera diversa". Quarantine Prophets ha un'ambientazione circoscritta, che è il carcere, "nel fumetto ci concentriamo su alcuni personaggi, nel romanzo su altri" ma sempre nella stessa location. Diverso il collegamento del prossimo progetto di questo universo, in cui fumetto e romanzo saranno sequenziali, uno dopo l'altro con gli stessi personaggi, e con il terzo che svilupperà il legame in un modo ancora diverso.
Il mondo come punto di partenza
Si tratta quindi di una "storia area driven", quella che Fabio Guaglione chiama "narrativa modulare", perché quello che gli interessava è che "quando questo ciclo di uscite sarà completato e ci saranno tutti i volumi, a Lucca 2022, chiunque può prenderne a caso e avere tutto quello che gli serve per godersi la storia. Con gli altri arricchisce l'esperienza, ma non è costretto." Non siamo più nell'era del "se vuoi sapere di più" secondo l'autore, e fa l'esempio eccellente di Arcane, la magnifica serie di League of Legends: "si tratta di mondi in cui si può ambientare un videogioco, un fumetto o altro. Per me il futuro è quello, creare mondi in cui il pubblico può fare determinate esperienze" e portare, se si è abbastanza bravi, le persone da un media all'altro.
"Ognuna di queste storie ambisce ad arrivare su altri media" ha confessato Guaglione, parlando dell'idea ambiziosa di dire "lanciamo tre o quattro storie diverse, le colleghiamo e vediamo come reagisce il pubblico". Un'operazione che "richiede un po' di attenzione da parte del pubblico" ha ammesso, perché per esempio la prossima uscita non sarà il secondo volume di Quarantine Prophets, ma una nuova storia. "È una specie di X-Files sull'anima, in cui ci sono una neurobiologia e un esorcista che indagano su casi di possessione per capire se è una malattia mentale, se una malattia biologica o se c'è qualcosa di soprannaturale." Un'idea che ci ha stuzzicati non appena ce ne ha parlato e non vediamo l'ora di poter leggere, un procedural/thriller che solo andando avanti farà capire come è collegato a quanto abbiamo già letto. "Tutto il primo ciclo di questa operazione dovrebbe finire a Lucca, dove si dovrebbe spiegare come è tutto collegato" ci ha anticipato, al netto di ovvi cambi di programma, sempre all'ordine del giorno.
I Profeti sono solo l'inizio
"A differenza di Lost, abbiamo già in testa tutte le risposte" ci ha rassicurati Fabio Guaglione, ma "quanto andare avanti dipenderà da quanto vogliamo giocare". Un gioco stuzzicante a cui hanno iniziato a lavorare nel 2019, quando i termini come quarantena, virus e contagio sapevano di fantascienza, "tanto che ci siamo trovati a chiederci se cambiare direzione". Ma non l'hanno fatto perché a loro interessava la metafora: "mentre negli X-Men i mutanti sono le minoranze, i diversi, qui i Profeti sono i visionari, quelle persone che sono in grado di cambiare il sistema" ed è interessante indagare cosa accade quando il Sistema si trova a dover interagire con loro, "vedere come politica, finanza, religione reagiscono nell'aver a che fare con 90.000 persone che possono cambiare il mondo. E, viceversa, come ragionano quelle 90.000 persone." Già a fine primo volume sono state definite due parti, "come in Lost abbiamo un Jack e un Locke, mentre nel romanzo il protagonista è chiamato a fare il carceriere e offre un punto di vista diverso", proponendo un altro importante quesito: se ci trovassimo a dover gestire dei prigionieri che non hanno fatto nulla per essere reclusi, come ci comporteremmo?
Questioni di casting: i personaggi del fumetto
C'è l'intenzione di esasperare lo scontro a livello ideologico ed esplorare il concetto di futuro, legandosi alle visioni che alcuni dei Profeti hanno, definendo una sorta di "filosofia del tempo" e andando verso una "guerra quantica", vedendo come "una piccola azione di un personaggio in una cella possa cambiare il futuro." Ma come si è scelto che personaggi approfondire in Quarantine Prophets? "Sono fissato con tutto quello che è lo studio della narrazione archetipica" ha detto Fabio Guaglione, spiegando come servisse un protagonista che incarnasse il punto di vista del lettore, quindi qualcuno che in apparenza non avesse un'abilità; serviva la spalla saggia, il personaggio sopra le righe e quindi l'influencer. Inoltre serviva la spalla comica. "E c'è Tim che è uno dei miei personaggi preferiti, che ha un potere bellissimo: se non viene visto per qualche minuto, viene dimenticato da tutti. Scherzo sempre dicendo che lui c'è in copertina... ma non lo vediamo."
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Un potere difficile da gestire. "Bisognava stare attenti a livello di regia, perché poteva sembrare che semplicemente i personaggi non lo vedessero perché di spalle, è stato fatto un lavoro complesso per far capire che invece potevano vederlo ma non lo percepivano." Un casting fatto in virtù di quello che serviva alla storia, così come nella definizione dei poteri che dovevano avere a che fare con il "concetto di visione, abbiamo cercato di giocare sempre con il concetto di vedere. C'è per esempio uno che ha un potere che sembra stupido, ma si rivela fondamentale: ha il potere di vedere il mondo con gli occhi della nonna. Vede la nonna che fa le torte e così via, ma si rivela fondamentale perché è l'unico che in questo modo è fuori dal carcere. Se la nonna guarda il telegiornale, lui sa cosa sta succedendo." E se alcuni poteri si potevano rivelare fin troppo grandi, "gli abbiamo trovato una limitazione, tipo un raggio d'azione o un altro profeta che lo bilancia."
La forza della cross-medialità
"Il primo volume è un pilot. È Prison Break con I poteri, ma i poteri non sono costosi" ci ha detto Guaglione, che non può non sperare a sviluppi futuri in tal senso. "Stiamo lavorando sul libro game perché l'idea di determinare i bivi degli eventi si prestava molto bene a questa storia, con un personaggio che si vede nel fumetto, ma è completamente inattivo. Ci piacerebbe creare un graphic novel game, un libro che abbia anche delle illustrazioni che servono per ottenere info per fare delle scelte." D'altra parte non è il primo esperimento del genere messo in cantiere da Fabio Guaglione, perché già Ride nasceva con questi presupposti ed è destinato a continuare. Un progetto che "ha funzionato su alcune cose e poteva funzionare meglio su altre" ma è indubbio che sia rimasto come riferimento del settore, perché "quando si parla di cross-medialità, tutti lo citano."
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Da questo punto di vista, non si può che considerarlo un successo, anche se ammette che forse avrebbero dovuto insistere di più sull'aspetto horror, o forse realizzare un altro film come Mine prima di passare a quell'operazione. Ne è comunque molto contento ed è curioso di vedere come sarà accolto il libro-game che stanno sviluppando ora. Una curiosità ce la siamo tolta anche noi: gli abbiamo chiesto se ci saranno mai sviluppi per il mondo de La fondazione immaginaria e la risposta ufficiale è stata affermativa. Non possiamo che esserne contenti!