Paura e delirio a Gotham City
Piaccia o no, Il cavaliere oscuro è Il film definitivo su Batman. Non per forza il più bello o il più riuscito, per quanto il film di Nolan sia un'affilata e sontuosa macchina d'intrattenimento difficilmente attaccabile (sono giusto certe lungaggini e alcuni raccordi un po' scorbutici a non convincere completamente). Definitivo perché totalmente impregnato di quell'atmosfera dark che fa di Batman il comic più cinematografico in assoluto, ma che da sempre viene distillata in modo guardingo e alterno negli adattamenti cinematografici. Al centro delle vicende una Gotham City dilaniata dalla criminalità, emersa ancora più prepotentemente dall'arrivo di Batman. Mentre il procuratore distrettuale Harvey Dent e il commissario Gordon si muovono per ripulire la città, ormai dominata dalla mafia, l'arrivo di Joker getta tutti nel terrore e costringe l'uomo mascherato a scelte durissime.
Dopo aver ridicolizzato gli episodi affidati a Schumacher, Christopher Nolan e la sua squadra sopravanzano in ogni direzione anche il buon Batman Begins e decidono che è tempo di immergersi nel lerciume di Gotham City senza remore e compromessi, con il coraggio di girare un blockbuster di una cupezza e di una violenza davvero sorprendente. Con un'impronta stilistica solida e vigorosa, capace di mettere al servizio di un'ottimo plot le possibilità pirotecniche (ma fortunatamente mai invasive) della post-produzione, senza mai perdere di vista il potere carismatico dei personaggi e la riflessione portante sul tema civiltà contro caos, o per chi preferisce natura contro cultura. Ma se la regia epica e energica di Nolan abbaglia gli occhi e smuove le viscere - tanto da permettersi campi lunghi di grande respiro e fuori campo invidiabili - è lo spettro umano a dare vigore a questo nuovo capitolo.
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