Cinema fetish camp e stilizzato. Please Baby Please non è un film per tutti, ma è un piccolo progetto artistico che ha la qualità del musical pur non appartenendo a un unico genere. A cavallo tra John Waters e David Lynch, il film è ambientato nei bassifondi di una metropoli che potrebbe essere la Manhattan degli anni '50, bassifondi dominati da una gang nota come Young Gents, guidata dal violento e sensuale Teddy (Karl Glusman). E come scrive Variety, l'incipit del film diretto da Amanda Kramer sembra una "versione arcistilizzata di West Side Story rifatta da Kenneth Anger".
Please Baby Please si apre, infatti, con una sequenza di danza in cui gli Young Gents, abbigliati nello stile di Marlon Brando in Fronte del porto, si esibiscono in un'aggraziata coreografia bellica che si conclude con un duplice sanguinoso omicidio, il tutto sotto lo sguardo atterrito dei neosposi Suze (Andrea Riseborough) e Arthur (Harry Melling). Da quel momento nella coppia scatta un meccanismo incomprensibile per cui, mentre Suze diventa sempre più aggressiva e selvaggia, tra Harry e Teddy appare sempre più palese l'attrazione sessuale.
Il trionfo dell'artificio e della teatralità
Per realizzare il suo manifesto queer, la regista Amanda Kramer si affida a un cast di livello per mettere in scena le sue eccentriche fantasie. Bandita ogni forma di realismo, Please Baby Please si consuma tra interni cupi e stilizzati e strade notturne e nebbiose, in un'atmosfera da sogno (incubo?) in cui i personaggi si confidano dubbi, ossessioni e fantasie segrete disquisendo su concetti come maschile e femminile, e sul ruolo dell'uomo e della donna nella società con toni affettati da teatro di posa. Per esternare il cambiamento che sta attraversando, Andrea Riseborough manifesta la propria sessualità con pose plastiche sulla moquette di quello che sembra più un teatro di posa che un appartamento. Ma tutto, interni ed esterni, appare sfacciatamente artefatto nell'intenzione della regista di giocare sulla teatralità e sui rimandi a tantissimo cinema queer e non.
In questo gioco rientra la recitazione artificiosa e affettata che tutti i personaggi sono chiamati ad adottare, a eccezione di Harry Melling e Karl Glusman, che conservano una naturalezza di fondo seppur incarnando due mascolinità antitetiche, una timorosa e riflessiva, l'altra sicura di sé, sfacciata e irresistibile. Andrea Riseborough, il cui talento non ha bisogno di ulteriori conferme, è incredibilmente affascinante nel ruolo della volubile e trasformista Suze, che esordisce nelle vesti di mogliettina intimorita per poi dimostrare di non aver bisogno di un uomo forte accanto, visto che è lei a poterlo diventare, il tutto senza trascurare le faccende domestiche a cui ogni brava casalinga anni '50 deve adempiere. Please Baby Please ci regala, inoltre, un irresistibile cameo di Demi Moore nei panni di Maureen, la vicina di casa emancipata di Suze che vive in un appartamento tutto blu e ha perfino la lavastoviglie.
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Ciao maschio
Please Baby Please è un film coraggioso e senza rete che spinge i suoi interpreti ad affidarsi interamente alle indicazioni di regia di Amanda Kramer, chiudendo gli occhi e tuffandosi nel vuoto della sua visione senza porsi troppe domande. Sotto questo aspetto Andrea Riseborough supera davvero se stessa in una performance libera e sfacciata. La prevalenza dell'immagine sul contenuto sembra, però, risucchiare la storia in un vortice di morbosa fascinazione, senza andare in una direzione precisa. Coi suoi abiti di pelle nera che fasciano i muscoli scattanti dei Young Gents, il completo color salmone, i tacchi vertiginosi e il taglio asimmetrico di Demi Moore o le minigonne vertiginose e gli occhi bistrati di Andrea Riseborough (un plauso ai costumi spudorati di Ashley Heathcock), l'attenzione si concentra su dettagli affascinanti che distolgono però lo spettatore dal succo della storia.
Temi come la crisi del maschio contemporaneo, la fluidità nei ruoli di coppia e la ribellione nei confronti della cosiddetta società benpensante traspaiono tra una scena madre e l'altra, tra una provocante esibizione sul pavimento e una struggente Since I Don't Have You eseguita da un irresistibile Cole Escola en travesti in una cabina telefonica in piena notte. Tra pose sensuali e languidi ammicchi all'obiettivo, chi troverà il tempo per concentrarsi sui tempi che cambiano e sull'emancipazione femminile?
Conclusioni
Eccentrico e curioso, come rivela la nostra recensione di Please Baby Please, il film con Andrea Riseborough e Arthur Harry Melling è un divertissement queer a cavallo tra noir e musical che racconta l'emancipazione femminile e la fluidità sessuale in un universo artefatto e teatrale. Grandi interpretazioni e massima cura formale per una pellicola che veicola una visione originale, ma non adatta a tutti i gusti.
Perché ci piace
- Interpretazioni coraggiose del cast, a partire da Andrea Riseborough e Demi Moore.
- La cura formale per creare ambienti, atmosfera, trucco e costumi è massima.
- Interessante il lavoro sulle musiche.
Cosa non va
- L'artificialità smaccata a lungo andare rischia di infastidire.
- La forma prevale sul contenuto in un film dal messaggio ambiguo.