La voce fuori dal coro di Bonifacio Angius torna a farsi sentire con Ovunque proteggimi. Il film, che segue il successo di Perfidia, è stato presentato in anteprima al Torino Film Festival 2018, nella sezione Festa Mobile, ed è in uscita nei cinema dal 29 novembre con Ascent Film. Il cinema a tinte forti di Angius, ambientato nella sua Sardegna, ha catturato l'attenzione degli addetti ai lavori e ora il regista torna con una potente storia di riscatto tra due outsider, un cantante di musica folk sassarese fallito e una madre a cui i sevizi sociali hanno tolto il figlio.
A Torino Bonifacio Angius è un fiume in piena, la voglia di parlare del film - qui potete leggere la nostra recensione di Ovunque proteggimi - è tanta, "sono come un detenuto che torna in libertà dopo anni" scherza il regista mentre racconta la genesi della sua nuova opera, "lavoro in maniera istintiva. Per questo lavoro sono partito da dove mi ero fermato con Perfidia. Ho mutuato toni e colori, ma non volevo rifare lo stesso film quindi ho cercato di creare personaggi che avessero caratteristiche opposte. Il protagonista di Perfidia era passivo, remissivo, mentre la caratteristica principale dei personaggi di Ovunque proteggimi è l'impulsività. Sono entrambi elementi del mio carattere, ma esasperati. Quando costruisco dei personaggi parto da me stesso. Stavolta avevo paura a raccontare un personaggio femminile, perché ho avuto un'educazione maschilista e ho difficoltà a immedesimarmi nei pensieri di una donna. Così l'ho raccontato come se fossi io, ma di sesso femminile".
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Ribelli, perdenti, lottatori, le mille anime dei personaggi di Angius
Mentre Perfidia esplora la Sardegna invernale, grigia e brulla, Ovunque proteggimi si svolge in pieno agosto in una manciata di giorni. "Non sono un alcolista e non ho mai subito un TSO come i miei protagonisti" spiega Bonifacio Angius "ma giocare con personaggi borderline ti dà maggior libertà perché non hanno filtri. Affrontano il mondo che li circonda in modo diretto. Non ho mai trattato questi personaggi come se fossero dei matti, chiunque nella loro situazione potrebbe reagire come loro, ma i loro eccessi rendono il mio film anarchico nello spirito. Questi personaggi, per me, sono stati un regalo".
A interpretare i protagonisti di Ovunque proteggimi, Alessandro e Francesca, sono due attori che rappresentano una costanze nella produzione di Angius: Alessandro Gazale, già visto in Perfidia, e Francesca Niedda, compagna di vita del regista. La Niedda spiega infatti che la sua madre pronta a tutto pur di riunirsi al figlio "è stata costruita in famiglia, il personaggio è stato cucito sulla mia persona visto che ero adatta al ruolo. È stato un processo spontaneo, le emozioni del film sono talmente verosimili che non c'è stata grande ricerca interiore da parte mia". Diversa la situazione di Alessandro Gazale, talmente diverso per temperamento dal suo personaggio da spingere Bonifacio Angius a metodi radicali: "L'ho portato nelle bettole per mostrargli come parlavano e si comportavano certe persone" Gazale aggiunge: "Il viaggio è durato un anno, dopo la lettura della sceneggiatura io e Bonifacio ci siamo incontrati più volte, lui è entrato nella mia testa, io nella sua. Abbiamo costruito il personaggio tassello per tassello in modo da arrivare sul set con una certa serenità".
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Per un cinema d'autore popolare
I Festival di Locarno prima e Torino adesso hanno rappresentato una pista di lancio per i lavori di Bonifacio Angius, ma la sua preoccupazione è quella di realizzare opere comprensibili per ogni tipo di pubblico di ogni tipo, lontane dall'etichetta di "film da festival". Come spiega lui stesso: "Il mio film si discosta dal cinema d'autore europeo che ritengo freddo, voglio che lo possano comprendere tutti. La mia paura è che il cinema d'autore possa diventare impopolare, ma è stato popolare, Antonioni era popolare". Le radici del cinema di Bonifacio Angius, però, guardano ad altri modelli. Il regista ammette di aver cercato di riprodurre quella gioia del cinema che lo ha fatto innamorare da adolescente: "Sono cresciuto coi personaggi del cinema americano anni '70, Un uomo da marciapiede, Rocky, Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il mio gusto estetico proviene da quel cinema, così ho cercato di inserirne gli ingredienti nei miei film, i perdenti, la ribellione, il senso di rivalsa, la solitudine il melodramma."
Ingrediente essenziale del cinema di Bonifacio Angius è la musica che il regista usa in funzione espressiva e, come nel caso di Ovunque proteggimi, narrativa. Alessandro, infatti, è un cantante di musica popolare. "In un primo tempo doveva essere cantante di pianobar" racconta il regista "ma mi sembrava un'idea stereotipata, poi ho guardato al mondo della musica folk sassarese. A differenza della musica sarda, un po' fredda, quella sassarese è musica sudamericana con testi tradotti in dialetto sassarese. Alessandro è un musicista, ma il fatto che il mestiere gli stia sfuggendo dalle mani riflette i miei timori di artista. La mia paura è che del mio cinema non gliene freghi più niente a nessuno". I film, per Bonifacio Angius, diventano così un modo per sublimare le proprie paure più intime. "Io ho due figli e a un certo punto della mia vita ho temuto che la mia capacità genitoriale venisse messa in discussione. Ho scritto Ovunque proteggimi proprio per esorcizzare la mia paura" conclude il regista. "Continuerò su questa strada per un altro lungometraggio, poi farò solo film di cazzotti".