È un po' complicato scrivere una recensione di Peaky Blinders 5 senza rivelare troppe anticipazioni che potrebbero rovinare la visione di questa quinta stagione, disponibile da oggi su Netflix: da una parte ci sono dei necessari riferimenti storici che inseriscono gli eventi nel giusto contesto e dall'altra sono presenti degli schemi ricorrenti nelle dinamiche esistenti all'interno della famiglia Shelby, elemento che sulla carta potrebbe penalizzare un po' la narrazione e, tuttavia, si rivela ancora una volta vincente. Il modo in cui queste due dimensioni si intrecciano dà vita a un racconto ben equilibrato tra intrattenimento e riflessione, senza dimenticare un approfondimento psicologico e sequenze d'azione davvero esplosive.
La serie creata nel 2013 da Steven Knight riprende la narrazione partendo dalla crisi economica del 1929 e le nuove puntate trascinano lo spettatore in un'atmosfera maggiormente influenzata dalla crescente tensione politica che anticipa lo scoppio della seconda Guerra Mondiale mentre Tommy Shelby deve fare i conti con un nuovo rivale, affari sempre più pericolosi e complessi, e una psiche ormai in pezzi.
La premessa alla base del progetto potrebbe far ipotizzare una certa stanchezza narrativa arrivati alla quinta stagione ma, nonostante alcuni passaggi poco convincenti, continua a conquistare con il suo stile unico.
Al centro della trama, una crisi economica e psicologica
Dopo un salto temporale di due anni, la quinta stagione di Peaky Blinders si apre con le conseguenze del Crollo di Wall Street che manda in fumo i progetti dei Shelby che puntavano a gestire il proprio impero economico in modo legale, anche a causa di un quasi imperdonabile errore di Michael (Finn Cole).
Tommy (Cillian Murphy), dopo esser stato eletto tra le fila del partito laburista, deve affrontare i suoi doveri di politico, i contrasti tra parenti, i traumi del passato che si fanno sempre più strada nella sua mente, e i problemi di salute aggravati dalle sue dipendenze. La vita insieme alla moglie Lizzie (Natasha O'Keeffe) e ai suoi figli Charles e Ruby è tutto tranne che all'insegna della pace e l'apparentemente idilliaca residenza della famiglia ben presto si trasforma in una zona esplosiva dove morte e intrighi sono all'ordine del giorno.
Nel frattempo Linda (Kate Phillips) cerca di convincere Arthur (Paul Anderson) ad assumere un ruolo più rilevante negli affari, Ada (Sophie Rundle) affronta la gravidanza e Polly (Helen McCrory) sembra aver cambiato atteggiamento. Da Detroit ritorna poi Michael con sua moglie Gina Gray (Anya Taylor-Joy), coppia destinata a modificare i precari equilibri esistenti tra parenti.
A non aver subito trasformazioni è però l'approccio di Tommy Shelby agli ostacoli che si pongono sulla sua strada verso il potere: che si tratti di un giornalista, merce proibita in arrivo via nave, il fascista Oswald Mosley (Sam Claflin) o il clan dei Billy Boys che scatena l'ira di Aberama Gold (Aidan Gillen).
La quinta stagione è un crescendo di emozioni e intrighi che portano a un season finale ricco di sorprese e che, inevitabilmente, lascia la voglia di scoprire come continuerà questo capitolo della storia dei Shelby.
Cillian Murphy, un protagonista in evoluzione
A sostenere la complessa narrazione è l'interpretazione brillante del cast, guidato dalla bravura di Cillian Murphy che è riuscito a far evolvere Tommy da una figura quasi mitologica all'insegna della superiorità, della calma e dello spietato controllo a un'insicurezza ancora più pericolosa e letale, essendo imprevedibile. Steven Knight e il regista Anthony Byrne introducono in modo intelligente e visivamente d'effetto questa nuova versione del personaggio nel primo episodio mostrando una sequenza dal forte significato metaforico in cui si ricorda come la scelta di sparare abbia sempre delle conseguenze togliendo la vita alla propria vittima e privando chi ha premuto il grilletto di un nuovo tassello della propria umanità. Murphy, con il suo carisma, porta in scena un uomo alle prese con una lotta interiore che spesso lo spinge fino all'orlo dell'abisso e apre le porte a presenze dal passato che fanno leva sul suo dolore e sulla frustrazione fino ai minuti finali all'insegna di terribili dubbi che gettano le basi per il futuro dello show.
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Un cast all'altezza delle aspettative
Sam Claflin, dopo The Nightingale, ritorna a mettersi alla prova con un personaggio più dark e cattivo rispetto alle commedie romantiche che lo hanno reso famoso e l'attore riesce quasi sempre a tenere testa a Murphy, pur subendo il confronto in alcune interazioni. La new entry affidata ad Anya Taylor-Joy, invece, appare ancora delineata in modo non troppo approfondito nonostante sia evidente l'ambizione della giovane e una personalità quasi machiavellica che ben si riflette nell'enigmatico volto della sua interprete.
Appare quasi inutile ribadire il talento di Helen McCrory, davvero magnetica nella parte di Polly che nelle mani di Knight rappresenta una figura chiave per proporre una visione del mondo femminile in cui le donne non esitano ad assumere il controllo, calarsi (anche letteralmente) nei panni degli uomini e prendere in mano la propria vita tra un drink, una sigaretta e momenti di passione.
Una giusta dose di emozioni
In un contesto così costruito sulla lotta per il potere e la gestione della criminalità potrebbe risultare quasi strano dare spazio a un sentimento nobile come l'amore ma Peaky Blinders 5 riesce a trovare la giusta collocazione anche per questo elemento. Spazio quindi nelle puntate al disperato desiderio di proteggere i propri figli dai nemici, con sequenze spettacolari e drammatiche, e al legame indissolubile esistente tra Tommy e Grace, il personaggio interpretato da Annabelle Wallis, che ritorna a bussare alle porte della mente del protagonista suscitando rimpianti, sofferenza e un profondo senso di solitudine che potrebbe avere delle conseguenze a lungo termine.
Knight sa inoltre molto bene che le colonne portanti dello show sono alcuni personaggi indimenticabili e anche in questa occasione lo sceneggiatore trova nel finale un modo per far gioire i propri fan con uno dei momenti più riusciti della stagione, forse non a livello di trama ma sicuramente per quanto riguarda le performance attoriali.
Uno stile unico e originale
Peaky Blinders continua poi a distinguersi con le sue scelte musicali, le scene visivamente d'impatto che enfatizzano una qualità tecnica che non ha nulla da invidiare ai progetti cinematografici, le ormai immancabili camminate al rallentatore e i contrasti cromatici. Difficile dimenticare in fretta la sequenza in cui Tommy sfoga la sua rabbia nei confronti di chi ha rischiato di ferire fin troppo da vicino la sua famiglia o l'affascinante scena in cui il Lago dei Cigni si intreccia a tutta le vite dei protagonisti in un crescendo incalzante e coinvolgente.
Lasciandosi alle spalle la maggior linearità che aveva contraddistinto la quarta stagione, Peaky Blinders si complica un po' la vita moltiplicando nemici e riferimenti storici, introducendo nuovi personaggi e recuperando volti conosciuti che erano usciti di scena, focalizzandosi sull'interiorità dei protagonisti e al tempo stesso sui problemi di un'intera società, pagando in più momenti il prezzo di un'ambizione evidente e al tempo stesso uscendo vincitrice dalla sfida contro la prevedibilità e la noia. Alcuni elementi avrebbero sicuramente meritato un maggior approfondimento e altri appaiono superflui di fronte a una trama già così ricca di spunti, ma il coraggio con cui la serie continua a sviluppare la storia dei Shelby è sicuramente encomiabile.
Conclusioni
Non si potrebbe concludere una recensione di Peaky Blinders 5 senza augurarsi che il progetto di Steven Knight di proseguire il racconto almeno fino alla settima stagione della serie Netflix si realizzi: la qualità dimostrata e il cliffhanger con cui lascia in sospeso i fan assicurano una continuazione del racconto davvero da non perdere.
Cillian Murphy, con il ruolo di Tommy Shelby, continua a scrivere una delle pagine più memorabili della sua carriera di attore e sarà interessante scoprire come si evolverà il confronto con lo spietato politico interpretato da Sam Claflin.
La grande quantità di elementi portati in scena nei sei episodi inediti alle volte rende complicato dare il giusto spazio alle tematiche più rilevanti e interessanti, ma è sempre un piacere assistere a una serie che attinge dai grandi classici della letteratura, dal mondo delle graphic novel, dai fatti storici e dal panorama della musica contemporanea per confezionare un’esperienza unica da regalare agli spettatori.
Perché ci piace
- Cillian Murphy regala un'interpretazione intensa e ricca di sfumature.
- I nuovi personaggi hanno tutti un ottimo potenziale in vista delle prossime stagioni.
- La quinta stagione è un crescendo di tensione e lascia la voglia di assistere al capitolo successivo della storia.
- Lo stile di Steven Knight coinvolge e riesce a distinguersi all'interno del panorama televisivo.
- La colonna sonora è curata con attenzione e propone scelte a volte inaspettate.
Cosa non va
- Il gran numero di personaggi lascia inevitabilmente alcune delle sottotrame troppo in ombra.
- La narrazione a volte si addentra in sentieri già percorsi.
- I cambiamenti storici potrebbero non essere apprezzati dagli spettatori più esigenti.
- Il cliffhanger obbligherà i fan a una lunga attesa.