Stefano Accorsi, ormai è noto, ha tante idee. Ne ha avuta un'altra: Planetaria - Discorsi con la Terra, format creato insieme a Filippo Gentili, curato da Superhumans con Fondazione Teatro della Toscana. Ma che cos'è Planetaria - Discorsi con la Terra? Ce lo ha spiegato lo stesso attore a Roma, alla presentazione ufficiale dell'evento, che si svolgerà a Firenze, al Teatro della Pergola, dal 7 al 9 giugno.
Si tratta di tre giorni, gratuiti, pensati per parlare del nostro rapporto con l'ambiente: non panel fatti da scienziati, come accade spesso (anche se il progetto vede tra i collaboratori partner scientifici come l'Università di Milano-Bicocca), ma performance teatrali in cui Accorsi, Direttore Artistico di Planetaria, e altri colleghi, tra cui Vittoria Puccini, Ludovica Martino e Nicolas Maupas parlano di cambiamento climatico recitando. Diverse le attività pensate per i più piccoli, chiamate Kids Show e Kids Lab.
Per l'interprete pensare a questo evento è stato naturale, come conferma nella nostra intervista: "Questo desiderio di parlare di cambiamento climatico nasce da una mia necessità molto primordiale. Un esempio: a me piace andare in montagna e vedere ogni anno, sul Monte Bianco, i ghiacciai che si restringono e si riducono è veramente una cosa che mi crea un profondo senso di angoscia. E poi le inondazioni, le piogge torrenziali, questi caldi esasperati. Non basta minimizzare e dire, quando fa caldo, vabbè ma è estate. È evidente, mi sembra sotto gli occhi di tutti, e lo dice la scienza che c'è un cambiamento climatico che può avere un effetto devastante. Lo trovo profondamente angosciante: non solo per i miei figli, ma anche per me stesso. Tutti noi dobbiamo cominciare a fare qualcosa. E ci sembrava che il teatro, che è il luogo dell'empatia per eccellenza, nel quale diventiamo l'altro da noi, fosse il contesto giusto per raccontare questa cosa. Può diventare un'esperienza per le persone di tutte le età. Non mi bastava prendere posizione personalmente: volevo che tutto il nostro settore potesse fare qualcosa".
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Se vi sembra strano che il teatro possa essere il luogo più efficace per parlare di ambiente, Accorsi spiega perché: "Spesso la stampa, con poco spazio a disposizione, riempie gli articoli di tanti dati catastrofici e in questo modo crea un distacco fra le persone e certi temi. Si crea un senso di impotenza e chi legge viene quindi investito da un senso di impotenza, non prendendo nemmeno in considerazione l'argomento. Il teatro invece, grazie a un'esperienza in grado di coinvolgere tutta la famiglia, può generare una memoria emotiva, che poi uno si porta appresso".
Un progetto che punta a durare nel tempo: "Lo faremo anno dopo anno: questo è il primo di una serie di appuntamenti annuali. Può diventare uno strumento utile per tutti: pubblico e privati. Ci piacerebbe che diventasse davvero uno strumento di informazione a 360 gradi. Stiamo pensando anche a una versione ridotta da portare in giro in tutta Italia".
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Parlare di cambiamento climatico non è da snob
Spesso quando a battersi per l'ambiente sono persone dello spettacolo, o comunque note, il grande pubblico percepisce questa presa di posizione come qualcosa di snob. In America lo fa da anni Leonardo DiCaprio e il commento di frequente è: "Lui se lo può permettere".
Stefano Accorsi non è per niente d'accordo: "Il teatro non è snob. Il teatro è un luogo di incontro, di emozione. È un luogo che crea, come la musica secondo me, un'esperienza vissuta. Non credo che siano tematiche snob: credo che, anche cambiando certe piccole abitudini, si possa contribuire, ognuno nel suo, a fare qualcosa. Non si devono per forza prendere certi alimenti che costano un'infinità: si tratta veramente di cambiare piccole abitudini. Risparmiare acqua, risparmiare energia elettrica, andare a piedi quando si può invece che usare mezzi inquinanti non mi sembrano cose impossibili. Credo che ognuno di noi possa contribuire e possa farlo nella misura in cui riesce. Non credo neanche nel diventare completamente schiavi di una certa mentalità. Mi creerebbe un'ansia terribile. Credo ci voglia una volontà politica, senza la quale non si va da nessuna parte, e una parte di sensibilizzazione. Perché ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo".
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Planetaria: anche al cinema?
Dal teatro al cinema: Accorsi e i suoi collaboratori stanno già pensando a un modo per portare questi temi anche in un film? "Per ora non ce lo siamo ancora detti. C'è chi l'ha fatto: Leonardo DiCaprio con Don't Look Up per esempio, anche molto bello. Però questo è il primo anno: siamo molto curiosi di vedere come evolverà. E chi lo sa, magari continueremo anche con un film. Ancora non lo sappiamo. Ed è questo il bello".