Ria Khan ha un sogno: vuole diventare una stuntwoman. Come il suo idolo, Eunice Huthart (vera stella nell'ambiente, stunt double di tante attrici, da Angelina Jolie a Uma Thurman e Milla Jovovich). La ragazza ricrea in giardino le coreografie dei suoi film d'azione preferiti, mentre la sorella maggiore, Lena (Ritu Arya), la riprende, e poi carica tutto sul suo canale YouTube. Il suo mondo crolla quando proprio Lena, che ha sempre desiderato essere una pittrice, lascia la scuola d'arte e si convince a sposare "un buon partito", il genetista Salim. Dopo le nozze lo seguirà a Singapore. Comincia così Polite Society - Operazione Matrimonio, esordio alla regia di Nida Manzoor.
Nelle sale italiane dal 14 giugno, Polite Society - Operazione Matrimonio è completamente folle. In senso buono: parte come una commedia, ma poi diventa un film action con tinte horror e arrivando a sfiorare la fantascienza. Il filo conduttore è la ribellione alla società patriarcale: come in un'altra pellicola coraggiosa e un po' matta, Una donna promettente (di mezzo c'è sempre Focus Features, la branca più indipendente di Universal Pictures), il genere diventa il terreno da gioco perfetto per parlare di donne.
La regista Nida Manzoor, grande fan dei film di Jackie Chan, ce lo ha detto chiaramente: "Abbiamo, letteralmente, preso a calci il patriarcato. Soprattutto attraverso il genere action, che di solito è molto maschile. Lo abbiamo invece usato per parlare di sorellanza e femminilità: per me era il modo migliore per farlo. Usare il loro genere per parlare di noi. Lo abbiamo rivendicato". D'accordo l'attrice Priya Kansara, che interpreta la protagonista: "È stato fantastico. Penso che la bellezza del raccontare storie sia proprio questa: poter mostrare l'esperienza umana a 360 gradi. Abbiamo lo stesso spettro di emozioni degli uomini: proviamo anche noi rabbia, quindi perché non farlo vedere? È stato catartico anche per me essere così arrabbiata e prendere a calci qualcuno! È stato bellissimo".
Polite Society - Operazione Matrimonio: intervista a Priya Kansara e Nida Manzoor
Polite Society - Operazione Matrimonio: la rabbia è un superpotere
Le sorelle Ria e Lena Khan sono piene di rabbia: un sentimento che in genere non è visto di buon occhio, specialmente se espresso dalle donne. Per la regista era però fondamentale che diventasse motore della storia: " Mentre scrivevo la sceneggiatura, come dici tu, ho capito che la rabbia è qualcosa che a noi donne non è permesso esprimere. Quindi vedere tutte queste donne provarla e lasciarla esplodere è stato molto catartico per me, in quanto scrittrice. Vedere Priya nel ruolo è stato incredibile".
Senza fare spoiler, diciamo che il matrimonio diventa il set perfetto per un film horror. Manzoor ride, ma è d'accordo: " È stata una cosa molto naturale per me! Quando sei donna, da piccola hai tanti sogni, vuoi fare tante cose, ma spesso, soprattutto nella mia cultura, il matrimonio è l'unica opzione. Sposi un tipo, ti trasferisci e ti viene sempre detto che i tuoi sogni non sono importanti. Quindi per me il matrimonio è una cosa spaventosa. Sono sposata, ma mi ci è voluto un po' per convincermi. Sono cresciuta amando Bollywood, la amiamo, e doveva esserci un matrimonio".
Una donna promettente ed Elle: Mulligan e Huppert, vendicatrici allo specchio
Il vero villain di Polite Society - Operazione Matrimonio però sono le altre donne che non vogliono rompere la catena. Come si fa a far capire loro che invece dobbiamo farlo, dobbiamo interrompere l'idea che il matrimonio e i figli siano l'unico scopo delle donne? Per la regista: " Penso sempre che mostrandolo nell'arte, facendo vedere la realtà, si contribuisca al progresso. Realizzando questo film ho discusso molto con i miei genitori, ci siamo confrontati e mi hanno sostenuto molto. Hanno amato il film, ero così preoccupata che non lo apprezzassero! Bisogna creare più arte, raccontare più storie che mettano in discussione queste idee".
Per Priya Kansara invece: "Anche mostrare alle persone che non c'è niente di male a rompere quei cicli: grazie ai film e all'arte possiamo far vedere che queste vite esistono e vanno bene così. Non vuol dire che, in quanto donne, non avremo una vita felice, che è quello che vogliono tutti i genitori. Far vedere questo spero che aiuti le persone ad aprire un po' la loro mentalità quando avranno figli, in modo da spezzare la catena. Sarebbe bellissimo".