Sembra incredibile, anche perché ha l'aspetto da eterno ragazzino, ma è vero: Pharrell Williams ha compiuto 50 anni. E quindi, come ogni star della musica che si rispetti, è arrivato in quella fase della vita in cui si fanno bilanci. Spesso per personaggi come lui questo significa concedersi un biopic. Che fare, però, in un mare di film molto simili tra loro? L'idea di Piece by Piece, arrivato al cinema, è tanto semplice quanto geniale: realizzare un film biografico classico, ma animato. E animato con i Lego!
D'altra parte questo è decisamente il momento dei cantanti che si affacciano al cinema in modo originale: pensiamo a Better Man, in cui Robbie Williams è interpretato da uno scimpanzé. Oppure alla performance di Ariana Grande in Wicked, per cui ha cambiato il suo modo di cantare e si è rivelata al mondo intero (non solo a chi la segue dai tempi in cui era Cat Valentine nella serie Victorious di Nickelodeon) come un talento brillante della comicità. Pharrell Williams ha fatto un percorso simile, trasformando in Lego perfino il regista, Morgan Neville (autore di diversi documentari dedicati a icone della musica, come Keith Richards: Under the Influence) e le sue numerose guest star.
Kendrick Lamar, Jay-Z, Timbaland, Gwen Stefani, Missy Elliott, Justin Timberlake, Busta Rhymes, Daft Punk: ci sono tutti. E soprattutto c'è la versione Lego di Snoop Dog: vale la pena vedere Piece by Piece anche solo per questo. Tutti hanno partecipato con la propria voce, perché, forse non ce ne rendiamo conto, ma Pharrell Williams ha plasmato la musica degli ultimi 30 anni: i suoi beat sono stati usati dai più famosi artisti americani, alcuni anche insospettabili, come Britney Spears, Madonna ed Ed Sheeran. Tutti hanno voluto collaborare con Williams. Perché? Ecco, il film parte proprio dall'inizio: da Virginia Beach e dalla passione dell'artista per il mare e lo spazio.
Piece by piece: un biopic classico, raccontato con i Lego
Piece by Piece è un viaggio sinestetico. Non lo diciamo noi, lo dice lo stesso Pharrell Williams che, fin da piccolo, ha associato i colori alle note musicali. È stata la nonna ad accorgersi della sua predisposizione per i suoni, suggerendogli di iscriversi al corso di musica della scuola. È proprio lì che ha conosciuto Chad Hugo, con cui ha fondato i The Neptunes. La musica era il loro modo di esprimersi in una città in cui c'era pochissimo da fare. Sicuramente pochissimo legato all'arte. E poi, invece, come in una favola, la loro passione ha incontrato una grande opportunità: il produttore Teddy Riley ha aperto uno studio di registrazione proprio vicino alla loro liceo. Un segno del destino.
Scoperti da Riley, che ha lavorato con chiunque, da Michael Jackson a Lady Gaga, i The Neptunes hanno cominciato a realizzare beat per altri artisti, dando un suono riconoscibile agli anni 2000. Perfino il jingle I'm lovin' it di McDonald's è di Williams. Dopo aver costruito successi per altri, nel 2005 ha debuttato con un album solista, In My Mind. E non si è fermato lì: ha anche creato due linee di moda streetwear (Billionaire Boys Club e Ice Cream), composto canzoni per il cinema (uno dei suoi più grandi successi, Happy, l'ha scritto per Cattivissimo Me 2), collaborato con infiniti brand. Eppure, nonostante l'enorme successo, a un certo punto è arrivata la crisi.
La storia di Pharrell Williams tra musica e spazio
Grazie all'animazione con i Lego (di alto livello: ci sono diverse idee molto interessanti e la resa di colori e trasparenze dei mattoncini in movimento è davvero bellissima) Pharrell Williams può raccontare la sua storia anche in termini astratti. Si parte all'inizio con la sinestesia, che ci mostra come il protagonista percepisce i suoni, per poi passare a una delle sue più grandi fonti d'ispirazione - dopo sua nonna ovviamente -, ovvero l'astronomo Carl Sagan. Presentatore del programma Cosmos (a cui si è ispirato in parte Quark di Piero Angela), il piccolo Pharrell Williams sognava guardando i suoi racconti su stelle e pianeti.
E, ricordando le sere passate davanti alla tv, in Piece by Piece mette in immagini il suo momento di crisi esistenziale (cominciato con la scomparsa dell'amatissima nonna) proprio come se fosse un viaggio tra le stelle. Williams racconta a cuore aperto il senso di vuoto che ha provato: non soltanto per la mancanza di un affetto fondamentale, ma anche per aver voluto spremere troppo la propria musica, inseguendo guadagni sempre più facili e collaborazioni prive di significato artistico. Sono le eterne domande che si fa chi crea: la musica ha senso senza un pubblico? Ma bisogna fare musica per se stessi, o per accontentare il pubblico? Ecco, dopo una carriera lunga e ricca, con questo film il compositore torna alle origini: grazie alle immagini e ai colori del film di Morgan Neville, è come se si fosse resettato, pronto per tornare a fare musica per se stesso. E per suo figlio, Rocket (la passione per lo spazio è cosa seria), che gli ha dato una nuova spinta creativa. Su carta era impensabile, ma questo biopic non è soltanto intrattenimento: è una sessione di terapia per immagini. Costruita mattoncino dopo mattoncino.
Conclusioni
Piece by piece non è semplicemente la storia di Pharrell Williams raccontata con i Lego: è un viaggio sinestetico nella mente di uno degli artisti che più ha influenzato la musica e la cultura pop americana negli ultimi 30 anni. Ripercorrendo le varie fasi della propria carriera il compositore si libera anche del suo momento di crisi più nera, trasformando il film in una seduta di terapia per immagini e musica. Bellissimo da vedere, fa bene anche al cuore.
Perché ci piace
- L'idea di un biocpic raccontato con i Lego.
- La grande sincerità con cui Pharrell Williams si racconta.
- La bellezza dell'animazione.
- Lo sposarsi perfetto di colori e musica.
- La presenza di tante guest star della musica, che partacipano con la loro voce.
- La versione Lego di Snoop Dog.
Cosa non va
- Chi non è appassionato di questo genere musicale, o non conosce Pharrell Williams, potrebbe non trovare motivi per vedere questo film.