Paradise, intervista a Sterling K. Brown sul finale della serie: "La seconda stagione vi stupirà"

L'attore è protagonista e produttore della serie americana più politica degli ultimi anni: ecco la sua spiegazione del finale. In attesa della seconda stagione, già confermata. Su Disney+.

Sterling K. Brown è il protagonista di Paradise

In una Hollywood ancora disorientata dalla seconda elezione di Donald Trump, che agli Oscar ha messo da parte la satira politica e ha preferito non far fare il classico "Actors on actors" di Variety a Sebastian Stan (nominato come miglior attore per la sua interpretazione del Presidente USA nel film The Apprentice), c'è una serie tv che non ha paura di porre delle domande fondamentali: Paradise.

Paradise Sterling K Brown First Look Serie Tv Disney Plus
Sterling K. Brown è Xavier Collins

Subito rinnovata per una seconda stagione, la prima si trova ora tutta su Disney+. Proprio in occasione della conclusione, abbiamo potuto fare un'intervista a Sterling K. Brown, attore principale e produttore, per commentare il finale di Paradise. Creata da Dan Fogelman, già autore di This is us, la serie è ambientata in un futuro vicinissimo, in cui la catastrofe climatica è avvenuta. La Terra e gran parte della popolazione umana sono state annientate: solo pochi privilegiati si sono salvati, grazie all'innalzamento di uno scudo che rende possibile la vita.

Il punto di vista è molto interessante: appartiene al Presidente USA, Cal Bradford (James Marsden), e al team di persone che lo assiste. Sterling K. Brown è l'agente speciale Xavier Collins, guardia del corpo personale di Bradford. Nell'ultimo episodio abbiamo scoperto chi è l'assassino (sì, c'è anche un mistero da risolvere) e avuto un assaggio di quello che sarà il prossimo capitolo della storia. Ecco cosa ci ha detto l'attore sulla serie e, soprattutto, sulla situazione politica in cui ci troviamo.

ATTENZIONE SPOILER!

Paradise: intervista a Sterling K. Brown

Da quando Lost è finita, c'è stata la corsa a trovare l'erede della serie cult. Ogni anno questa etichetta di "nuova Lost" viene appiccicata a un nuovo titolo. Stavolta è toccato proprio a Paradise, ma sarebbe riduttivo definirla così. Perché, come dicevamo, oltre al mistero da risolvere, oltre alla narrazione costruita per salti temporali, la serie è molto politica.

È stata inoltre l'occasione per Dan Fogelman e Sterling K. Brown di ritrovarsi, visto che l'attore ha interpretato Randall in This Is Us. La cosa curiosa è l'arco di quel personaggio si è chiuso proprio in odore di Casa Bianca e ora Xavier, interpretato sempre da Brown, è la guardia del corpo del Presidente. Eppure all'inizio l'attore non pensava di tornare in tv: "Ero appena uscito da sei anni di This is us. Quindi, appena finita quella, quando Dan mi ha proposto questa nuova idea ho detto: voglio andarci piano, prendermi una pausa dalla televisione. Due anni fa però è tornato da me, dicendo che aveva scritto questo personaggio con me in testa. A quel punto ho dovuto leggere la sceneggiatura! Ed eccoci qui".

Cosa aspettarci dalla seconda stagione

Paradise Sterling K Brown Julianne Nicholson Sequenza Serie Tv Disney Plus
Una scena di Paradise

Non c'è stato nemmeno il tempo di vedere il finale di Paradise, che subito la serie è stata confermata per una seconda stagione. E in effetti l'ultimo episodio è apertissimo: si scopre chi ha ucciso il Presidente e Xavier è pronto a uscire dalla cupola per andare a cercare la moglie, che è ancora viva. Brown è entusiasta: "Il pubblico sembra molto soddisfatto dal finale della prima stagione. E anche io lo sono. Ma ora bisogna vedere cosa succederà dopo. Certo, cominciare i nuovi episodi forti di questo entusiasmo ci dà una grande spinta. Le riprese di Paradise 2 cominceranno a breve. Per ora posso dire che certamente ci si aspetta di scoprire cosa è accaduto nel mondo esterno. Però, come abbiamo fatto fino a ora, continueremo a raccontare il resto della storia in modo inaspettato. Vi sorprenderemo".

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Creare il mondo post apocalittico di Paradise

Paradise James Marsden Immagine Serie Tv Disney Plus
James Marsden è il Presidente Bradford

Brown è anche produttore esecutivo della serie e conferma che una delle cose più impegnative legate alla produzione è stata la creazione del mondo post apocalittico: "Gli sceneggiatori hanno avuto diverse conversazioni con scienziati ed esperti. Hanno discusso a lungo su quale fosse il giusto aspetto dello tsunami e dello scioglimento dei ghiacciai. Doveva sembrare vero, non una cosa alla The Day After Tomorrow. Direi che ci sono riusciti piuttosto bene. Quando vedi quell'episodio non puoi fare a meno di dire: stiamo facendo abbastanza per evitarlo? Che mondo lasceremo ai nostri figli?".

Paradise, un finale emozionante. Proprio come This Is Us Paradise, un finale emozionante. Proprio come This Is Us

Una serie ottimista, nonostante tutto

In uno dei primi dialoghi che vediamo tra il Presidente Bradford e Xavier, il primo dice al secondo che il mondo è 19 volte più "fottuto" di quanto la gente non pensi. È davvero così? Per Brown: "Devo ammettere di essere un eterno ottimista. E quindi, anche se il mondo effettivamente si trova in una situazione molto spiacevole in questo momento storico, voglio ostinarmi a vedere il lato positivo. Almeno nel mio paese, le persone non accettano passivamente lo status quo. Stanno protestando. Quindi voglio credere che, anche da un momento estremamente negativo, possa nascere qualcosa di positivo. Una maggiore consapevolezza".

Paradise Sterling K Brown Sequenza Serie Tv Disney Plus
Sterling K. Brown

Siamo sicuri di questa cosa della consapevolezza? Perché nell'ultima puntata l'assassino di Bradford dice che, invece di creare un mondo nuovo migliore, si sono fatti gli stessi errori del passato. Non ha tutti i torti. Per l'attore: "La verità è che impariamo, ma, allo stesso tempo, siamo anche molto egoisti. Uniamo le forze solo quando bisogna impegnarsi per il bene comune. Non riusciamo a capire che oggi siamo tutti una grande comunità globale. La nostra economia e le nostre decisioni influenzano quelle di tutto il mondo. Ma purtroppo non c'è voglia ci cooperare: in tutti i paesi vedo una forte spinta verso il nazionalismo. In America c'è questa voglia di essere i primi, di pensare solo agli Stati Uniti. Non c'è voglia di stare insieme, anche se siamo tutti sulla stessa barca. È questo il problema".

Però in effetti la serie è più ottimista della realtà: nel mondo reale non sembrano esserci molti leader che abbiano davvero a cuore gli altri. Invece il Presidente Bradford è una brava persona, che si preoccupa del prossimo. Questo lo rende un buon leader? Brown: "Certamente. L'empatia è fondamentale: soltanto provando a immaginare le difficoltà delle persone puoi rimboccarti le maniche e cominciare a cambiare le cose in modo che debbano lottare di meno. Credo che i leader migliori siano le persone che non vogliono esserlo, che non vogliono comandare. In questo modo lo fanno come un lavoro, cercando di farlo al meglio e non per i propri interessi personali".

Il sogno americano e il valore del tempo

Sempre l'assassino del Presidente dice che il sogno americano è una prigione. Di nuovo: ha ragione? L'interprete: "Il sogno americano ha un fascino fortissimo. L'idea che se ti impegni, e quando ti si presenta un'occasione, il tuo lavoro ti ripagherà con tutto ciò che desideri, è bellissima. Purtroppo però non tutti vogliono vedere la realtà: ovvero che questo succede a una piccolissima parte della popolazione. Ma, siccome ad altri è successo, tutti credono che sia possibile. È come una carota che ti viene sventolata davanti agli occhi. Ma la realtà è che tutto dipende dalla classe sociale: se appartieni a una classe sociale sfavorita è difficilissimo uscirne. Contemporaneamente chi ci governa cavalca questa idea, non facendo invece ciò che è necessario per rendere davvero accessibile a tutti il sogno americano".

Paradise Julianne Nicholson Sequenza Serie Tv Disney Plus
Julianne Nicholson è Sinatra

Un altro tema fondamentale della serie è il tempo. I protagonisti ne hanno sempre meno a disposizione. E a un certo punto si chiedono dove, e soprattutto con chi, vogliano passare dei momenti fondamentali. Come si fa a non dare per scontato il nostro tempo? Per Brown: "Penso che il segreto sia essere presenti in ogni momento. Penso che il dono più grande che si possa fare a un altro essere umano sia la tua presenza. Invece di preoccuparsi di ciò che accadrà dopo, o con chi dovrai parlare dopo, si dovrebbe essere presenti per le persone che si trovano in quel momento con te. Si tratta di qualità, non necessariamente di quantità. Se mi ascolti davvero per cinque minuti, l'impatto sarà maggiore che se passassimo un'ora insieme, mentre tu sei sempre al telefono a pensare a qualcun altro, o a quello che devi fare dopo. Essere davvero presenti per le persone. Ed è un'arte perduta, perché ci facciamo prendere la mano da questi dispositivi tutto il tempo. Pensiamo solo a cosa succederà, a come faccio questo e come faccio quello? Invece di limitarsi a stare con le persone dove sono e quando sono. Penso che sia qualcosa su cui dobbiamo tornare profondamente a riflettere".