Press Play - La musica della nostra vita, la recensione: un amore a spasso nel tempo

La recensione di Press Play - La musica della nostra vita, film dove la protagonista scopre di poter tornare indietro nel tempo ascoltando una musicassetta e cerca di impedire la tragica morte del fidanzato. Su Rai1 e disponibile su RaiPlay.

Press Play - La musica della nostra vita, la recensione: un amore a spasso nel tempo

Laura si trova in giro insieme alla sua migliore amica Chloe, la quale decide di presentarle il suo fratellastro Harrison, che lavora in un negozio di dischi. Tra i due è un colpo di fulmine immediato e la ragazza ha anche modo di conoscere l'anziano proprietario dello store, Cooper, con il quale stringe un solido legame d'amicizia. Nel frattempo la relazione tra Laura e Harrison si evolve sempre di più, ma rischia di essere messa in crisi quando lei scopre come il fidanzato sia stato ammesso a un un'università di medicina dall'altra parte del Paese: ciò nonostante lui le promette di rinunciare a quest'opportunità pur di restare con lei.

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Press Play - La musica della nostra vita: Lewis Pullman, Clara Rugaardin una scena

Come vi raccontiamo nella recensione di Press Play - La musica della nostra vita, una tragedia improvvisa separa per sempre i due innamorati: Harrison viene infatti investito e muore sul colpo, lasciando Laura disperata e afflitta. Quattro anni dopo è proprio lei a ritrovare una musicassetta che lui le aveva regalato e e ascoltandola scopre di poter tornare indietro nel tempo, in diversi periodi, dove la sua anima gemella è ancora viva. La protagonista cercherà allora di cambiare il passato per evitare il drammatico incidente, ma quando si gioca con i paradossi non è mai una situazione semplice da gestire...

Una messa in scena amabile

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Press Play - La musica della nostra vita: Christina Chang, Matt Walsh, Lewis Pullman, Clara Rugaard in una scena del film

Tra Frequency (2000) e le atmosfere indie del primo Life is Strange, con quel pizzico di romanticismo moderno che non guasta: Press Play - La musica della nostra vita è un film tenero e gradevole nella sua semplicità, ben lontano da poter diventare un cult ma assai godibile anche nelle sue istanze più derivative, qui messe in scena in una confezione ligia e cool al punto giusto. Un classico film "carino", nel senso più positivo del termine, che non ha altre pretese se non quella di riproporre un canovaccio classico con suggestioni più o meno fantastiche, ripercorrendo la strada dei paradossi temporali in maniera non sempre narrativamente coesa ma efficace a suo modo negli slanci emozionali, misurati e mai schiavi di una retorica fine a se stessa.

All you need is love

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Press Play - La musica della nostra vita: Clara Rugaard in una scena del film

Sceneggiato da Josh Boone - reduce dal fallimento, dove era anche regista, di The New Mutants (2020) - e diretto dall'esordiente Greg Björkman, il film parte come un diesel nel tratteggiare progressivamente l'evoluzione sentimentale tra i due personaggi principali, con poi quell'evento chiave a scatenare infine le dinamiche di genere. Ed è allora che emerge quell'anima ossessiva, con il tentativo della protagonista di salvare ad ogni costo la persona amata, sforzo dopo sforzo, balzo dopo balzo, avanti e indietro e nel tempo fino alla comprensione di dover rinunciare a qualcosa per ottenere il suo scopo. La colonna sonora poteva a dire il vero essere più incisiva, soprattutto per una storia dove la musica ha un'importanza fondamentale ai fini degli eventi, ma non mancano comunque canzoni orecchiabili ad accompagnare le scene madri e la nostalgia per il periodo delle musicassette non potrà che essere apprezzata, soprattutto dagli spettatori cresciuti negli anni '70 e '80.

Inferno e paradiso

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Press Play - La musica della nostra vita: una scena del film

Il contesto da cartolina delle Hawaii, con le spiagge assolate dove giovani e meno giovani si divertono sulle tavole da surf e i tramonti suggestivi a incorniciare alcuni momenti chiavi della love-story, si rivela palcoscenico efficace per l'armonia di una messa in scena che si gusta tutta d'un fiato, complice anche la breve durata - ottanta minuti più i titoli di coda - che evita lungaggini di sorta: il film finisce quando deve finire, senza esaurirsi in tempi morti o gratuità di sorta. Press Play - La musica della nostra vita può inoltre contare sullo sguardo da cerbiatto dell'attrice danese Clara Rugaard, che illumina di luce propria un cast comunque discreto dove compare nelle vesti di sostanziosa guest-star anche un sornione Danny Glover, quale mentore saggio e salvifico che veglia sul destino di quest'amore diviso dal tempo.

Conclusioni

Un colpo di fulmine e quel comune amore per la musica che ha profondamente segnato la loro relazione, con l'intero futuro davanti a loro...o forse no. Un drammatico incidente infatti li separa per sempre, ma quando lei scoprirà di poter viaggiare indietro nel tempo tramite l'ascolto di un'audiocassetta, cercherà di cambiare il corso del destino. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Press Play - La musica della nostra vita, l'ossessione della protagonista nel tentativo di modificare quel tragico passato è il cuore pulsante di un film gradevole, romantico al punto giusto e non privo di emozioni - scontate ma non da disdegnare per questo - nel corso della sua ora e mezza, scarsa, di visione. Un film indie - tra Life is Strange, una nostalgia anni '80 e alcuni moderni teen drama - dove l'orecchiabile colonna sonora accompagna il destino di questa love-story a spasso nel tempo.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Colonna sonora fondamentale, con alcuni pezzi più ispirati di altri ma ad ogni modo gradevole nel suo complesso.
  • La protagonista Clara Rugaard buca lo schermo.
  • Emozioni e romanticismo ben dosati.

Cosa non va

  • La sceneggiatura vive su alcune forzature "paradossali".